Scopriamo come il taglio dei costi, l'avidità, la disinformazione e la
politica hanno causato il più grande disastro industriale della storia e
come, a più di 20 anni di distanza, la questione sia ancora irrisolta. Contro
tutte le avversità i sopravvissuti al disastro continuano a combattere
per avere giustizia nei confronti della più grande compagnia chimica del
mondo.
La cronologia degli eventi dal 1969 al settembre del
2004
1969
Costruita la fabbrica di Bhopal nella capitale dello stato del Madhya
Pradesh, in India.
1973
Il primo isocianato di metile - MIC viene importato dagli Stati Uniti.
Questa sostanza chimica è altamente pericolosa e difficile da maneggiare
e da trasportare. L'esposizione causa lesioni agli occhi, gola e polmoni
che possono essere permanenti.
1979
L'impianto di Bhopal inizia la produzione di isocianato di metile.
1980 - 1984
La squadra di lavoro dell'unità MIC viene dimezzata da 12 a 6 operai, la
squadra di manutenzione da 6 a 2 operai. Il 26 dicembre 1981 un
operatore dell'impianto viene ucciso da una fuoriuscita di gas fosgene.
Un'altra fuga di fosgene, avvenuta nel gennaio del 1982, intossica
gravemente 28 lavoratori e, nell'ottobre dello stesso anno, una certa
quantità di MIC fuoriesce da una valvola danneggiata e quattro
lavoratori sono esposti alla sostanza chimica. I funzionari responsabili
della Union Carbide, al corrente di un controllo segreto di sicurezza
interno all'azienda effettuato nel maggio del 1982, erano ben
consapevoli del fatto che si erano verificate 61 situazioni a rischio,
30 delle quali particolarmente serie e 11 avvenute nelle pericolose
unità di fosgene/MIC. Misure correttive vennero allora attuate in un
identico impianto MIC nella Virginia dell'ovest, Stati Uniti, ma non in
quello di Bhopal.
1984
2 - 3 Dicembre - Il gas velenoso fuoriesce dalla fabbrica di
pesticidi della Union Carbide. In tre giorni circa 8.000 persone
muoiono. Nella notte del disastro, l'acqua (che veniva usata per lavare
le linee) entrò nel serbatoio contenente MIC attraverso valvole
difettose. L'unità refrigerante, che avrebbe dovuto tenere il MIC vicino
agli 0° gradi centigradi, venne spenta dai funzionari della compagnia
per risparmiare sul costo dell'energia elettrica. L'entrata dell'acqua
nel serbatoio, pieno di MIC a temperatura ambiente, innescò una reazione
esotermica incontrollabile con conseguente rilascio di una miscela di
gas letali. Il sistema di sicurezza, in ogni caso non progettato per un
tale evento, non era funzionante ed in riparazione. Per timore che la
comunità vicina fosse "irragionevolmente allertata", le sirene
dell'impianto erano state spente. La nuvola di veleno, che si sprigionò
dalla fabbrica della Union Carbide, avvolse una zona di oltre 20
chilometri quadrati prima che i residenti potessero fuggire da quella
"morsa" fatale.
7 Dicembre - Il presidente della Union Carbide, Warren Anderson,
è fra i nove arrestati dalla polizia indiana durante un'ispezione
all'impianto. È rilasciato su cauzione di 2.000 dollari e abbandona
subito il paese. La Union Carbide viene incriminata con l'accusa di
omicidio colposo. Successivamente Anderson è dichiarato contumace per
non essersi presentato in giudizio nel procedimento penale a suo carico
in India.
1985
Il Governo indiano formula una richiesta di risarcimento di 3,3 miliardi
di dollari dalla Union Carbide presso la Corte degli Stati Uniti.
1986
La Union Carbide riesce a persuadere il tribunale così da rinviare la
causa alla corte indiana, dove sa di poter risolvere il processo con
minori ripercussioni.
1989
Febbraio - Dopo cinque anni di disputa legale il Governo indiano
e la Union Carbide vengono ad un accordo extragiudiziale. L'ammontare
del risarcimento viene ridotto dagli iniziali 3,3 miliardi di dollari
reclamati dal Governo Indiano a 470 milioni. Le azioni della Union
Carbide immediatamente risalgono non appena il mercato realizza che la
compagnia ne è uscita senza grosse perdite.
1992
Aprile - Dopo avere ignorato quattro convocazioni del tribunale,
Warren Anderson è dichiarato contumace.
1994
Novembre - La Corte Suprema indiana consente alla Union Carbide
di liquidare le sue ingombranti attività nel paese per costituire un
fondo per un ospedale. La prosecuzione del procedimento penale contro la
Union Carbide diventa complicata perché, sebbene l'accusata rifiuti di
comparire nella Corte, la Carbide non ha più alcuna attività in India.
1999
Agosto - La Union Carbide annuncia l'imminente fusione con la
compagnia Dow Chemical Company.
Novembre - Greenpeace conduce analisi del suolo, delle falde
idriche e dei pozzi all'interno e all'esterno dell'impianto abbandonato
della Union Carbide e trova 12 sostanze chimiche tossiche ed il
mercurio, metallo mortale, in quantità fino a 6 milioni di volte
superiori al previsto.
Novembre - Numerose vittime del disastro di Bhopal citano in
giudizio la Union Carbide ed il suo ex amministratore delegato, Warren
Anderson, presso il tribunale federale di New York, accusando la Carbide
di violazione della legge internazionale sui diritti umani, del diritto
ambientale e del diritto penale internazionale.
2000
Agosto - Greenpeace istituisce un centro interattivo fuori
dall'impianto per consentire ai sopravvissuti del disastro di chiedere
giustizia alla Union Carbide. Migliaia di sopravvissuti mandano e-mail
alla compagnia che risponde chiudendo il server per due giorni e
bloccando tutti i futuri messaggi su Bhopal.
2001
Febbraio - Union Carbide e Dow Chemicals si fondono dando origine
alla più grande compagnia chimica del mondo. La Dow eredita attività e
responsabilità della Union Carbide, anche se sostiene di non essere
responsabile per un impianto in cui non operava. Gli avvocati informano
che, in base al diritto indiano e statunitense, questa asserzione della
Dow non ha alcuna validità legale. I sopravvissuti richiedono che la Dow
sia ritenuta responsabile per tutti i danni sanitari ed ambientali a
Bhopal e che le responsabilità penali pendenti contro la Carbide vengano
trasferite alla Dow. L'acquisizione della Union Carbide da parte della
Dow per 10 miliardi di dollari rende possibile far valere le
responsabilità penali contro la multinazionale in quanto la Dow ha
quattro consociate e attività in India.
2002
9 gennaio - La Dow accetta di assumersi le responsabilità della
Union Carbide negli Stati Uniti e quindi risolve una causa di amianto
nel Texas, in origine avviata contro la Carbide. Il prezzo delle sue
azioni scivola del 23 percento. Il tonfo spazza via 7,16 miliardi di
dollari in titoli ad interesse variabile e riporta le azioni della Dow
al livello dell'ottobre 2000. Nonostante accetti le responsabilità
statunitensi della Union Carbide, la Dow non mostra segno di fare lo
stesso in India.
Gennaio - Una ricerca scientifica rivela la presenza di piombo e
mercurio nel latte materno nelle comunità confinanti con l'impianto.
Maggio - Un tour dei sopravvissuti di Bhopal negli Stati Uniti
culmina in un incontro informale con l’amministratore delegato della Dow,
Michael Parker, all’assemblea generale annuale della Dow. La Dow
continua ad ignorare la richiesta di bonificare Bhopal.
19 luglio - Viene rivelato che il Governo indiano intende far
cadere le accuse contro Warren Anderson, amministratore delegato della
Union Carbide al tempo dell'incidente. I sopravvissuti del disastro
lanciano uno sciopero della fame di 28 giorni a Delhi e viene richiesto
uno sciopero della fame a livello globale a supporto dei sopravvissuti.
15 luglio - 17 agosto - Avendo appreso della situazione dei
sopravvissuti di Bhopal, Diane Wilson inizia uno sciopero della fame
fuori da un impianto Dow in Texas, US. La fabbrica della Dow aveva
inquinato la costa del Golfo fin dalla costruzione dell'impianto.
Luglio - Commentando la situazione dei sopravvissuti la portavoce
della Dow, Kathy Hunt, afferma "500 dollari sono più che sufficienti per
un indiano". I sopravvissuti, colpiti da malattie croniche causate dalla
fuoriuscita di quella miscela gassosa e da un ambiente contaminato
quotidianamente dalla fabbrica abbandonata, hanno ricevuto un massimo di
500 dollari di risarcimento. Ciò ammonta a 0,07 centesimi di dollaro al
giorno per dare sollievo ad una vita di sofferenza. In precedenza la Dow
aveva risarcito con 10 milioni di dollari una famiglia americana, in
quanto il sistema nervoso del figlio era stato danneggiato dal pesticida
Dursban, prodotto dalla compagnia. Nonostante ora il pesticida sia
proibito negli Stati Uniti, la Dow ancora commercializza il Dursban in
India come un prodotto sicuro.
28 agosto - Nonostante la pressione del Governo indiano, l'accusa
di omicidio colposo viene ribadita contro Warren Anderson dal tribunale
di Bhopal. Il tribunale richiede la sua immediata estradizione.
29 agosto - Un giornale britannico scopre che Warren Anderson
conduce una vita di lusso nello stato di New York, negli US. Nonostante
sia ricercato dall'India e dall'Interpol, le autorità statunitensi non
si erano impegnate per estradare Anderson, dichiarando di non essere in
grado di trovarlo. Il giornale lo ha rintracciato in due settimane.
30 settembre - Un nuovo studio del "The People's Science
Institute" di Dehra Dun conferma la presenza di mercurio altamente
tossico nell'acqua potabile di Bhopal, la cui concentrazione in alcuni
aree raggiunge i 2 microgrammi per litro, e avverte del grave rischio
per la salute. La popolazione continua a bere l'acqua da 18 anni dopo la
fuga di gas.
4 ottobre - I sopravvissuti di Bhopal e attivisti di Greenpeace
organizzano una protesta presso la sede europea della Dow.
All'amministratore delegato della Dow Europe viene consegnata una scopa,
che indica simbolicamente la necessità di bonificare Bhopal dai rifiuti
tossici. Un'iniziale cortese accettazione della richiesta da parte della
Dow non è seguita da alcuna azione concreta.
6 ottobre - I sopravvissuti di Bhopal lanciano la campagna "Jhaadoo
Maaro Dow Ko". Lo slogan significa: "Colpisci la Dow con una scopa". Si
tratta di un invito rivolto alla compagnia affinché ripulisca il sito
dai rifiuti tossici ma anche una promessa di "spazzare via" la Dow
dall'India se non eseguirà la bonifica.
21 ottobre - Lo stato del Madhya Pradesh annuncia l'intenzione di
presentare istanza presso la Corte Suprema Indiana per costringere la
Dow Chemical a bonificare il suolo e le risorse idriche contaminate in
prossimità dell'impianto della Union Carbide.
21 - 23 ottobre - I ministri del Governo indiano comunicano ai
giornalisti che l'India ha in corso una richiesta si estradizione dagli
US per l’'ex amministratore delegato della Union Carbide, Warren
Anderson.
25 ottobre - Greenpeace presenta le "linee guida" per la bonifica
del sito industriale abbandonato dalla Carbide al Primo ministro del
Madhya Pradesh e contemporaneamente le consegna agli uffici della Dow in
India, Europa e Stati Uniti. I costi di bonifica stimati potrebbero
superare l'ammontare di 500 milioni di dollari.
Ottobre - I sopravvissuti di Bhopal visitano le filiali della Dow
in Europa (fra cui Italia, Svizzera e Olanda) per discutere con i
dirigenti della Dow Chemical e con le associazioni chimiche industriali
di diversi Paesi, portando con sé da Bhopal le tradizionali scope
indiane.
Ottobre - Viene inaugurata in Italia, a Venezia, la mostra
fotografica sulla tragedia di Bhopal di Raghu Rai, uno dei più grandi
fotografi indiani, che la mattina dopo l'incidente si recò sul posto
iniziando a realizzare un reportage in bianco e nero sul più grande
disastro della storia dell'industria chimica. La mostra è stata poi
protagonista di un tour itinerante nelle città di Bologna, Milano,
Napoli, Cagliari, Roma, Marghera e Ferrara.
11 novembre - Le organizzazioni costituitesi parte civile
trasmettono i documenti provenienti dal processo in corso negli Stati
Uniti all' "Indian Central Bureau of Investigation" (CBI). I documenti
rivelano che la compagnia e Warren Anderson avevano imposto una
"tecnologia obsoleta" nell'unità critica dell'isocianato di metile (MIC)
dell'impianto di Bhopal. Il CBI riconosce che i documenti saranno di
grande utilità per il procedimento giudiziario e l'estradizione di W.
Anderson.
14 novembre - I sopravvissuti pubblicano i documenti ottenuti
attraverso l'azione legale in corso a New York. I documenti dimostrano
che l'Union Carbide impose una tecnologia obsoleta nell'unità MIC per
tagliere i costi e mantenere il controllo della sussidiaria indiana.
19 novembre - Attivisti espongono segnali per avvisare la
comunità locale che vive nell'area, utilizzata in passato dalla Union
Carbide come discarica di rifiuti pericolosi, dell'inquinamento in
corso. Quando l'impianto era operativo, infatti, le sostanze tossiche
venivano stoccate in vasche d'evaporazione all'aperto. Nel corso degli
anni sembra che alcune persone abbiano utilizzato il terreno di
quell'area per costruire le loro case.
22 novembre - Documenti segreti della Union Carbide vengono resi
pubblici. Le carte mostrano che la Union Carbide analizzò il terreno e
l'acqua all'interno e all'esterno del sito di Bhopal dopo il disastro: i
campioni si rivelarono pesantemente contaminati. La Union Carbide non
divulgò queste informazioni ma utilizzò un altro rapporto, in cui si
negava la contaminazione dell'area in modo da tranquillizzare la
popolazione locale ed il governo dell'India. I documenti confidenziali
mostrano che la Union Carbide considerava il contenuto di questo
rapporto come inaffidabile.
25 novembre - Residenti locali e attivisti di Greenpeace entrano
nel sito della Union Carbide per mettere in sicurezza una parte dei
composti tossici presenti e mostrare alla Dow come dovrebbe comportarsi
con i suoi rifiuti. Nonostante le migliori intenzioni degli attivisti,
la polizia arresta tutti entro un'ora dall'ingresso nel sito con
l'accusa di ingresso abusivo. Uno strano mondo quello dove i
responsabili possono ignorare l'avvelenamento continuo di migliaia di
persone mentre la polizia arresta chiunque cerchi di portare
l'attenzione del mondo intero sul problema di Bhopal.
28 novembre - La Dow pubblica nel proprio sito web un documento
interno nel quale si dichiara che: "Ciò che non possiamo fare e non
faremo è di accettare la responsabilità per l'incidente di Bhopal – non
importa dove Greenpeace conduca le sue proteste e quanto cerchi di
minare la reputazione della Dow di fronte all'opinione pubblica". Pochi
giorni dopo, l'autore di questa affermazione, l'amministratore delegato
della Dow, M. Parker, viene licenziato.
2 dicembre - Le donne sopravvissute di Bhopal marciano sulla sede
indiana della Dow per portarvi un campione di ciò che li sta avvelenando
quotidianamente. Dopo una protesta pacifica, un impiegato della Dow
accetta il terreno contaminato e l'acqua proveniente dalla zona
circostante l'impianto. 3 dicembre - Migliaia di persone marciano
nelle strade di Bhopal in occasione del diciottesimo anniversario del
disastro. Dimostranti di tutto il mondo manifestano sfilando con candele
accese per indicare il loro sostegno alla richiesta di giustizia per
Bhopal.
3 dicembre - Attivisti si recano in visita all'abitazione
dell'amministratore delegato della Dow per chiedergli che cosa abbia
fatto per Bhopal nel corso dei 18 anni. Malgrado la richiesta di qualche
"momento di riflessione" sulla tragedia, egli sembra occupato in un
party. Parker incontra gli attivisti e promette di rendere nota la
composizione del gas, in precedenza considerata dalla compagnia come un
segreto commerciale da non divulgare. L'informazione potrebbe aiutare i
medici che stanno cercando di curare in modo appropriato i 150.000
malati cronici sopravvissuti a quella emissione gassosa.
3 dicembre - Stanchi delle continue banalità espresse dalla Dow
sul proprio sito web e della completa assenza di azione a Bhopal, un
gruppo di attivisti internet, gli "Yesmen", decide di rappresentare la
Dow in modo più onesto. La Dow subisce il colpo e risponde in modo
pesante cercando di stroncare le proteste ma ciò contribuisce solo a
rendere più manifesta l'ipocrisia della compagnia, preoccupata della
propria immagine piuttosto che dell'avvelenamento della popolazione di
Bhopal. La storia ha una vasta eco sia in internet che sulla stampa.
5 dicembre - Società di investimento con un capitale azionario di
13 miliardi di dollari, affermano che la Dow dovrebbe risolvere la
questione di Bhopal per prevenire ulteriori danni alla sua immagine.
13 dicembre - L'amministratore delegato della Dow, M. Parker, è
licenziato e sostituito da William S. Stavropoulos, ideatore e
organizzatore dell'acquisizione della Union Carbide. Parker viene
licenziato, apparentemente, solo per la "scarsa performance finanziaria"
della compagnia.
13 dicembre - Ispirati dagli "Yesmen", Greenpeace lancia il sito
web satirico "mad-dow-disease.com" per rendere noti i doppi standard
utilizzati dalla Dow.
23 dicembre - La Dow presenta una richiesta di risarcimento di
10.000 dollari contro le donne sopravvissute, che pacificamente avevano
protestato all'esterno degli uffici della Dow di Bombay il 2 dicembre.
Non soddisfatti di ignorare la situazione a Bhopal, la compagnia sta
intentando una causa contro le uniche persone che dovrebbe aiutare.
2003
7 gennaio - Per mostrare alla Dow che i problemi in India non
possono essere ignorati solo perché sono distanti, Greenpeace
restituisce i rifiuti di Bhopal al suo nuovo proprietario presso il più
grande impianto della Dow fuori degli Stati Uniti. La risposta della
Dow: arresto di oltre 20 attivisti.
23 gennaio - Negli ultimi mesi la Dow, nonostante abbia ricevuto
oltre 15.000 e-mail e migliaia di cartoline che richiedono la bonifica
di Bhopal, ignora tutti i messaggi da parte dei cittadini. Perciò
Greenpeace organizza qualcosa che non può essere facilmente ignorato:
una giornata di proteste telefoniche indirizzate alla "ethics line"
della Dow. Centinaia di persone telefonano e la società risponde con la
chiusura delle linee telefoniche ad ogni richiesta relativa a Bhopal.
10 marzo - Per mettere in rilievo i tentativi della Dow di mettere in
silenzio le proteste dei sopravvissuti in India con la richiesta di
risarcimento di 10.000 dollari, Greenpeace lancia un sit-in virtuale sul sito
di propaganda della compagnia. La Dow rifiuta di ritirare la causa contro i
manifestanti pacifici e cerca di eludere l'azione via internet ricorrendo ad
espedienti tecnici. La protesta però porterà al blocco del sito il mercoledì 12 marzo.
11 marzo - Attivisti bloccano gli ingressi dello Houston Dow
Center dopo aver recapitato 250 galloni (circa 1.000 litri) di acqua
contaminata prelevata dai pozzi di Bhopal, il sito del peggior disastro
industriale del mondo. L’'acqua, la stessa che la popolazione di Bhopal
è obbligata a bere quotidianamente, viene rimossa dal posto da una
squadra specializzata nel recupero di materiale pericoloso. La Dow fa
intervenire persone con apposite tute di protezione per rimuovere
l'acqua e allo stesso tempo lascia che i poveri indiani la usino ogni
giorno.
18 marzo - Delusione quando un tribunale degli Stati Uniti
respinge la richiesta di danni civili dei sopravvissuti. Il giudice,
John F. Keenan, ha respinto tutti i tre tentativi di perseguire la Union
Carbide negli US e nell'ultima decisione non cerca neppure di nascondere
i suoi errori. I sopravvissuti si appellano e un nuovo giudice definisce
la decisione come "un palese caso di pregiudizio giuridico".
25 marzo - Le organizzazioni dei sopravvissuti confermano
l'intenzione di appellarsi alla decisione. Perfino il giornale locale
della città sede della Dow sostiene che la compagnia dovrebbe bonificare
il sito inquinato.
22 aprile - Rashida Bee e Champa Devi Shukla, sopravvissuti ma
ammalati a causa dell'incidente di Bhopal e Satinath Sarangi del "Bhopal
Group for Information and Action", arrivano in Texas per un tour di 40
giorni negli Stati Uniti. Durante il viaggio, Rashida e Champa visitano
varie comunità danneggiate dalla Dow Chemical e avviano anche dibattiti
con gruppi di supporto per rafforzare la loro lotta per la giustizia.
1 maggio - Rasheeda, Champa e Satinath Sarangi, attivista a
Bhopal da lungo tempo, assieme ad altri sostenitori della tragedia di
Bhopal lanciano un satyagraha – digiuno per la giustizia – contro il
nuovo proprietario della Union Carbide, la Dow Chemical, con una
dimostrazione a New York. Un portavoce della Dow allegramente risponde:
"noi consideriamo la situazione come risolta".
8 maggio - All'assemblea annuale della Dow a Midland, nel
Michigan, Rasheeda, Champa e Satinath portano la testimonianza del
disastro a casa dei dirigenti della società. Agli attivisti viene
concesso con riluttanza un incontro con l'amministratore delegato della
Dow, il cui unico risultato consiste nell'ormai consueto ostruzionismo e
nell'organizzazione di un'altra conferenza di carattere propagandistico.
William Stavropoulos, amministratore delegato della Dow, afferma durante
un discorso agli azionisti all'assemblea che la Dow-Carbide non è più
coinvolta in procedimenti penali in India. John Musser, portavoce della
compagnia per le relazioni esterne, è in seguito costretto ad ammettere
che questa affermazione è sbagliata.
12 maggio - I tre attivisti terminano il loro sciopero della fame
richiamando i sostenitori e i fautori della "campagna giustizia" di
tutto il mondo a subentrare a loro per proseguire il digiuno, dandosi il
cambio, fino al diciannovesimo anniversario del disastro di Bhopal.
1 luglio - Sviluppi significativi si hanno quando il Governo
indiano alla fine e con riluttanza fa ciò che questo e i suoi
predecessori avrebbero dovuto fare molto tempo prima trasmettendo al
governo US i documenti per l'estradizione del presidente della Carbide
all'epoca del disastro, Warren Anderson. Nello stesso periodo del 2002,
il governo aveva richiesto di attenuare le accuse a carico di Anderson.
Era stata necessaria un'enorme pressione da parte dei sopravvissuti e
dei loro sostenitori in tutto il mondo, oltre a due scioperi della fame
globali e una dura condanna di una commissione interpartitica di membri
del Parlamento indiano, per indurre il governo a cedere.
22 luglio - 18 membri del Congresso americano inviano una lettera
al presidente della Dow, W. Stavropoulos, chiedendo che la sua compagnia
si assuma la responsabilità per gli atti illeciti della Union Carbide
(sua sussidiaria al 100%) a Bhopal.
8 ottobre - Un recente studio condotto a Bhopal sui modelli di
crescita degli adolescenti, pubblicato dal "Journal of American Medical
Association", ha trovato un ritardo selettivo nella crescita dei bambini
maschi nati da genitori esposti a quella miscela gassosa. I bambini
risultano più bassi, magri, e hanno la testa più piccola rispetto agli
adolescenti di genitori non esposti e mostrano, inoltre, una crescita
anormale in cui la parte superiore del corpo risulta proporzionalmente
più piccola di quella inferiore.
3 dicembre - Nel diciannovesimo anniversario del più grande
incidente chimico della storia, Greenpeace e la Campagna Internazionale
Giustizia per Bhopal (ICJB) lanciano la Giornata Mondiale Contro i
Crimini delle Industrie. Oltre 60 iniziative sono organizzate in tutto
il mondo a sostegno delle migliaia di persone che a Bhopal ancora
soffrono le conseguenze di quella tragedia e per protestare contro la mancanza
di norme internazionali che rendano le imprese responsabili dei danni
all'ambiente e alla salute.
2004
17 marzo - La Seconda Corte d'Appello di New York ha annunciato
la decisione di promuovere un'azione giudiziaria collettiva per
l'inquinamento del suolo e delle falde acquifere dell'area dove sorgeva
l'impianto della Union Carbide a Bhopal. La Corte d'Appello statunitense
ha dichiarato che i sopravvissuti di Bhopal sono legalmente in diritto
di pretendere che la società provveda alla bonifica ed al ripristino
ambientale del sito.
15 aprile - San Francisco è stata la prima città statunitense ad
approvare una risoluzione in cui si chiede alla Dow Chemical Company di
impegnarsi ad assicurare giustizia alle vittime del disastro della Union
Carbide a Bhopal, in India, e a istituire il Giorno in Memoria di Bhopal
in occasione del ventesimo anniversario dell'incidente.
19 aprile - Due attiviste e vittime di Bhopal, Rashida Bee e
Champa Devi Shukla, hanno vinto il prestigioso Goldman Environmental
Prize, a San Francisco, in California, una sorta di premio Nobel per gli
ambientalisti. Hanno deciso di impiegare il premio di 125.000 dollari in
un Fondo per le cure mediche dei bambini nati con difetti alla nascita
dovuti all'esposizione dei genitori a quella miscela tossica, in
progetti di sussistenza per gli inabili al lavoro ed in una ricompensa
per gli attivisti che operano contro i crimini delle multinazionali in
India.
21 aprile - La società finanziaria, Innovest Strategic Value
Advisors Inc, ha pubblicato il più importante rapporto sulle
responsabilità della Dow, dal titolo: "Major Investor Risks Under the
Radar at Dow Chemical". Il documento descrive minuziosamente i rischi
ambientali non riportati o sottostimati che riguardano la compagnia.
29 aprile - Due sopravvissuti al disastro hanno incontrato Jose
Antonio Ocampo, sottosegretario generale degli Affari Economici e
Sociali, per sollevare la "totale assenza di iniziative da parte delle
agenzie statunitensi verso la riabilitazione sanitaria, lo stato
economico, ambientale o alla salute dei bambini per più di 500.000
sopravvissuti, che hanno riportato conseguenze sanitarie, come risultato
di quella esposizione". Ocampo ha promesso di esaminare a fondo la
questione!
7 maggio - La Corte Suprema indiana ha ordinato al governo di
Madhya Pradesh di provvedere immediatamente a fornire l'acqua potabile
alla comunità che risiede intorno al sito industriale contaminato della
Dow/Union Carbide.
13 maggio - I sopravvissuti di Bhopal e diversi sostenitori hanno
protestato contro i quartieri generali della Dow Chemical nel Midland,
in Michigan, per il continuo rifiuto di impegnarsi nelle responsabilità
pendenti a Bhopal. Più del 6% degli azionisti Dow hanno votato in favore
della risoluzione di Bhopal, che richiede alla direzione della Dow di
prendersi carico di specifici oneri sanitari, ambientali e sociali delle
vittime di Bhopal.
16 giugno - La Corte di Bhopal invita a comparire in giudizio la
Dow per il processo in corso contro la Union Carbide.
18 giugno - Due testimoni di Bhopal, Rashida Bee e Shahid Noor, e
l'attivista Sathyu hanno iniziato uno sciopero della fame per ottenere
che "Nessun Certificato di Obiezione" venga prodotto dal governo indiano
sulla bonifica e la decontaminazione del sito industriale della Union
Carbide. Questo certificato veniva richiesto dalla Corte distrettuale di
New York entro il 30 Giugno 2004. Oltre 400 sopravvissuti di Bhopal
hanno partecipato al digiuno a Delhi.
23 giugno - Dopo sei giorni di sciopero della fame, tre dei quali
anche senza acqua, il Ministero della Chimica ha deciso di sottoporre la
proposta "Nessun Certificato di Obiezione" alla Corte di New York.
Questa iniziativa rappresenta un vittoria importante per la campagna
Bhopal e per la solidarietà globale grazie anche all’aumentare della
pressione dei cyber attivisti, delle comunità locali ed internazionali e
della intensa lobby da parte di Greenpeace in India.
24 giugno - In occasione dell'iniziativa delle Nazioni Unite, il
"Global Compact", relativa agli impegni volontari delle industrie,
Greenpeace chiede di emanare una legislazione internazionale vincolante
sulla Responsabilità delle Imprese.
13 luglio - Il governo statunitense rigetta la richiesta di
estradizione di Warren Anderson. Il rigetto tecnicamente è avvenuto per
il mancato inquadramento delle accuse contro Warren Anderson nel
processo in corso nella Corte di Bhopal.
19 luglio - La Corte Suprema indiana ha ordinato al Governo di
distribuire i fondi rimanenti della compensazione della Union Carbide
fra le circa 566.876 vittime di Bhopal, le cui richieste sono state
accettate con successo.
2 agosto - La Dow Chemical ha annunciato che Andrew Liveris,
attuale presidente e capo unità operativa, sostituirà William
Stavropoulos in qualità di direttore generale.
9 settembre - Greenpeace lancia la campagna "Solar generation" da
Bhopal. Insieme all'ICJB (International Campaign for Justice in Bhopal),
il progetto Chirag è un'iniziativa volta a sostenere i giovani
sopravvissuti al più grande disastro industriale al mondo. Questo
progetto sarà realizzato dal "Bhopal ki Awaz", un'organizzazione di
persone divenute orfane a seguito dell'incidente, che è anche membro
dell'ICJB.
21 settembre - All'apertura della Fiera del settore tessile, la
"Premier Vision Textile", a Parigi, attivisti di Greenpeace e testimoni
dell'ICJB, vestiti con t-shirt nere con disegnati i volti delle vittime
di Bhopal, hanno manifestato contro la Dow che in quell’occasione ha
presentato la sua nuova fibra, la XLA. La nuova fibra nasce con
l'intento di dare un'immagine ecologica alla Dow, per nascondere le
proprie responsabilità per Bhopal.
29 settembre - Il membro del Congresso, Frank Pallone, ha fatto
approvare dal Congresso statunitense una risoluzione che richiede alla
Union Carbide di provvedere alla completa riabilitazione medica, sociale
ed economica delle vittime del disastro e di impegnarsi sulla bonifica
ambientale del sito altamente contaminato e di provvedere al
rifornimento di acqua potabile per le comunità residenti. Inoltre, ha
richiesto di assicurarsi che la Union Carbide faccia un’apparizione al
Distretto della Corte di Bhopal per la prosecuzione relativa alle accuse
criminali pendenti contro la compagnia.
25 ottobre - A vent'anni dalla strage di Bhopal, la Suprema Corte
indiana ha dato il via libera alla distribuzione dei risarcimenti ai
sopravvissuti e alle famiglie delle vittime. La somma totale di circa
350 milioni di dollari verrà, quindi, divisa fra le vittime di quello
che è considerato uno dei più gravi disastri ambientali del mondo.
All'indomani della strage, la Union Carbide aveva sborsato, a titolo di
risarcimento, circa 470 milioni di dollari, ma solo una piccola parte di
questi soldi era poi stata effettivamente distribuita. La maggior parte
del denaro, infatti, era rimasta bloccata nelle casse della Banca
nazionale indiana, in attesa che le competenti autorità si
pronunciassero sulla legittimità delle richieste di risarcimento
pervenute e sulle modalità di distribuzione del denaro. Solo ora, con la
pronuncia della Suprema Corte, il denaro potrà finalmente essere
distribuito fra le vittime.
2005
22 marzo - Le donne di Bhopal in testa alla manifestazione
organizzata da Greenpeace nella Giornata mondiale dell'acqua, a Nuova
Delhi. Per questa occasione Greenpeace India ha riunito le comunità
colpite da inquinamento di tutta l'India per rivendicare il diritto ad
un'acqua potabile pulita. Con in mano delle caraffe piene di
quell'acqua, i manifestanti hanno ribadito il mancato rispetto di questo
diritto fondamentale malgrado la Corte Suprema abbia ordinato di fornire
acqua da altre fonti.
27 aprile - Inaugurazione della nuova clinica di Sambhavna che
fornisce cure alternative per i sopravvissuti di Bhopal e rappresenta un
centro di aggregazione per tutti coloro che vogliono aiutare chi lotta
per la giustizia. Il centro è stato costruito con i contributi e il
sostegno di tantissime persone di tutto il mondo.
1 giugno - Il governo indiano inizia le operazioni di
contenimento dei rifiuti pericolosi sul sito sotto la pressione della
Corte Suprema e del blitz mediatico, avvenuto in occasione del 20°
anniversario del disastro di Bhopal.
9 giugno - Greenpeace e ICJB costruiscono una tenda fuori
l'impianto industriale della Union Carbide per mettere a disposizione
del pubblico i protocolli per il contenimento sicuro dei rifiuti
pericolosi. Lo scopo del "Safety Center" è quello di informare,
monitorare ed essere testimoni del processo di bonifica.
16 giugno - Greenpeace critica le operazioni di contenimento in
corso svolte dalle autorità per il rifiuto da parte delle stesse
autorità di consentire ai gruppi locali e a Greenpeace di partecipare e
monitorare le operazioni di contenimento.
23 giugno – 29 ottobre - La Corte Suprema di Madhya Pradesh ha
invitato Greenpeace in qualità di 'amicus curiae' (amico della corte) ad
"aiutarla a prendere le decisioni appropriate". Alla nostra prima
apparizione in Corte, l'8 agosto 2005, il giudice ha ordinato alle ONG
di presentare un piano congiunto per la bonifica del sito. E' stato
presentato un piano dettagliato con documenti di supporto che
descrivevano nel particolare le misure che era necessario adottare per
qualsiasi operazione di contenimento. Il 29 ottobre (nell'ultima
udienza), Greenpeace ha mostrato il modo scandaloso con cui i rifiuti
tossici continuano a rimanere sul terreno della fabbrica, in un
capannone apparentemente "sicuro". Il giudice ha quindi ordinato di
mettere immediatamente in sicurezza il sito ed ha anche chiesto a
Greenpeace di fornire le specifiche per container approvati a livello
internazionale adatti a rifiuti chimici. Il giudice ha inoltre disposto
che un team comprendente Greenpeace, due consulenti legali per le ONG e
l'attivista di Bhopal, Satinath Sarangi, accompagnasse le autorità
statali nella visita alla fabbrica per accertarsi di come i rifiuti
venivano conservati. La prossima udienza in tribunale si terrà l'8
dicembre 2005, durante la quale, il magistrato avrà modo di esaminare
più a fondo, tra le altre cose, la proposta fatta da Greenpeace e da
altre ONG locali di un contenimento più appropriato.
Settembre - Il progetto sull'energia solare che Greenpeace ha
lanciato lo scorso anno per dare un reddito alle persone rimaste orfane
in seguito al disastro, nel giro di un anno il team coordinatore del
progetto è riuscito a pareggiare il bilancio! Anzi, stanno addirittura
espandendo la loro attività. Segui il link qui sotto per leggere come
questa iniziativa ha fatto la differenza nelle vite di quattro giovani
che lottavano per guadagnarsi da vivere.
9 ottobre - Nella vertenza giudiziaria relativa alle vittime di
Bhopal presentata a New York, il giudice Keenan ha parzialmente respinto
il caso Bhopal, in relazione alla contaminazione del sito e la relativa
causa per danni. L'avvocato dei cittadini di Bhopal ricorrerà nuovamente
in appello, ma questo non farà altro che ritardare ulteriormente il
percorso verso la giustizia.