Nicolae Andruţă Ceauşescu nacque a Scorniceşti, Romania, 26 gennaio 1918 trasferitosi a Bucarest all' età di 11 anni, entrò nell'illegale partito comunista rumeno nel 1932 e fu arrestato nel 1933, a 15 anni, durante uno sciopero, con l'accusa di essere un agitatore. Fu arrestato ancora nel 1934 prima per aver raccolto firme per una petizione di protesta contro un processo ai lavoratori della ferrovie, e altre due volte per altre attività simili. Si diede quindi alla clandestinità, ma fu catturato e imprigionato nel 1936 con una condanna a due anni di carcere nella prigione di Doftana. Nel 1939, mentre era fuori di prigione, incontrò Elena Petrescu che sposerà nel 1946 e che avrebbe svolto un ruolo sempre più importante nella sua vita politica nel corso dei decenni. Venne arrestato e imprigionato nuovamente nel 1940. Nel 1943 fu trasferito nel campo di concentramento di Târgu Jiu, dove divise la cella con Gheorghe Gheorghiu-Dej, divenendone il protetto. Dopo la seconda guerra mondiale, quando la Romania cadde sotto l'influenza sovietica, servì come segretario dell'Unione della Gioventù Comunista (1944-1945).
 


Copertina del Time del 16 Marzo del 1966 raffigurante Ceausescu da poco capo del Partito Comunista Romeno.


Dopo che i comunisti presero il potere in Romania nel 1947, fu a capo del ministero dell'agricoltura, quindi servì come vice ministro delle forze armate sotto il regime stalinista di Gheorghiu-Dej. Nel 1952 Gheorghiu-Dej lo portò nel Comitato Centrale, mesi dopo che la "fazione moscovita" del partito, guidata da Ana Pauker, era stata epurata. Nel 1954 divenne membro a pieno titolo del Politburo e alla fine si trovò ad occupare la seconda carica più importante all'interno della gerarchia del partito.
Tre giorni dopo la morte di Gheorghiu-Dej nel marzo 1965, Ceauşescu divenne primo segretario del partito rumeno dei lavoratori. Uno dei primi atti fu quello di ribattezzare il partito Partito Comunista Rumeno e di dichiarare che il paese ora era la Repubblica Socialista della Romania. Nel 1967 venne nominato Presidente del Consiglio di Stato e divenne subito una figura popolare, grazie alla sua politica indipendente, che sfidava la supremazia dell'Unione Sovietica in Romania. Dal 1966 non partecipò più attivamente al Patto di Varsavia ,sebbene formalmente la Romania ne rimanesse membro, e condannò l'invasione della Cecoslovacchia del 1968 da parte delle forze del Patto.

Nel 1974 Ceauşescu divenne presidente della Romania e seguì una politica indipendente nelle relazioni estere: la Romania fu il primo dei paesi del Blocco Orientale ad avere relazioni con la Comunità Europea,  nel 1974 fu sottoscritto un patto che includeva la Romania nel Sistema Generalizzato di Preferenze della Comunità e nel 1980 fu stipulato un accordo sui prodotti industriali. Tuttavia la sua politica interna divenne sempre più autoritaria e Ceausescu, cominciò  a far praticare nel paese un culto della propria personalità

Ceauşescu nel 1971 fece una visita ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese e nella Corea del Nord, fu influenzato dalla filosofia del presidente coreano Kim Il Sung i cui libri coreani furono tradotti in Romania e distribuiti in tutto il paese.

A partire dal 1972, Ceauşescu istituì un programma di sistematizzazione della Romania. Presentato come un modo per costruire una "Società socialista sviluppata multilateralmente," il programma di ristrutturazione e costruzione, cominciò nelle campagne, e culminò con un completo rimodellamento della capitale del paese.
 


Manifesto romeno che invita i giovani ragazzi a reclutarsi nell'esercito della Repubblica Socialista Romena.

Nel 1978 Ion Mihai Pacepa, uno dei più vecchi membri del controspionaggio rumeno fuggì negli Stati Uniti. Il suo libro del 1986,Red Horizons: Chronicles of a Communist Spy Chief, rivelò i dettagli del  regime di Ceauşescu come la collaborazione con i terroristi arabi, il massiccio spionaggio  e i suoi elaborati sforzi per ottenere il supporto politico dell'ovest. Intanto la situazione economica si aggravava e il paese  risultava sempre più isolato

 

 

Ceausescu tentò diverse riorganizzazioni del controspionaggio nel tentativo di liberarsi dei vecchi collaboratori di Pacepa, ma questo si rivelò un insuccesso, mentre la sua politica economica e sociale non faceva altro peggiorare la già grave situazione.
Nel 1987 un tentativo di sciopero a Brasov fu soffocato nel sangue  dall'esercito, che occupò le fabbriche e represse le dimostrazioni dei lavoratori.

Nel 1989, Ceausescu si trovò più isolato anche nel mondo Comunista: propose ad agosto un vertice per discutere i problemi del Comunismo est-europeo e "difendere il socialismo" in questi paesi, ma la sua proposta fu rifiutata dagli stati del Patto di Varsavia e dalla Cina.

Dopo aver raccolto prestiti negli anni '70 per sollevare l'industria, Nicolae Ceausescu decise che questa non era una buona idea e decise di pagare i debiti della Romania. Dichiarò un referendum per cambiare la costituzione, aggiungendovi la clausola che alla Romania sarebbe stato vietato di contrarre nuovi debiti. In questo modo lo standard di vita decrebbe e il malcontento si diffuse ancor più . 


Il 17 dicembre 1989 le forze militari regolari e la Securitate spararono sui dimostranti nella città di Timişoara. Le dimostrazioni furono provocate dal tentativo  del governo di espellere padre László Tőkés, un  sacerdote ungherese che aveva accusato il regime. Un gran numero di persone lo circondò in segnale di appoggio  e molti studenti rumeni di passaggio decisero spontaneamente di unirsi nella manifestazione.

 La rivoluzione in Romania era ormai inevitabile. la corruzione, il dissesto economico, la povertà della popolazione, la sfiducia nell' ideologia comunista da parte di larghissime parti della popolazione Romena minavano le strutture sociali dello stato.


Un gruppo di generali  della Securitate lanciò poco tempo dopo un colpo di stato, mentre a Bucarest la folla, dopo aver ricevuto i colpi esplosi dai soldati, diede vita a una rivolta.

Il 22 dicembre l'esercito era senza una guida, infatti Ceausescu  era scomparso,   e il ministro della difesa Vasile Milea era morto. Confusi, gli ufficiali dell'esercito decisero di evitare conflitti dichiarando che avrebbero fraternizzato coi dimostranti .
Scontri violenti avvennero all'Aeroporto internazionale Henri Coanda di Bucarest-Otopeni, tra truppe spedite uno contro l'altra con il pretesto  di affrontare dei terroristi.

Nello stesso giorno Ceauşescu e sua moglie Elena  abbandonarono il palazzo presidenziale in elicottero - un aiutante tenne una pistola puntata alla testa del pilota. Il pilota atterrò nei pressi di una fattoria, dopo aver sostenuto che l'elicottero era stato preso di mira da un radar della contraerea. La coppia presidenziale continuò a fuggire attraverso la campagna . La fuga comprese episodi grotteschi: un inseguimento in macchina per sfuggire a dei cittadini che tentarono di arrestarli, l'abbandono dei loro aiutanti, un breve soggiorno in una scuola. La polizia alla fineli catturò e li consegnò all'esercito. I due furono condannati a morte il 25 dicembre, da un tribunale  militare, con una serie di accuse che comprendevano anche il genocidio, e la sentenza venne eseguita da un plotone d'esecuzione a Târgovişte.