Nonostante alcune tracce facciano pensare che gli indiani della Patagonia avessero precedentemente raggiunto le Falkland a bordo di rudimentali canoe, le isole erano completamente disabitate quando gli europei iniziarono a perlustrare l'Atlantico meridionale nel XVII secolo. Il primo sbarco documentato fu quello di una spedizione britannica nel 1690; con essa la corona britannica si appropriò delle isole, battezzando lo stretto di mare tra le due isole maggiori con il nome di un ufficiale della marina britannica: il visconte Falkland. In seguito il nome venne esteso all'intero arcipelago.
Port Louis |
Il primo insediamento europeo sulle isole risale tuttavia al 1764, quando una guarnigione francese venne dislocata a Port Louis, su Falkland Orientale. Una piccola comunità di pescatori di St Malo prestò il proprio nome alle isole, che da allora vennero chiamate Îles Malouines, da cui deriva lo spagnolo Islas Malvinas. Quando gli spagnoli seppero dell'insediamento, insistettero affinché il governo francese rimuovesse la guarnigione in virtù del Trattato pontificio di Tordesillas, con il quale il Nuovo Mondo era stato suddiviso tra Spagna e Portogallo. I francesi si ritirarono e nel 1767 gli spagnoli cacciarono anche l'insediamento britannico di Port Egmont, su Falkland Occidentale. (Sotto la minaccia della guerra, la Spagna ripristinò l'insediamento l'anno seguente; i britannici desistettero spontaneamente nel 1774, ma continuarono a rivendicare i propri diritti territoriali.) Gli spagnoli eressero quindi una colonia penale a Port Louis, ma solo per abbandonarla all'inizio del XVIII secolo, quando la città si riempì di balenieri poco ortodossi.
Louis Vernet |
Intorno al 1830, una decina d'anni dopo che Buenos Aires aveva proclamato la
propria indipendenza dalla Spagna, Louis Vernet, un imprenditore di Buenos Aires
appoggiato dal governo, si trasferì nelle Falkland assumendo il ruolo di
governatore. Quando nel 1831 Vernet fece sequestrare tre navi baleniere
americane, Port Louis fu distrutta per vendetta da un'ufficiale della marina
statunitense dalla testa calda. Vernet fuggì allora a Buenos Aires, lasciando a
Port Louis una simbolica rappresentanza militare argentina, che nel 1833 venne
espulsa dai britannici ritornati sull'isola.
Sotto i britannici le Falkland rimasero isolate fino alla seconda metà del XIX
secolo, quando il bestiame allevato sulle isole fu rimpiazzato dalle pecore e la
lana divenne un importante bene d'esportazione. La Falkland Islands Company, una
società inglese, si appropriò di quasi tutte le terre migliori; tutto il
rimanente terreno da pascolo venne occupato da pastori immigrati nelle isole
entro la fine degli anni Settanta. Generazione dopo generazione, sempre più
proprietari terrieri tornarono in Gran Bretagna per gestire la propria attività
a distanza. Nel 1892 il Regno Unito conferì alle isole lo status di possedimento
coloniale.
Negli anni Settanta del '900 il governo locale ha iniziato a incoraggiare la
suddivisione e la vendita di grandi proprietà terriere per rallentare
l'emigrazione e quasi tutti i lotti sono stati immediatamente acquistati dalle
famiglie di agricoltori locali. Altri cambiamenti significativi sono stati
apportati dallo sviluppo della pesca d'altura nell'Atlantico meridionale e dalla
guerra delle Falkland.
Dal ritiro delle truppe argentine da Port Louis nel 1833, l'Argentina non ha mai
smesso di rivendicare le Falkland. Benché abbia tardato a riconoscere
pubblicamente la pericolosità dell'Argentina, alla fine degli anni Sessanta la
Gran Bretagna ha iniziato a vedere le lontane isole come un pesante anacronismo
politico di cui era necessario liberarsi al più presto. L'alleanza stretta dalla
madrepatria con il governo militare argentino - cui veniva data voce in capitolo
nelle questioni riguardanti i trasporti marittimi, l'approvvigionamento di
carburante, il commercio e l'immigrazione nelle Falkland - iniziò a preoccupare
gli isolani favorevoli ai britannici. L'efferato regime militare instaurato in
Argentina nel 1976 fece ben poco per attenuare le loro preoccupazioni.
Galtieri |
Stanca di aspettare una restituzione ufficiale delle isole da parte della Gran
Bretagna, nell'aprile del 1982 l'Argentina invase le Falkland e stabilì degli
avamposti militari in Georgia del Sud e nelle Sandwich del Sud. La conquista
delle Falkland restituì per un attimo agli argentini la fiducia nel proprio
governo, ma ben presto la Gran Bretagna inviò una flotta navale nell'Atlantico
per riprendersi le isole. Dopo 72 giorni di combattimenti e quasi 1000 vittime
(tre quarti delle quali argentine), la guerra finì con la capitolazione
dell'Argentina e le dimissioni del suo presidente. Da quel momento la maggior
parte degli abitanti delle Falkland non volle più avere nulla a che fare con
l'Argentina, preferendo invece rafforzare i propri rapporti con la Gran Bretagna
e con il Cile. Tuttavia il governo di Buenos Aires, nel gennaio 2002, ha ancora
reclamato le isole rivendicando i suoi «imprescindibili diritti di sovranità»
dopo 170 anni di dominio inglese, nonostante nel 1995 abbia stipulato un accordo
con la Gran Bretagna. La sovranità territoriale e «la volontà di continuare a
protestare davanti alla comunità mondiale per recuperare le isole e avanzare nel
processo di decolonizzazione» spiegano solo in parte il protrarsi della disputa.
Alcune compagnie petrolifere inglesi hanno stimato che, nei prossimi decenni,
quest'area potrebbe diventare una tra le più grandi produttrici di petrolio nel
mondo, con oltre il 50% di produzione in più (cinquecentomila barili al giorno)
rispetto al Mare del Nord.
Inoltre, le isole godono di un eccezionale patrimonio ittico e i kelpers (gli
abitanti delle isole) hanno venduto licenze di pesca a molti paesi del mondo.
Nel luglio 2002 il generale Leopoldo Galtieri, al potere dal 1976 al 1983, è
stato arrestato per aver violato i diritti umani durante la dittatura militare.
Sua è stata la responsabilità della disastrosa guerra per riconquistare le
Falkland.