Popoli precolombiani
Pedro Alvares Cabral |
Prima dell'arrivo degli europei, le popolazioni erano alquanto primitive,
vivevano raggruppate in villaggi e tribù localizzate sia lungo la costa che
nell'interno.
Il Brasile fu scoperto dal navigatore Pedro Alvares Cabral nell'aprile del 1500,
quando approdò a Pôrto Seguro, a sud dell'attuale Salvador (Bahia), la denominò
come Isola di Vera Cruz.
Scoperta e colonizzazione
I portoghesi trovarono un popolo senza alcuna organizzazione militare che
poterono assoggettare facilmente. Il loro interesse non era però legato alla
costituzione di un impero coloniale, ma doveva servire come base per il loro
commercio con le Indie, per cui l'interesse iniziale fu veramente scarso. I
primi a comprendere l'importanza dei territori brasiliani, furono francesi e
spagnoli, che fecero numerosi tentativi di occupazione.
In base al Trattato di Tordesillas (7 giugno 1494), precisato da quello
successivo di Saragozza (1529), il nuovo territorio fu ufficialmente incluso
nella zona d'espansione territoriale del Portogallo.
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Capitanie e linea di demarcazione del trattato di Tordesillas |
Giovanni III |
Nel 1533 re Giovanni III adottò la prima struttura politica ed amministrativa
per il Brasile basata sulle Capitanias: queste erano concessioni terriere di
tipo feudale date dal sovrano ad un nobile, al quale venivano assegnati pieni
poteri sulla terra, con l'obbligo di pagare un tributo al sovrano. Il sistema
aveva però il difetto di creare comunità separate, prive di interessi comuni,
che noceva al commercio e alla difesa del paese dagli interessi stranieri.
Governatorato portoghese
Giovanni III fu così costretto nel 1549 a costituire un potere centrale, nominò un governatore generale e stabilì la capitale della colonia a Bahia. I governatori si dimostrano degni del loro compito, specialmente nel respingere i tentativi di infiltrazione dei francesi. Nel 1567 fu fondata la città di Rio de Janeiro.
Passaggio alla Spagna
Giovanni Maurizio di Nassau |
Nel 1580 il Brasile finì, insieme con il Portogallo, sotto il
dominio spagnolo
fino al 1640; durante questo periodo dovette difendersi con le proprie forze
dalle nuova insidie portate da inglesi, francese e olandesi. Particolarmente
dura fu la lotta con gli olandesi, che riuscirono a creare un dominio vasto ed
organico, con una efficiente organizzazione politica e militare. Contro l'invasione olandese, i coloni di origine portoghese si armarono, questo
indusse il governo olandese, a mandare im Brasile il principe Giovanni Maurizio
di Nassau (1637), nel tentativo di rendere possibile la coabitazione tra
olandesi, portoghesi e indigeni. Giovanni fece bene il suo lavoro, ma quando il
Portogallo riacquistò la sua indipendenza, e quindi la supremazia sul Brasile,
venne accusato di accordi con i portoghesi per staccare la Nuova Olanda dalla
madrepatria, fu costretto a dimettersi.
Il dominio spagnolo, non fu comunque del tutto inutile, in quanto portò ad una
coscienza nazionale ed all'apertura di nuovi orizzonti. Da una parte i Gesuiti
erano penetrati all'interno per convertire gli indigeni, dall'altra gli abitanti
della zona di San Paolo si diedero alla ricerca di nuove terre e di mano d'opera
per le loro piantagioni.
Ritorno al Portogallo
Maria I |
Un conflitto tra le due correnti fu inevitabile quando i
paulisti (residenti di
São Paulo) arrivarono ai
confini dell'attuale repubblica del Paraguay, dove i Gesuiti avevano fondato
colonie autonome di Indios, per sottrarli alla schiavitù. I tentativi paulisti
di asservirli fallirono e quindi si rivolsero verso il bacino del Paraná, che
colonizzarono nella prima metà del XVI secolo. Nel periodo di regno di Giuseppe I (1750-1777), il governo fu nella mani del
Marchese di Pombal, che introdusse riforme che riguardavano il Brasile. Diminuì
i donatori locali, creò due corti di giustizia, porto la capitale a Rio de
Janeiro (1763).
Sul piano sociale abolì nel 1758 la schiavitù degli indios, ma il decreto venne
poi annullato. I vantaggi delle riforme di Pombal, vennero annullati dopo la sua morte dalla politica dura e reazionaria
della nuova regina Maria I, che sollevò le ostilità dei coloni. Nel 1789 un
gruppo di patrioti di Minas Gerais provocò una rivolta per creare una repubblica
democratica ed indipendente, ma fu duramente repressa.
Napoleone Bonaparte |
Riparo dei reali portoghesi in Brasile
Nel 1807, quando Napoleone si accinse a conquistare il Portogallo, i regnanti si rifugiarono in Brasile, a Rio de Janeiro. Qui il reggente Giovanni svincolò le industrie dai limiti e dai controlli di cui erano gravati ed aprì i porti al traffico con l'estero, facendo rifiorire il Brasile e calmando gli interessi indipendentisti. Nel 1816 conquistò anche l'attuale Uruguay, che divenne una provincia brasiliana.
Indipendenza
Caduto Napoleone, Giovanni tornò in Portogallo, lasciando la reggenza del Brasile al figlio Don Pedro, a cui venne imposto di ripristinare gli ordinamenti della vecchia colonia. Il giovane principe si oppose, sostenuto dall'intera popolazione, e il 7 settembre 1822 proclamò l’indipendenza del Brasile. Fece redigere una costituzione in base alla quale l'imperatore aveva il potere di opporsi a qualsiasi legge votata dall'organico legislativo, di sciogliere le camere (una di nomina imperiale e una popolare) del parlamento in qualsiasi momento. I brasiliani si rivoltarono il 7 aprile 1831 e costrinsero Pedro I ad abdicare in favore del figlio Don Pedro de Alcantara (Pedro II), che allora aveva solo 5 anni e che quindi fu affiancato ad un consiglio di reggenza.
Pedro I |
Il periodo della reggenza fu caratterizzato da rivolte interne che furono sedate concedendo poteri delegati alle singole province. Nel 1840 Don Pedro fu dichiarato maggiorenne con due anni di anticipo ed eletto imperatore col nome di Pedro II; egli fu sovrano colto e abile politico, seppe imporre una politica di grande espansione economica favorevole all'aristocrazia terriera che, dopo il 1860, intraprese su larga scala la coltivazione del caffè. Curò molto la politica estera, cercando l'amicizia dei paesi esteri, ma non riuscì a guadagnarsi quella dell'Inghilterra, che giunse persino a bloccare i porti brasiliani (1860). Il Brasile entrò in conflitto con l'Argentina, per assicurare l'indipendenza all'Uruguay, indipendenza che venne riaffermata, con vantaggi territoriali per il Brasile.
Repubblica
Il contrasto tra il nord, retrogrado e sonnolento, e il sud, liberale e attivo, determinò forti problemi politici. Nel sud nacquero circoli politici liberali, che miravano ad ottenere nuove strutture statali, di cui Pedro II non comprese l'importanza e, dopo essersi inimicato esercito e clero, continuò ad appoggiarsi ai coltivatori del nord ed ai conservatori, finché nel 1871 la situazione precipitò. Il 15 novembre 1889 il capo dell'esercito impose all'imperatore di ritirarsi e, poiché egli non oppose resistenza, il Brasile si trasformò pacificamente in una repubblica. Con la nuova costituzione repubblicana fu creato uno stato laico e federale con istituzioni analoghe e quelle degli USA. Dal 1894 (elezione del presidente Barros) al 1930, dodici presidenti si succedettero nella più rigorosa legalità mentre il paese raggiungeva notevole prosperità economica soprattutto grazie all'esportazione del caffè e all'arrivo di immigranti europei sempre più numerosi (italiani, spagnoli, portoghesi).
Prima guerra mondiale
Getùlio Vargas |
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale il Brasile era
incontestabilmente la principale potenza dell'America latina, il governo
brasiliano decise di restare neutrale, cambiando posizione solo all'ingresso
nella guerra degli USA, schierandosi contro gli "Imperi centrali" (26 ottobre
1917) e dando un importante contributo alla vittoria delle forze alleate. Al
termine della guerra, segui un breve periodo di prosperità economica a cui ne
subentrò uno di crisi.
La chiusura dei mercati europei, il crollo del prezzo del caucciù e soprattutto
del caffè (1929), provocarono una profonda modifica nel sistema di governo e la
nascita delle prime forze comuniste. Questa situazione porto il Brasile quasi
alla rovina, finché, il capo dei liberali, Getúlio Vargas costituì un governo
provvisorio e dittatoriale: il suo scopo era colpire i signori delle province e
le loro clientele ed attuare una completa centralizzazione del potere stroncando
le tendenze autonomistiche locali.
Seconda guerra mondiale
Enrico Dutra |
L'inizio della seconda guerra mondiale vide il Brasile
combattere con gli alleati. A Vargas succedette il
generale Enrico Dutra, candidato del partito social-democratico. Nel 1946 fu
adottata una nuova costituzione democratica e federalista.
Tra il 1950 e il 1960 si affermò una fase di prosperità nell'ambito dei governi
democratici. Nel 1950 fu rieletto Vargas, al quale venne però imposto un
programma democratico, che, pur mantenendo gli impegni presi, diede alla sua
politica un carattere nazionalistico, che portarono ad una campagna
di protesta degli avversari politici, che culminarono con il suo suicidio nel
1954.
Gli succedette alla presidenza J. Cafè Filho e quindi Juscelino Kubitschek. Egli
dedicò ogni sforzo all'industrializzazione, fece costruire sull'altopiano di
Goias la città di Brasilia (che diviene capitale il 21 aprile 1960). A
Kibitschek succede Janio Quadros che adottò una politica interna austera, mentre
sul piano internazionale affermò l'indipendenza della politica estera
brasiliana. Il suo sistema di governo venne aspramente criticato, tanto da
costringerlo alle dimissioni dopo solo sette mesi, sostituito da Jao Goulart
nell'autunno del 1961, affiancato da un consiglio di ministri responsabile di
fronte al governo. Dal 3 gennaio 1963 Goulart riebbe i pieni poteri.
Governi militari
Castelo Branco |
Dopo un colpo di stato, il potere venne assunto dal generale Castelo Branco.
Nell'ottobre 1966 il Congresso Federale brasiliano elesse presidente della
repubblica il maresciallo Arthur Da Costa e Silva, che si insediò il 15 marzo
1967, rimanendo al potere fino al 1969.
Viene sostituito alla presidenza da Emilio Garrastazu Medici (1969-1974). Una
crisi petrolifera mondiale segna la fine, nel 1974, del boom economico
brasiliano; nel frattempo viene eletto presidente della repubblica Ernesto Geisel
(1974-1979).
Ritorno alla democrazia
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João Baptista Figueired |
José Sarney |
Nel 1979 alla presidenza arriva João Baptista Figueiredo (1979-1985). Con l’elezione di Tancredo Neves (1985), il governo tornò ai civili; il ritorno alla democrazia fu funestato dalla morte improvvisa del neoeletto presidente, al quale succedette il vicepresidente (1985-1989). Questi fece approvare un emendamento per l'elezione del presidente della repubblica a suffragio universale diretto (fino ad allora gli analfabeti erano esclusi dal voto). Il nuovo governo ha comunque cercato di fronteggiare la grave situazione socio-economica, deliberando il piano per la riforma agraria (ottobre 1985). Questa doveva, entro il 1989, portare alla distribuzione di 43 milioni di ettari di terreno appartenenti allo stato al fine di creare un vasto ceto di piccoli proprietari terrieri. La riforma ha però incontrato l'opposizione, anche armata, dei latifondisti. La nuova costituzione (1988), oltre alla riforma agraria, promette ingenti spese sociali; in questo anno fu assassinato Chico Mendes, capo del sindacato dei lavoratori della gomma.
Storia recente
Luiz Inácio da Silva e Itamar Franco |
Fernando Collor de Mello |
Fernando Collor de Mello (1989-1992) vince le prime elezioni completamente
democratiche. Il governo vara programmi economici per ridurre l’inflazione e la
povertà (1990).
Nel 1992 si svolge a Rio de Janeiro il summit mondiale ambientale, il presidente
Mello è costretto alle dimissioni in quanto accusato di corruzione, viene
sostituito ad interim dal vicepresidente Itamar Franco (1992-1994) (attuale
ambasciatore del Brasile in Italia, 2004).
Henrique Cardoso |
Luiz Inácio da Silva |
L'elezione a presidente di Fernando Henrique Cardoso (1995-2003) porta ad un
piano di stabilizzazione monetaria che ferma l'iperinflazione del 1994-1995; il
Congresso si oppone ad una modifica della Costituzione, ma approva la
privatizzazione dei monopoli chiave. Una nuova crisi economica impone la
svalutazione del real nel 1999.
Nel gennaio del 2003, viene eletto a presidente della Repubblica Luiz Inácio da
Silva, detto Lula.