L'Uruguay ha una popolazione di 3.440.205 abitanti (2004), concentrati soprattutto nella zona costiera, con una densità media di 20 unità per km². Soltanto l’8% (2002) della popolazione risiede nelle zone rurali interne.
La maggior parte degli uruguayani è di origine europea, e molti di loro sono stranieri di nascita, provenienti principalmente da Italia e Spagna, ma anche da Brasile, Argentina e Francia. Le genti di provenienza etnica mista non rappresentano oggi neppure il 10% della popolazione, mentre l'elemento indio è praticamente estinto. A differenza degli altri paesi dell'America latina, dove sono molto diffusi meticci, mulatti, neri e indios, l'Uruguay è un paese quasi totalmente popolato da bianchi.
La lingua ufficiale del paese è lo spagnolo. Circa il 65% della popolazione professa la religione cattolica; vi sono inoltre minoranze di ebrei e protestanti.
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L'Uruguay registra un tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta tra i più alti dell'America latina: il 98,1% (2004). L'istruzione è obbligatoria per le scuole elementari ed è impartita gratuitamente a ogni livello, compreso quello universitario. L'università più importante del paese è situata a Montevideo, ove peraltro si trovano le principali istituzioni culturali del paese, fra cui si segnalano la Biblioteca nazionale, il Museo storico nazionale e l'annessa Biblioteca, e il Museo di storia naturale. A partire dal XIX secolo il paese ha completamente assorbito la tradizione culturale europea (soprattutto di origine spagnola e italiana) che ha sostituito totalmente quella autoctona. In ambito musicale e folclorico la tradizione dei gauchos, parimenti a ciò che è avvenuto in Argentina, ha assunto un ruolo di primo piano. |
Montevideo |
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Per quanto riguarda la letteratura, si segnala il poema epico Tabaré, scritto, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, da J. Zorrilla de San Martín e considerato, nel continente, uno degli esempi più genuini di questo genere. La narrativa del Novecento, sull'onda della grande fioritura in tutta l'America latina, vanta nomi come Juan Carlos Onetti, Eduardo Galeano, M. Benedetti.
L'Uruguay è diviso in 19 dipartimenti amministrativi, ognuno dei quali è governato da un responsabile designato dal governo centrale.
Oltre alla capitale Montevideo, principale porto e centro economico del paese, i centri urbani di maggior rilievo sono Salto, importante per il commercio, il traffico fluviale e l'industria di salatura e confezionamento delle carni, e Paysandú, porto fluviale e centro industriale specializzato nella produzione della carne.
L'agricoltura, in particolar modo il settore zootecnico, è fondamentale per l'economia uruguayana, ma anche l'industria sta conoscendo una fase di sviluppo. Anche se il governo gestisce ancora grandi imprese come le ferrovie, l'energia elettrica, il servizio telefonico, la compagnia aerea nazionale e la radiodiffusione ufficiale, gran parte dell'economia del paese è in mano a privati. Nel 2002 il PIL ammontava a 12.129 milioni di dollari USA, pari a 3.610 dollari USA pro capite.
La zootecnia, principale attività del settore, costituisce la base dell'economia uruguayana, contribuendo per circa il 40%, grazie soprattutto alla lana, alla carne e alle pelli, al volume complessivo delle esportazioni. Il clima temperato, con variazioni di temperatura non rilevanti da una zona all'altra e con una regolare distribuzione delle precipitazioni, rende possibile il pascolo del bestiame nel corso dell'intero anno; si allevano soprattutto ovini e bovini, ma anche suini, equini, caprini e animali da cortile. Il terreno, fatta eccezione per il suolo sabbioso e paludoso della costa orientale, è generalmente molto fertile; tuttavia, essendo quasi tutto adibito a pascolo, soltanto il 7,7% viene coltivato, anche se, grazie ai lavori di drenaggio effettuati nella zona paludosa, la percentuale si sta incrementando. |
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Bestiame al pascolo |
Le colture più importanti sono canna e barbabietola da zucchero, frumento, riso, orzo, vite, agrumi, patate, lino, girasole e mais.Alla fine degli anni Novanta circa il 75% del legname tagliato veniva utilizzato come combustibile. Negli ultimi decenni si è notevolmente sviluppata l'industria della pesca. Il settore primario nel suo complesso contribuisce per il 9,4% (2002) alla formazione del PIL annuo, occupando il 4% della forza lavoro. |
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Uva |
Cotone |
Le risorse minerarie sono piuttosto scarse e il loro sfruttamento ha una rilevanza piuttosto modesta sull'economia del paese; si estraggono soprattutto sabbia, argilla, gesso, talco e graniti.
Per quanto riguarda il settore industriale, il governo ha incoraggiato lo sviluppo delle attività in grado di produrre beni destinati all'esportazione. Importanti sono soprattutto la lavorazione della lana, del cotone e del rayon, nonché la trasformazione dei prodotti alimentari, in particolare delle carni, e la raffinazione del petrolio. Di un certo rilievo è infine la produzione di cemento, acciaio, alluminio e carta. Il comparto industriale produce il 26,7% (2002) del PIL annuo, impiegando il 24% della forza lavoro.Il fabbisogno energetico nazionale è soddisfatto per la quasi totalità (99,07% ) da centrali idroelettriche. Il potenziale installato, pari a 2.065.000 kW, fornisce energia elettrica per 8 miliardi di kWh (2001).
Il turismo, specialmente quello argentino, costituisce un'importante fonte per l'ingresso di valuta straniera: nel 2002 gli arrivi nel paese furono 1,26 milioni. Il commercio estero riveste un ruolo di primo piano nell'economia uruguayana; nel 2002 il valore totale delle esportazioni fu di 1.861 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 1.964 milioni di $ USA. Vengono esportati principalmente tessuti, carne, pesce, riso e pellame, mentre le importazioni riguardano soprattutto materie prime per l'industria, combustibili e lubrificanti, generi alimentari, prodotti chimici e farmaceutici, materiali da costruzione, prodotti plastici e resine sintetiche, macchinari e veicoli a motore. I maggiori partner commerciali sono Brasile, Argentina e Stati Uniti, seguiti da Giappone, Messico e Germania.
L'unità monetaria è il peso uruguayano, diviso in 100 centésimos ed emesso dalla Banca centrale d'Uruguay, che controlla il sistema bancario privato.
Circa il 90% del sistema ferroviario, che si estende per 3.003 km (1997), era proprietà della Gran Bretagna fino al 1947, anno in cui venne acquistato dal governo uruguayano. Su un totale di 8.983 km di strade, il 90% risulta asfaltato. Molte linee aeree straniere servono l'Uruguay, mentre i collegamenti interni sono garantiti da una compagnia governativa. L'Uruguay può inoltre contare sulla navigabilità dei suoi numerosi corsi d'acqua, per un totale di 1.600 km.
In base alla Costituzione del 1966, l'Uruguay ha una forma di governo repubblicana, con un presidente eletto a suffragio diretto ogni cinque anni e un'Assemblea generale, composta da una Camera dei deputati (99 membri) e da un Senato (31 membri), anch'essa rinnovata ogni cinque anni.
Nel 1977 il potere giudiziario venne posto sotto il diretto controllo del governo centrale. La corte di grado più elevato è la Corte di giustizia, composta da cinque membri nominati dall'esecutivo ogni cinque anni; il sistema si compone inoltre di corti amministrative, civili, penali e dipartimentali.
Il paese ha una lunga tradizione bipartitica; la scena politica è stata infatti dominata storicamente da due uniche forze: il Partito Colorado, di tendenza liberal-progressista, e il Partito nazionale (Blanco), cattolico e conservatore. Il Partito comunista è divenuto legale nel 1985. Dalla fine degli anni Ottanta è in crescita la coalizione di sinistra chiamata Convergenza progressista, che nelle elezioni del 1994 ha conquistato un numero di seggi identico a quello dei due partiti storici