Durante il primo conflitto mondiale il Cile rimase neutrale; tuttavia il paese, nei primi decenni del secolo, fu lacerato da violenti scontri politici tra liberali e conservatori, seguiti da colpi di stato attuati dai militari che portarono a modifiche costituzionali. Le presidenze del liberale Arturo Alessandri Palma (1920-1924 e 1932-1938) furono caratterizzate da azioni riformatrici fortemente contrastate dalla destra.
Nel 1938 le elezioni furono vinte da una coalizione del Fronte popolare (comunisti, socialisti, radicali) e fu eletto presidente Pedro Aguirre Cerda, membro del partito radicale. A causa del terremoto che devastò il paese nel 1939, l'ambizioso programma di riforme di Cerda non trovò attuazione e, nel 1942, un altro membro del partito radicale, Juan Antonio Ríos, ottenne la carica presidenziale. Il nuovo presidente portò il paese su posizioni filoalleate e dichiarò guerra alle potenze dell'Asse nel 1944.