El Niño è un fenomeno abbastanza misterioso per gli scienziati, così chiamato perché si verifica ogni due-sette anni, in genere nel periodo natalizio (da qui il nome che in spagnolo significa “il bambino” o “Gesù bambino”, e che gli venne dato nell’Ottocento da un pescatore peruviano). Esso consta di un massiccio spostamento di aria calda nel Pacifico in direzione ovest-est. Influendo sul regime dei venti, el niño provoca anomalie climatiche che possono essere disastrose: per esempio , piogge torrenziali lungo le coste del Perù e del Cile, siccità nell’Asia sudorientale. E, sempre nel Pacifico, aumento della temperatura del mare e conseguente riduzione della fauna marina in regioni particolarmente pescose.
Nel 1997 El Niño si è presentato con grande anticipo, e ha fatto molto parlare di sé, anche perché i suoi effetti sono andati ben oltre le regioni solitamente interessate. Inoltre, per le prime volta, gli studiosi hanno creduto di notare un’azione comune tra questo fenomeno e l’effetto serra. Si è anche attribuita al Niño una parte di responsabilità in molti eventi catastrofici verificatisi nell’anno. Per esempio nella siccità e nei gravi incendi che hanno devastato la foresta indonesiana; ma anche nella straordinaria ondata di maltempo che tra la fine dell’anno e il successivo gennaio 1998 si è abbattuta sul Canada, provocando gravi danni e la paralisi di grandi città come Montreal. Ancora, si è pensato che fosse l’opera del Niño, oltre che dell’effetto serra, il record raggiunto nella temperatura media globale (16,92°C) dal 1997: l’anno più caldo del secolo secondo alcuni istituti meteorologici (altri hanno invece ritenuto che il record spettasse all’anno precedente). Spingendosi fino nell’Atlantico del Nord, gli effetti del niño avrebbero persino perturbato la Corrente del Golfo. Ma a minacciare la stabilità di quest’ultima sarebbe soprattutto lo scioglimento accelerato dei ghiacci, provocato dal surriscaldamento del pianeta. E senza la Corrente del Golfo, le cui acque riscaldano le coste nordeuropee, l’Europa finirebbe per avere lo stesso clima rigido che ha oggi il Quèbec (Montreal, dove nel dicembre 1997 si è registrata una temperatura di -32°C, si trova pressappoco alla stessa latitudine di Milano).