In Antartide non c’era solo il problema di giungere al Polo, ma anche quello di esplorare una grande superficie terrestre, di fissarvi le basi per le ricerche scientifiche e costruirne la cartografia. Ciò spiega come le spedizioni esplorative si siano succedute a ritmo serrato ed abbiano ben presto assunto il carattere, che conservano tuttora, di intensa attività scientifica. Inoltre l’Antartide vanta una gran quantità di giacimenti minerari di carbone, ferro, cobalto, oro, rame, cromo, petrolio, metano, sepolti sotto decine o centinaia di metri di ghiaccio. In questa prospettiva, già dal 1895 era stato raggiunto un accordo internazionale secondo il quale il continente antartico non sarebbe mai stato sottoposto ad occupazione coloniale, ma sarebbe stato suddiviso in settori riservati alle attività esplorative dei paesi interessati. Furono poi stipulati successivi accordi. Notevole importanza ha avuto la Conferenza internazionale sull’Antartide del 1959 (fra Argentina, Australia, Belgio, Cina, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Repubblica Sudafricana e URSS, con l’adesione di Polonia, Cecoslovacchia, Danimarca, Paesi Bassi e, solo il 12 Marzo del 1981, dell’Italia. La Conferenza si concluse con la stipulazione del Trattato Antartico che fu firmato a Washington il 1 dicembre 1959, dai 12 Paesi che avevano svolto ricerche scientifiche in Antartide nell’Anno Geofisico Internazionale 1957-1958, ed entrò in vigore il 23 giugno 1961.
Il Sistema del Trattato Antartico comprende il Trattato in sé, nonché gli strumenti settoriali conclusi successivamente: la Convenzione per la Conservazione delle Foche Antartiche (CCAS), la Convenzione per la Conservazione delle Risorse Marine Viventi in Antartide (CCAMLR), il Protocollo per la Protezione Ambientale dell’Antartide. Attraverso il Trattato si “congela” la delicata questione delle pretese territoriali di alcuni Stati con l’istituzione, per 50 anni, di un sistema giuridico che “internazionalizza” il Continente.
Il Trattato Antartico si propone di favorire e promuovere la ricerca scientifica, anche attraverso la cooperazione internazionale e lo scambio di informazioni, di favorire tutti gli usi pacifici del Continente, tutelare la conservazione delle risorse naturali e il rispetto dell’ambiente.
Il Trattato non istituisce un’Organizzazione Internazionale, bensì una Conferenza degli Stati (ATCM), che ha dato vita ad un sistema di controlli reciproci sulle attività condotte in territorio antartico. Ne consegue che non sia istituito un vero e proprio ente avente il compito di promulgare sanzioni e quindi il Trattato non è definitivo né permanente e non prevede altre unioni future. Nel 2003 è stata concordata la creazione di un Segretariato Permanente dell'ATCM (con sede a Buenos Aires), con funzioni di coordinamento e supporto, che sarà guidato da un Executive Secretary. Per tale posizione è stato eletto in occasione dell'ATCM di Capetown del maggio 2004 l'olandese Jan Huber.
Si distinguono due categorie di Stati membri: le Parti Consultive e le Parti Contraenti. Sono Parti Consultive i paesi che mantengono basi permanenti sul continente antartico svolgendo attività di ricerca scientifica (attualmente 28 paesi, tra cui l’Italia). Sono Parti Contraenti, attualmente in numero di 17, i paesi che hanno aderito al Trattato, ma non dispongono di una base sul Continente, né hanno avviato ricerche in campo scientifico.
Le Parti Consultive del Trattato si riuniscono - in linea di massima annualmente (The Antartic Treaty Consultative Meetings - ATCM) - per esaminare lo stato di attuazione delle Convenzioni e dei Protocolli e per deliberare in merito gli ulteriori sviluppi del Sistema. E’ in fase avanzata il negoziato per la creazione di un Segretariato permanente in Argentina.
Le Nazioni Unite hanno, dapprima, disapprovato la regolamentazione dell’Antartide da parte di un ristretto gruppo di Nazioni, ma, in seguito all’adozione del Protocollo per la Protezione Ambientale (1991) ed a una, contemporanea, maggior apertura del ATS al resto della comunità internazionale, hanno mutato atteggiamento, riconoscendo la rispondenza del Trattato di Washington ai principi delle Nazioni Unite, concedendogli, quindi, una sorta di legittimazione.
Conseguenza positiva del trattato: è proclamata la libertà di ricerca scientifica sul territorio ed è prevista la cooperazione in essa anche nello scambio delle informazioni ottenute su territori che sono considerati patrimonio dell’umanità. Quindi (citando il Trattato): “Nessuno stato può arrogarsi il diritto di occupare il territorio che è patrimonio dell’umanità” nemmeno se ha delle stazioni di ricerca sul territorio.
Adesione | Ammissione come Parte consultiva |
|
Argentina | 1961 | 1961 |
Australia | 1961 | 1961 |
Austria | 1987 | - |
Belgio | 1960 | 1961 |
Brasile | 1975 | 1983 |
Bulgaria | 1978 | 1998 |
Canada | 1988 | - |
Cile | 1961 | 1961 |
Cina | 1983 | 1985 |
Colombia | 1989 | - |
Corea del Nord | 1986 | 1989 |
Corea del Sud | 1987 | - |
Cuba | 1984 | - |
Danimarca | 1965 | - |
Ecuador | 1987 | 1990 |
Finlandia | 1984 | 1989 |
Francia | 1960 | 1961 |
Germania | 1979 | 1981 |
Giappone | 1960 | 1961 |
Grecia | 1987 | - |
Guatemala | 1991 | - |
India | 1983 | 1983 |
Italia | 1981 | 1987 |
Norvegia | 1960 | 1961 |
Nuova Zelanda | 1960 | 1961 |
Paesi Bassi | 1967 | 1990 |
Papua Nuova Guinea | 1981 | - |
Peru' | 1981 | 1989 |
Polonia | 1961 | 1977 |
Regno Unito | 1960 | 1961 |
Repubblica Ceca | 1962 | - |
Repubblica Slovacca | 1962 | |
Romania | 1971 | - |
Russia | 1960 | 1961 |
Spagna | 1982 | 1988 |
Stati Uniti | 1960 | 1961 |
Sud Africa | 1960 | 1961 |
Svezia | 1984 | 1988 |
Svizzera | 1990 | - |
Turchia | 1996 | - |
Ucraina | 1992 | - |
Ungheria | 1984 | - |
Uruguay | 1980 | 1985 |