Nelle terre polari hanno sede molti laboratori di ricerca scientifica. Una delle materie di interesse per gli scienziati di tutto il mondo è lo studio del campo magnetico terrestre. Si tratta di una branca della fisica che abbraccia osservazioni note da tempo e scoperte molto recenti che non hanno trovato ancora completa verifica scientifica. Il fatto che i poli magnetici e i poli geografici non coincidano è noto da secoli. Già Cristoforo Colombo, nella sua rotta verso le Americhe, notò una certa discrepanza tra la direzione data dalla bussola (Polo Nord magnetico) e quella della Stella polare (Polo Nord geografico).

Oggi è stato appurato che il Polo Nord magnetico si sposta continuamente intorno al Polo Nord geografico, compiendo oscillazioni di decine di chilometri al giorno.

Una spiegazione esauriente del fenomeno non è stata ancora proposta; si ritiene che questo spostamento sia causato da processi ancora sconosciuti che avvengono nel nucleo terrestre.

Recenti studi dimostrano che oggi il campo magnetico terrestre si sta indebolendo sempre più: sembra probabile che si stia avvicinando un'inversione magnetica (il Polo Nord magnetico prenderebbe il posto del Polo Sud e viceversa, fatto che, secondo alcuni scienziati si sarebbe già verificato 5-10.000 anni fa).

Una tesi a sostegno dell'inversione magnetica fu proposta all'inizio del secolo, quando fu messa in rapporto con la struttura delle rocce laviche, che nello stesso posto presentano una magnetizzazione opposta. Se è impossibile dire con precisione quando questo fenomeno avverrà, ipotesi più probabili si possono formular sulle conseguenze dell'inversione.

L'inversione provocherebbe una minore difesa dalle radiazioni solari, con gravi danni al funzionamento dei satelliti in orbita intorno alla terra, che rallenterebbero il loro moto fino a precipitare. Le trasmissioni via radio sarebbero disturbate, così come la memoria dei microprocessori dei computer. Sull'uomo e sugli animali gli effetti sono più incerti. Per ora si sa che il campo magnetico è utile a molte specie d'uccelli, per esempio, ad orientarsi. Sull'uomo, presumibilmente, le modificazioni del campo magnetico non provocherebbero grandi variazioni (gli effetti dei campi magnetici artificiali, ad esempio quelli introdotti dagli elettrodomestici, sono molto più forti). La maggior esposizione alle radiazioni solari  potrebbe però essere responsabile di alcune mutazioni genetiche.

Quest'ultima osservazione ha portato alcuni scienziati a formulare l'ipotesi, tutt'altro che dimostrata, secondo la quale alla base dell'estinzione di molte specie di esseri viventi nel passato ci potrebbe essere proprio l'inversione del campo magnetico terrestre.

Da Focus, n.54, aprile 1997