La battaglia di Normandia è stata l'ultima grande operazione militare preordinata dal mondo occidentale. Tra il giugno e l'agosto del 1944, a seguito della più imponente invasione di mezzi anfibi della storia, eserciti composti da oltre un milione di uomini decisero il destino dell'Europa. Ora mi soffermerò sul giorno dello sbarco in Normandia, il D-Day, il "giorno più lungo" di tutta l'operazione.

    Tra gli alti comandi Alleati vi era molta incertezza su dove avrebbe dovuto aver luogo lo sbarco. Nell'agosto del 1943, alla
conferenza di Quebec, si decise per la Normandia, e il piano relativo venne approvato da Churchill, Roosevelt e dai capi di Stato Maggiore delle due potenze. Furono avviate azioni per convincere i Tedeschi che lo sbarco sarebbe avvenuto là dove essi lo aspettavano, nella zona di Calais. I bombardamenti si infittirono sulla città e sul territorio circostante. Si giunse al punto che, quando già la flotta di invasione navigava verso la Normandia, un'altra flotta "finta", scortata da aerei, si stava dirigendo verso Calais. L'inganno riuscì tanto bene che i Tedeschi continuarono a credere che lo sbarco in Normandia fosse soltanto una finta e che la vera invasione avrebbe avuto luogo a Calais, dove essi continuarono ostinatamente a mantenere il grosso delle forze. La preparazione allo sbarco fu curata fino alle minuzie. I bombardamenti quotidiani a tappeto sulle linee e sulle difese tedesche misero in crisi l'intero Vallo Atlantico. L'aviazione tedesca fu praticamente distrutta negli aeroporti.
    L'operazione di sbarco, denominata "Overlord", ebbe inizio nella mezzanotte del 5 giugno del 1944.
L'immensa flotta, la più grande mai riunita nella storia dell'umanità, navigò alla volta della Normandia. Su 2727 navi di ogni tipo erano caricati 2500 mezzi da sbarco: sotto la protezione di un gigantesco "ombrello aereo", con i capisaldi a oriente e a occidente già tenuti dai paracadutisti, alle 6 e 30 del mattino comincia a sbarcare il I Gruppo di armate del feldmaresciallo Montgomery.
    Al quartier generale di von Rundstedt, a Saint-Germain-en-Laye, regnava la confusione. Nessuno aveva idea di dove
fossero scesi i paracadutisti alleati. Alle 4 la situazione per i Tedeschi rimaneva oscura.
    Le prime azioni di sbarco sono coronate da successo. Alle 9 del mattino, il reggimento di testa e i suoi carri avevano già infranto la fascia esterna del Vallo Atlantico e a mezzogiorno le avanguardie della 4a divisione si trovavano in vista di Pouppeville e di Sainte-Marie per collegarsi con i paracadutisti del generale Taylor. Tutti gli obiettivi prestabiliti erano stati raggiunti dalla 1a divisione già alle 13 del pomeriggio e si aspettano notizie altrettanto buone dalle truppe che contemporaneamente sono sbarcate più a oriente, cioè ad Omaha. Ma qui le cose non vanno bene. Omaha era una spiaggia concava lunga sei chilometri e mezzo, con scogliere alte fino a trenta metri alle due estremità. In quel tratto una forte risacca rendeva difficili le operazioni di sbarco e inoltre il 5° Corpo d'armata del generale Gerow, destinato a conquistare quelle posizioni, non disponeva al momento di carri anfibi adatti. I Tedeschi avevano fortificato molto bene le difese naturali. I capisaldi erano munitissimi. Mitragliatrici, cannoni anticarro e artiglieria leggera battevano la spiaggia dagli scogli, su cui le fortificazioni erano state addirittura scavate in caverna. Contro queste formidabili difese si avventò la 1a divisione statunitense del generale Huebner, finendo subito per trovarsi in gravi difficoltà. Nonostante le alte perdite americane la situazione non si sbloccava. A
mezzogiorno le truppe da sbarco erano ancora ferme sulla spiaggia, sotto l'incessante fuoco nemico.
    Cominciò allora un bombardamento navale delle difese tedesche e anche gli aerei vennero in soccorso. A terra si combatteva ferocemente. Stava per verificarsi a Omaha un disastro americano. Al tramonto la penetrazione americana in questo settore non superava il chilometro e mezzo, benchè fosse stata aperta una via di uscita verso Vierville. I caduti erano più di tremila. Se i Tedeschi fossero stati in grado di sferrare un violento contrattacco, gli americani sarebbero stati rigettati in mare. Ma non lo fecero, non avendone ormai più i mezzi. Altrove le operazioni andavano più che bene e le armate alleate erano felicemente sbarcate.
     Sull'intero fronte la battaglia si placò col sopraggiungere del tramonto. Sia gli Alleati sia i Tedeschi erano troppo stanchi per continuare i combattimenti. Non tutti gli obiettivi fissati sulle varie spiagge erano stati raggiunti dagli Alleati nel "D Day"; anzi, quasi nessuno. Eppure "Overlord" era da considerarsi un grande successo: centinaia di migliaia di uomini, decine di migliaia di carri armati e di veicoli erano stati sbarcati. Da questo momento diventava impensabile rigettarli in mare anche per Hitler, che cominciò a comprendere che presto la Germania sarebbe inevitabilmente capitolata.

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