La popolazione degli Stati Uniti ha una composizione etnica estremamente diversificata e tutt'altro che stabilizzata. Così, ad esempio, se il totale della popolazione è cresciuto del 9,8% tra il 1980 e il 1990, pari cioè a un incremento medio di poco inferiore all'1%, la popolazione degli afroamericani è aumentata del 14,2%, dai 26,7 milioni del 1980 ai 30,5 milioni del 1990. Le persone di origine ispanica sono passate da 14,6 milioni a 22,4 milioni fra il 1980 e il 1990, con un incremento pari al 53%. La popolazione dei nativi americani, praticamente decimati nelle terre migliori e più appetite dagli europei, è oggi di appena 2.475.956 persone, compresi gli inuit (eschimesi) e gli aleuti, che corrisponde allo 0,9% della popolazione totale. Il censimento del 1990 dava pari a 7,5 milioni il numero degli abitanti provenienti dalle isole dell'Asia e del Pacifico.Sempre secondo il censimento del 1990, il gruppo maggiore (circa 58 milioni di americani) è di discendenza germanica, mentre 38,7 milioni hanno origini irlandesi e 32,7 milioni origini inglesi. Cospicuo è anche il numero degli abitanti di origine italiana e slava. La maggioranza bianca, durante gli anni Settanta-Novanta, si è ridotta percentualmente sia per l'immigrazione proveniente dall'Asia, dall'America latina e da altre aree, sia per i tassi di crescita più elevati fra la popolazione di colore. Nel 1990 i bianchi costituivano circa l'80% della popolazione statunitense, i neri il 12,3%, gli amerindi lo 0,8% e gli abitanti provenienti dalle isole dell'Asia e del Pacifico il 3%. La lingua ufficiale degli Stati Uniti è l'inglese, parlato dalla grande maggioranza della popolazione. Tuttavia, quasi 32 milioni di residenti parlano in famiglia una lingua diversa: circa il 54% di questi utilizza lo spagnolo, mentre altre lingue diffuse sono il cinese, il giapponese, il coreano, il vietnamita, l'arabo, l'italiano, il francese, il tedesco, il polacco, il greco, il portoghese e quelle parlate dai nativi americani.