Orso polare
Grande urside bianco del mar Glaciale Artico, presente in tutto il bacino
polare; in particolare, lungo le coste del Nord America (a sud fino alle baie di
Hudson e di James) della Groenlandia e della Russia. L'orso polare, classificato
Ursus maritimus, è strettamente imparentato con l'orso bruno, Ursus
arctos.
Se paragonato con le specie di orsi che vivono sulla terraferma, l'orso polare
ha una forma più allungata e idrodinamica, adatta alla vita acquatica; le
orecchie sono piccole e il muso è affusolato per favorire l'avanzamento in
acqua, che può raggiungere i 10 km/h di velocità. Il piede è plantigrado come
quello di tutti gli ursidi (cioè cammina poggiando a terra tutta la pianta del
piede) e dotato di artigli affilati e ricurvi utilizzati per far presa sul
ghiaccio e afferrare le prede. Lunghi peli fra i cuscinetti plantari proteggono
le estremità dal freddo, e uno spesso strato di grasso sottocutaneo fornisce un
ulteriore isolamento su tutto il corpo. Le zampe anteriori, molto larghe,
fungono da remi quando l'animale nuota. Il mantello bianco, rinnovato
annualmente nella stagione estiva, mimetizza l'orso polare tra i ghiacci del suo
habitat, avvantaggiandolo nella caccia. Alla fine della primavera, al termine di
un anno di esposizione al sole, il mantello appare generalmente un po'
ingiallito. I più grossi orsi selvatici mai pesati sono orsi polari di oltre 800
kg; il peso medio si aggira comunque intorno ai 250 kg per le femmine e ai 350
per i maschi. Quando nascono, i cuccioli sono molto piccoli e pesano circa 1 kg.
L'orso polare si nutre principalmente di foche degli anelli e occasionalmente di altri focidi,
trichechi e beluga, ma non
disdegna mitili e qualche vegetale. Per catturare le sue prede preferite aspetta
che esse salgano in superficie per respirare e le afferra non appena emergono
dall'acqua. L'orso mangia soltanto la pelle e il grasso delle foche che caccia;
il resto rimane a disposizione di altri animali, prima fra tutti la volpe
artica.
Durante la stagione riproduttiva (dalla fine di marzo fino a giugno) i maschi
combattono furiosamente per la femmina. Dopo l'accoppiamento, quest'ultima scava
una tana nella neve e passa in letargo i mesi più freddi. All'interno della tana
la temperatura può superare di una quarantina di gradi quella esterna. In
gennaio, nove mesi circa dopo l'accoppiamento, nascono generalmente due cuccioli
inermi, che richiedono molte cure parentali. Durante i primi 40 giorni i piccoli
hanno gli occhi chiusi e sono privi di pelo; vengono quindi tenuti al caldo
vicino al petto della madre, da cui succhiano il latte ogni poche ore. Trascorso
questo periodo, rimangono al seguito della madre per circa due anni e mezzo.
Con l'eccezione della stagione riproduttiva, i maschi sono solitari. Per
cacciare e per trovare una femmina con cui accoppiarsi si spostano su
interminabili distese di ghiaccio, percorrendo in un giorno anche parecchie
decine di chilometri. L'orso polare ha un forte senso dell'orientamento, un
ottimo olfatto ed è insolitamente intelligente nel risolvere i problemi relativi
alla conquista del cibo.
L'orso polare rappresenta per le popolazioni del Nord, come gli Inuit, un'importante fonte di cibo e di pelli. Oggetto di caccia sconsiderata in Canada, in Groenlandia, in Russia, in Norvegia e in Alaska fino agli anni Settanta, l'orso polare è oggi protetto da accordi internazionali che ne regolamentano la caccia. Lo svolgimento nel loro territorio di attività umane come la navigazione e le trivellazioni petrolifere è, comunque, una minaccia costante che rischia di alterare in modo irreversibile il loro habitat. Si stima che oggi la popolazione mondiale dell'orso polare si aggiri intorno ai 28.000 esemplari.
Classificazione scientifica:
L'orso polare viene classificato come Ursus maritimus nella famiglia
degli ursidi, ordine dei carnivori, classe mammiferi, phylum cordati.