Il
Narvalo, classificato Monodon monoceros
nella famiglia dei monodontidi, a cui appartene anche il beluga, vive nel Mar
Glaciale Artico.
Il narvalo presenta una colorazione biancastra costellata di macchie più scure
sul dorso e più chiare sul ventre. I piccoli nascono più scuri e si schiariscono
con l’età. La femmina arriva a misurare 4,2 m di lunghezza, il maschio circa
4,7. La dentatura comprende due soli denti sulla mascella, di cui quello
dell’arcata sinistra nel maschio è a crescita continua: orientato in avanti, si
sviluppa con un andamento a spirale sinistrorsa, assumendo a poco a poco la
forma di un unicorno, e raggiungendo la lunghezza
straordinaria
di circa 3 m. Il simmetrico dell’arcata
destra, come pure i due denti della femmina, crescono
soltanto per pochi centimetri nello spessore della mascella, senza emergere
dalla gengiva. Il narvalo è privo di pinna dorsale e non presenta il
caratteristico muso a becco comune a molti altri
odontoceti. E'
un animale gregario, che vive in piccoli gruppi di 2-12 individui ma che,
durante le migrazioni stagionali, forma branchi più popolosi. Da alcune
osservazioni è emersa una tendenza di questo animale a formare gruppi uniformi
per sesso e fascia d’età, che risulta più netta durante le migrazioni. Il
narvalo si nutre di pesci, crostacei e, in particolare, di molluschi cefalopodi,
che pesca anche in acque profonde.
Il sistema sociale e il comportamento riproduttivo del narvalo non sono
conosciuti, sebbene il dimorfismo sessuale (la presenza dell’unicorno nel
maschio e non nella femmina) suggerisca
che
i maschi si esibiscano e combattano per il diritto all’accoppiamento. In effetti
sono stati osservati alcuni maschi duellare servendosi delle zanne e ne sono
stati avvistati alcuni con i denti parzialmente rotti o con frammenti di zanne
conficcati nelle carni.
Il narvalo veniva tradizionalmente cacciato dagli
inuit e da alcune popolazioni
nordeuropee per la pelle, per la carne, per il grasso e, soprattutto, per la
lunga zanna; quest'ultima veniva utilizzata come ornamento, per farne lavori
d'intaglio in avorio e, più raramente, come ingrediente di medicamenti
tradizionali. Sebbene oggi il narvalo
non risulti in pericolo di estinzione, potrebbe essere danneggiato da
un’eccessiva pressione venatoria esercitata direttamente sulle sue popolazioni o
sulle sue prede abituali.