Tutte le tempeste tropicali hanno una caratteristica comune: dopo essersi formate si muovono seguendo percorsi che le portano in direzione del polo. In generale gli uragani dell'Atlantico all'inizio hanno solo una piccola componente diretta verso il polo, ma dopo qualche giorno di spostamento lungo un percorso approssimativamente est-ovest cominciano a piegare verso nord. Si può vedere che ogni tanto gli uragani possono deviare dai percorsi gradualmente incurvati, e talvolta subiscono rapidi cambiamenti di direzione, arrivando perfino a descrivere un occhiello intorno a una particolare area: quando ciò accade la durata della tempesta sopra quest'area può essere considerevolmente più lunga di quanto normalmente previsto. Gli uragani giovani nei tropici si muovono abbastanza lentamente raggiungendo una media di 20-25 Km/h. Quando le tempeste si rafforzano e la loro traiettoria comincia a curvarsi, le velocità aumentano. Talvolta gli uragani dell'Atlantico possono raggiungere velocità tra gli 80 e i 100 Km/h quando colpiscono la costa nord-orientale degli Stati Uniti. Molto spesso un vortice si dissolve prima che se ne sviluppi un secondo e di quando in quando se ne forma un secondo quando esiste ancora il primo. La presenza di tre vortici ben sviluppati nello stesso tempo è del tutto eccezionale. Quando gli uragani si spostano sopra grandi aree di terraferma, o sopra masse d'acqua più fredde, si indeboliscono rapidamente. I meteorologi chiamano questo processo riempimento dell'area di bassa pressione. Quando avviene il riempimento le velocità dei venti diminuiscono e la tempesta diventa il cosiddetto ciclone extratropicale, cioè un ciclone con caratteristiche comuni ai cicloni che si verificano fuori delle zone tropicali.

Il tracciato dell’uragano Mitch

Il tracciato dell’uragano Claudette che colpì le coste dell’America Centrale nel 2003

MOTO PROVOCATO

I venti fortissimi presenti in un uragano generano enormi onde che si propagano verso l'esterno in tutte le direzioni; tali onde possono arrivare anche a grandi distanze dal vortice sotto forma di onde lunghe. Nell'emisfero nord, il quadrante più pericoloso è quello destro dove i venti dovuti al moto rotatorio antiorario si sovrappongono al moto dell'uragano. Analogamente, le onde create nel quadrante posteriore destro sono le più violente create da un uragano e possono avere una velocità di propagazione di 1.500 Km al giorno. Quando gli uragani arrivano in vicinanze delle coste, l'azione prolungata dei venti può provocare un rapido aumento del livello del mare, fino ad anche 5o6 metri sopra la marea normale (Storm Surge); i valori massimi si hanno in corrispondenza del passaggio del minimo depressionario. Le onde, propagandosi sopra il nuovo livello della superficie marina, producono ulteriori innalzamenti del livello delle acque che possono arrivare fino a grandi distanze dalla costa.

 

Torna alla Home Page

Torna a Uragani