tre immagini del Popocatepetl

Il  maestoso cratere del Popocatepetl, Montagna Fumante in lingua nahuatl, misura 820x400 metri. Il vulcano è ancora attivo e quasi quotidianamente la sua fumarola si alza in cielo, l'ultima eruzione è avvenuta solo nel 2002. In seguito alla disastrosa eruzione del 1994,invece, le autorità messicane hanno deciso di chiudere l'accesso al vulcano negando così la possibilità di salirvici. Nel giugno 1997 le ceneri sono arrivate anche a Città del Messico.

In seguito ai provvedimenti non è dunque possibile avvicinarsi al cratere più di 12 km di raggio e la zona è costantemente presidiata da militari. Se ci fosse però possibile avvicinarci, vedremmo i ripidi fianchi ghiacciati della montagna e il suo immenso calderone ribollente.

Il nome Iztacihuatl, invece, significa Dama Bianca ed il vulcano si trova a pochi chilometri di distanza dall'altro, distanziati dal Passo di Cortes, che misura 3600metri. Come anche per tutti gli  altri fenomeni naturali suggestivi, l'uomo ha inventato una leggenda che unisce i due vulcani.

il vulcano ancora attivo Itzaccihuatl

Essa narra del guerriero Popo, che si innamorò della bella principessa azteca Itza e che per conquistarla sfidò il capo tribù nemico, anch'egli infatuato di Itza. Dopo aver sposato la principessa, Popo dovette andare a combattere una dura guerra, ma anche molto lunga, tanto che la principessa, credendolo morto,  si lasciò morire di dolore. Quando Popo ritornò e apprese della morte dell'amata, disperato la prese tra la braccia e ne pose il corpo senza vita sulla cima di una grande montagna, rimanendo in piedi al suo fianco, con una torcia accesa, come eterna sentinella. Infatti si può notare che l'Itzacihuatl ha una fisionomia che può ricordare la silhouette di una donna a addormentata. Così distinguiamo tre vette principali: La Cabeza (Testa), El Pecho(Petto) e Las Rodillas (Ginocchia).

 

 

I due vulcani fanno parte entrambi di un suggestivo parco nazionale che prende i loro nomi, coperto da foreste di pini (Pinus Montezumae).        Nella fascia inferiore, fra i 2500 e i 300metri di altezza, la foresta si presenta densa, con un sottobosco

un esemplare di Pinus Montezumae

rigoglioso, in particolare ricco di specie arbustive e di interessanti fioriture, interrotto qua e là da profondi canyon e torrentelli dalle sponde muschiose. Più in alto (fino ai 3800metri) troviamo una vegetazione meno fitta e un sottobosco composto prevalentemente da erbe cespugliose e lupini. Ad alta quota, poi, troviamo praterie che man mano che si sale lasciano posto a detriti vulcanici, rocce fino ad arrivare ai ghiacci e alle nevi perenni.

Durante il giorno è difficile incontrare animali, ma di notte e soprattutto ai piedi dell'Itza, coyote si aggirano in zona  e nelle foreste si trovano pochi esemplari di coguari e giaguari.