Con l'accrescere del malcontento nella Nuova Spagna, sia da parte degli indigeni, sia da parte dei meticci, iniziò, col crollo dei Borboni in Spagna a causa delle invasioni Napoleoniche (1808) in Spagna, che mise al governo al posto dei re spagnoli il fratello, Giuseppe Bonaparte, la lotta per l'indipendenza. Nella Nuova Spagna si andavano creando due

Josefa Ortiz de
 Dominguez

gruppi principali: i creoli, convinti che fosse opportuno obbedire al governo organizzato dagli spagnoli, pensando in tal modo di riuscire a opporsi a Napoleone. Altri, una minoranza, erano convinti che, per evitare di finire sotto il comando dei popoli invasori, fosse necessario che i novoispanici organizzassero un loro proprio governo, che amministrassero loro stessi i territori, nell'attesa del re a cui rimanevano fedeli, detronizzato da Napoleone. Furono inizialmente i primi a prevalere: obbedire al governo spagnolo sembrava, almeno inizialmente, la migliore soluzione.
Nel frattempo però, i creoli più "rivoluzionari" non dimenticarono i loro propositi e si riunirono in varie cospirazioni al fine di rovesciare il governo spagnolo. Una di queste cospirazioni fu però scoperta nel 1809 nella città di Valladolid (oggi conosciuta col nome di Morelia).

Juan Aldama


L'anno seguente si riunirono in una cospirazione il sindaco (corregidor) di Querètaro, Miguel Domìnguez, sua moglie Josefa Ortíz de Domínguez, alcuni militari (Ignacio Allende e Juan Aldama) e il parroco di Dolores, Miguel Hidalgo y Costilla.
Il governo spagnolo si vide costretto a compiere grandi repressioni nei confronti dei gruppi indipendentisti e delle cospirazioni. Solo con il decennio seguente, con una forte ripresa degli indipendentisti, dei quali si ricorda come il personaggio più attivo e di maggior spicco A. de Iturbide, si riuscì finalmente, il 24 febbraio 1821, con il “Plan de Iguana” proclamata l’indipendenza dal governo spagnolo.

Ignacio Allende

 

Monumento all’indipendenza
di Città del Messico

 

A. de Iturbide

 

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