Introduzione

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (Ejército Zapatista de Liberación Nacional, spesso abbreviato in EZLN) è un movimento armato clandestino presente nel Chiapas, lo stato più meridionale del Messico ed uno dei più poveri del paese. L'esercito è formalmente guidato dal Subcomandante Marcos.
L'EZLN è formato da indios, discendenti dei maya che vogliono principalmente reclamare i propri diritti, ma dai comunicati che produce traspare anche una volontà di partecipare al movimento mondiale anticapitalista, lottando per la democrazia e la libertà per tutto il popolo messicano e non.
Uno dei loro motti è infatti "democracia, justicia y libertad". Gli zapatisti si oppongono quindi al neoliberismo e al sistema economico attuato dal Messico dal 1982 fino ad oggi. La loro lotta però non inizia con la recente formazione dell'Esercito Zapatista, ma dura da 500 anni, si identifica cioè con la più generale lotta dei popoli indigeni contro i conquistadores europei.
L'EZLN rompe con la tradizione dei gruppi rivoluzionari; eccezion fatta per la prima insurrezione del 1994 e per la presa di alcune comunità poco tempo dopo, non si è a conoscenza di uso di azioni violente. Rifiutano però l'uso dei normali canali politici offerti dal Messico, compresa la formazione di un partito politico o l'alleanza con un partito già esistente.
Hanno realizzato alcune proteste molto visibili, come la marcia che dal Chiapas è arrivata a Città del Messico, nel 2000, con conferenze stampa e incontri con la società civile e alcuni partiti ad ogni tappa. Fu un grande atto dimostrativo pacifico e gli incidenti furono quasi eslcusivamente verbali. Questo approccio pacifico è una delle ragioni della longevità e della grande popolarità presso la popolazione civile.


Storia
 

L'EZLN si formò il 17 novembre 1984, ricorrenza tutt'oggi festeggiata. I suoi fondatori provenivano in parte da altri gruppi, tra cui alcuni combattenti e altri pacifici (in entrambi i casi ignorati dal governo chiapaneco e da quello federale). Fecero irruzione nel panorama nazionale e internazionale il 1 gennaio 1994, in concomitanza con l'entrata in vigore del NAFTA (North American Free Trade Agreement), un accordo tra Messico, USA e Canada per l'agevolazione delle attività commerciali tra questi paesi. Più avanti dichiararono che era il loro modo di dire "Aquì estamos!" (siamo ancora qui) in mezzo a una globalizzazione che impone nuove regole che non tengono conto delle loro necessità più basilari. I combattenti indigeni, indossando passamontagna e fazzoletti per coprire il volto, presero quel giorno cinque cittadine del Chiapas (San Cristóbal de las Casas, Altamirano, las Margaritas, Ocosingo, Oxchuc, Huixtan e Chanal). Dal municipio di San Cristòbal, il subcomandante Marcos lesse la prima dichiarazione della Selva Lacandona, nella quale dichiaravano guerra al governo del Messico e annunciavano libertà, giustizia e democrazia per tutti i messicani. Fu anche preso come prigioniero di guerra l'ex-governatore del Chiapas, il generale Abasolón Castellanos Domínguez; quest'ultimo fu in seguito giudicato e condannato da un simbolico tribunale indigeno, ma anche rilasciato senza maltrattamenti di alcun genere. Comunque, il giorno successivo i militanti dell' EZLN fuggirono dai centri urbani chiapanechi, inseguiti dall'esercito che dava loro la caccia. Vi furono manifestazioni enormi da parte della società civile, che chiedeva a entrambe le parti un cessate il fuoco, schierandosi però più dalla parte dell'EZLN. Dopo dodici giorni di combattimenti il presidente Carlos Salinas de Gortari, al suo ultimo anno di mandato, accettò la proposta dell'EZLN di un dialogo con la mediazione della diocesi di San Cristòbal.
Le trattative durarono tre anni, con alti, bassi e interruzioni. Terminarono con la firma degli accordi di San Andrés, secondo i quali il governo avrebbe dovuto modificare la costituzione inserendo il riconoscimento dei popoli e delle culture indigene, oltre a un'autonomia legislativa. Una commissione di deputati di vari partiti politici, chiamata COCOPA, modificò leggermente il testo dell'accordo con il consenso dell'EZLN. Il governo del Chiapas, ora guidato dal presidente Ernesto Zedillo Ponce de León, tuttavia, non ha però rispettato gli accordi e ha rafforzato la presenza militare nelle zone di influenza degli zapatisti. A ciò è seguito un silenzio dell'EZLN durato tre anni.
Furono denunciate molte violazioni del cessate il fuoco e degli accordi da parte del governo chiapaneco, mentre il governo federale cercò sempre di non rimanere coinvolto, definendolo un problema locale. L'esercito e i paramilitari effetuarono vari atti di violenza, il più grave dei quali fu senza dubbio il Massacro di Acteal. In quell' occasione i paramilitari attaccarono una comunità non zapatista e nonviolenta, massacrando 45 persone, tra le quali vi erano 4 donne incinte che furono sventrate con i machete.

Il nuovo presidente Vicente Fox Quesada, eletto nel 2000, ha inviato al congresso la cosiddetta legge COCOPA (modifiche alla costituzione) il 5 dicembre 2000 come promesso in campagna elettorale. Molti esponenti del governo criticarono queste modifiche e questo spinse l'EZLN a organizzare una marcia pacifica fino a Città del Messico, dove avrebbero esposto il proprio punto di vista al governo messicano. Alla marcia, nel marzo del 2001,  parteciparono gruppi politici di altre parti del mondo.
Poco dopo questo evento, il congresso  approvò una versione modificata della legge COCOPA, che non comprendeva le clausole di autonomia, che secondo qualcuno violavano alcuni diritti costituzionali (proprietà privata e voto segreto). Per l'EZLN e per altri gruppi politici che si battono per i diritti degli indios, questo fu un tradimento, l'ennesima menzogna del governo. La legge COCOPA, o ciò che ne rimaneva, è entrata in vigore il 14 agosto 2001. Ciò, insieme alla recente vittoria elettorale di Fox (prima vittoria del PAN, Partido de Aciòn Nacionàl, dopo anni di dominio del PRI, Partido Revolucionario Institucionàl), rallentò il movimento, togliendogli anche copertura da parte dei media.
Successivamente, vi fu un reclamo alla Corte Suprema di Giustizia, al quale seguì una sentenza del 6 settembre 2002, secondo la quale la COCOPA era un insieme di modifiche costituzionali e non una legge come veniva erroneamente chiamata; annullare cambiamenti costituzionali era al di là dei poteri della Corte, sarebbe stata una violazione dei poteri del congresso.
Il 12 ottobre 2002 il subcomandante Marcos scrisse una lettera sugli ultimi avvenimenti in Spagna. Era, non casualmente, la stessa data dell'arrivo di Cristoforo Colombo nelle Americhe, l'evento che gli indios identificano come l'inizio delle loro sofferenze attuali. In questa lettera lunga e appassionata, Marcos chiamava il giudice spagnolo Baltazar Garzon "un pagliaccio grottesco", soprattutto per aver bandito la festa dell'Indipendenza basca perchè avrebbe supportato l'ETA; inoltre lo condanna per aver definito false le violazioni dei diritti umani contro cittadini spagnoli, da parte del generale Pinochet. Il subcomandante muoveva anche pesanti critiche alla monarchia spagnola e al presidente José María Aznar. Dopo la pubblicazione della lettera da parte della stampa messicana il 25 novembre, iniziò uno scontro di parole tra Marcos e Garzon.
Nel febbraio 2003, ha scritto una nuova lettera in cui condannava alcuni esponenti del PRD (Partido Revolucionario Democratico), per aver approvato nell'anno precedente la versione modificata della COCOPA proposta dall'EZLN. La lettera e le risposte che hanno seguito, hanno trovato poco seguito nella società civile. Avendo perso molto supporto da parte della popolazione, Marcos ha scritto molti altri comunicados per il resto dell'anno, ma molti sono passati quasi inosservati. A parte le critiche al mondo della politica istituzionale, ha spiegato il lavoro che l'EZLN stava svolgendo nei suoi territori e i cambiamenti alla sua organizzazione intera.
Dal dicembre del 1994, gli zapatisti hanno iniziato a formare gradualmente diversi municipi autonomi. Nell'agosto 2003, Marcos ha scritto comunicati che spiegano come questi municipi hanno sviluppato delle giunte per autogovernarsi, programmi comunitari di produzione del cibo e sistemi sanitari e scolastici gratuiti in parte supportati dalle ONG. Tutto questo era assolutamente indipendente dai servizi offerti dal governo, che non prestavano alcuna attenzione alla cultura, ai bisogni e alla medicina indigeni. Ha poi annunciato la creazione di quattro (oggi cinque) juntas de buengobierno (giunte di buongoverno), formate da rappresentati dei municipi e supervisionate dall'EZLN. Esse servivano a verificare che l'assenza di corruzione e di abusi di potere e che si seguisse sempre il dettame zapatista mandar obedeciendo (comandare obbedendo; compare anche nei cartelli di benvenuto posti al confine dei territori dell'EZLN: aqui manda el pueblo y el gobierno obedece, qui comanda il popolo e il governo obbedisce). Molti analisti hanno applaudito a tale iniziativa: il governo del popolo per il popolo, di fronte all'inefficacia dello Stato che disattende ai bisogni delle persone; altri però, hanno ritenuto che l'iniziativa di creare uno stato dentro lo Stato fosse quantomeno pericoloso.
Per la prima metà del 2004, Marcos ha mantenuto il silenzio. Dalla metà dell'anno, Luis H. Alvarez, capo della COCOPA, l'unico collegamento ufficiale tra il governo e l'EZLN, ha dichiarato che Marcos non era più stato visto in Chiapas di recente e che non sapeva dove si trovasse. L'EZLN comunque, nel frattempo, era rimasto attivo.
Nell'agosto 2004, il subcomandante ha mandato brevi comunicati alla stampa messicana. Essi, nel loro insieme, si intitolano "Leggendo un video", pubblicati dal 20 al 28 agosto. Il primo e l'ultimo si presentavano come una descrizione di un immaginario video zapatista a basso budget, gli altri erano commenti di Marcos su avvenimenti politici e sulla situazione e lo sviluppo dell'EZLN. In particolare, descrive i risultati di un anno di lavoro dei municipi autonomi e delle giunte di buongoverno. Esso hanno membri in continua rotazione per promuovere la trasparenza e dare a tutti l'opportunità di servire la comunità. I comunicati sono passati inizialmente inosservati, in parte a causa dei giochi olimpici di Atene 2004 e del congresso delle riforme del sistema di pensionamento IMSS, in parte per un calo di interesse da parte del pubblico.
L'EZLN ha fatto della comunicazione una delle sue priorità, sia con il resto del Messico, sia con il mondo. Fin dalle loro prime azioni pubbliche, hanno prodotto dichiarazioni e analisi, scritte in buona prosa, e le hanno fatte pervenire ai media locali, nazionali e internazionali. Hanno anche fatto un uso eccellente della tecnologia, sia con le comunicazioni satellitari, sia con Internet, per poter comunicare con persone da ogni paese. Ciò li ha aiutati ad ottenere la solidarietà internazionale anche da parte di organizzazioni non radicali.

Ideologia

Ciò che l'EZLN maggiormente desidera è che i popoli indigeni escano finalmente da secoli di povertà, oppressione e ignoranza, senza però perdere la loro cultura, le tradizioni, lo stile di vita. Lottano perché venga rispettata l'autonomia dei loro territori, una sorta di autogoverno che si sostituisce al governo dello stato del Chiapas, che degli indigeni non tiene conto. In questo modo difendono anche concetti che il resto della società messicana non ammette, come la proprietà comunitaria e il governo dal basso.
La situazione è complessa. Il Chiapas è uno stato estremamente ricco di risorse (in particolare petrolio ) e la maggior parte dell'energia elettrice messicana viene generata proprio qui. Ciò nonostante, i popoli indigeni sono i più poveri di tutto il Messico. L'autonomia a cui mirano gli zapatisti comprende anche il controllo sull'uso di tali risorse, il chè non è ben visto nel dal governo nè dalle compagnie che le sfruttano.