BREVE STORIA COLOMBIANA

Prima dell'arrivo degli spagnoli la regione era abitata da una popolazione di lingua chibcha; dedita all'agricoltura, la sua cultura era in qualche misura analoga a quella inca. Nel 1502, durante il suo ultimo viaggio nel Nuovo Mondo, Cristoforo Colombo esplorò una parte della costa caraibica appartenente al territorio chibcha; in seguito sulle coste colombiane approdarono i conquistadores spagnoli, che sottomisero la popolazione locale e nel 1510 costruirono, nella zona di Darién, il primo insediamento europeo sul continente americano. Nel 1525 fu fondata Santa Marta, nel 1533 Cartagena e nel 1538 Santa Fé de Bogotá. Dopo la definitiva sconfitta e la sottomissione delle popolazioni chibcha, a partire dal 1549 il territorio costituì un'audiencia (provincia) del vicereame del Perù.

 

Quest'immagine rappresenta i conquistadores appena sbarcati sulle coste centro-meridionali dell' America

La fine della dominazione spagnola

Tra il 1717 e il 1739 nel territorio dell'audiencia – che comprendeva all’incirca gli attuali territori di Colombia, Panamá, Venezuela ed Ecuador – si costituì il vicereame di Nuova Granada, la cui economia era basata essenzialmente sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse agricole e minerarie, realizzato con manodopera indigena e africana importata.

Verso la fine del XVIII secolo la schiavitù, il monopolio dei commerci, le tasse e le dogane diedero origine a movimenti di protesta. Fu proprio in questo periodo che si registrarono le prime rivolte indipendentiste, ma l'indipendenza venne raggiunta solo nel 1819, con l'arrivo del liberatore Simon Bolívar e del suo esercito. Dopo dieci anni di difficile convivenza Venezuela ed Ecuador, che, insieme a Panamá, erano entrati a far parte della Federazione della Grande Colombia, giunsero alla rottura dell'unione.

.Le correnti politiche nate durante la lotta per l'indipendenza vennero formalizzate nel 1849, con la fondazione di due partiti politici (dominati dall'élite creola): i Conservatori, con tendenze centraliste e rappresentanti dei proprietari terrieri, della chiesa e dell'esercito, e i Liberali, sostenitori del federalismo ed espressione della borghesia laica. I partiti divisero il paese in accampamenti di partigiani che avrebbero in seguito dato vita a una serie di insurrezioni, rivolte e guerre civili. . Nel 1852, sotto l'egida di un governo liberale, fu abolita la schiavitù e nel 1853 venne promulgata una nuova Costituzione che instaurava la libertà di stampa e altri diritti civili e la separazione tra Stato e Chiesa. Durante il XIX secolo, il paese visse non meno di 50 rivolte e 8 guerre civili, culminate nella sanguinosa guerra dei mille giorni del 1899.

Nel 1880 i conservatori tornarono al potere: avrebbero governato, con il sostegno del clero e dei latifondisti, fino al 1930. Nel 1886 il paese tornò a un assetto istituzionale di tipo centralista e prese il nome di Repubblica di Colombia; la religione cattolica fu dichiarata religione di stato. Nel 1899 si aprì un nuovo conflitto civile (la "guerra dei mille giorni") destinato a concludersi solo nel 1902.

La perdita di Panama

Il senato colombiano del 1903

Nel 1903 il Senato colombiano rifiutò di ratificare il trattato di Hay-Herrán che concedeva una fascia di territorio nell'istmo di Panamá agli Stati Uniti, i quali intendevano costruirvi un canale che consentisse il passaggio intraoceanico; questo fatto sollecitò ulteriormente lo spirito di autonomia dei panamensi che si ribellarono e, appoggiati dagli Stati Uniti stessi, dichiararono la propria indipendenza.

 

Il ritorno dei liberali

Con le elezioni del 1930 e il ritorno al potere dei liberali venne inaugurata una fase di riforme, tra le quali una riforma agraria che intendeva consentire una più equa distribuzione delle terre, da sempre concentrate nelle mani di pochi latifondisti; fu riconosciuto inoltre il diritto di sciopero e la Chiesa cattolica venne privata del carattere di istituzione pubblica. Nel 1944 venne, infine, adottato un nuovo statuto del lavoro che prevedeva minimi salariali, retribuzione delle ferie, indennità di malattia e di infortunio.

La seconda guerra mondiale e l'era postbellica

Durante la seconda guerra mondiale la Colombia cessò, nel 1941, le relazioni diplomatiche con Giappone, Germania e Italia, nel 1942 con la Francia di Vichy e nel 1943 dichiarò guerra alla Germania; nel giugno 1945 fu uno dei membri fondatori delle Nazioni Unite.

Jorge Eliécer Gaitán

 

Dopo un periodo relativamente pacifico, la lotta fra Conservatori e Liberali esplose nuovamente nel 1948 con La Violencia, la più cruenta e terribile delle numerose guerre civili colombiane causata dall'assassinio del leader liberale Jorge Eliecer Gaitàn. Dopo il conflitto, durante il quale si registrarono quasi 300.000 morti, i Conservatori cercarono di consolidare il proprio potere.

Il generale conservatore Rojas Pinilla

 Un'epoca violenta

Infatti si susseguirono due brevi governi conservatori, ostacolati sia dai liberali sia dalla guerra civile. Nel 1953 il generale conservatore Rojas Pinilla(nella foto) depose il governo Gomez (sempre più impopolare) con il favore di entrambi gli schieramenti; Il colpo di stato, realizzato dal generale Gustavo Rojas nel 1953, rappresenta l'unico intervento militare avvenuto in Colombia nel corso di questo secolo.Tuttavia, l'iniziativa militare non ebbe lunga vita e il tentativo fallì definitivamente nel 1957, quando i Liberali e i Conservatori decisero di dividersi il potere con un accordo politico sancito da un emendamento costituzionale (questo accordo prese il nome di Fronte Nazionale).

 

Il Fronte Nazionale

Nel 1958 il candidato liberale Alberto Lleras Camargo fu confermato alla presidenza. Negli anni Sessanta il Fronte Nazionale consentì una certa stabilità, malgrado i lunghi periodi di paralisi governativa dovuti all'impossibiltà di disporre della maggioranza assoluta dei seggi parlamentari (ovvero due terzi). La situazione di stallo, unita alla crescita dei movimenti di orientamento marxista, convinse il presidente Guillermo León Valencia, candidato conservatore eletto nel 1964, a dichiarare lo stato d'assedio, che si protrasse anche durante la seguente legislatura, retta dal 1966 da Carlos Lleras Restrepo.

                                 
il presidente Guillermo Leon Valencia e Carlos Lleras Restrepo

 

Il Fronte Nazionale si impose nel 1970, con la vincita delle elezioni presidenziali del liberale Alfonso López Michelsen contro l'ex dittatore Rojas Pinilla e decadde quattro anni dopo. Ad ogni modo, però, una versione modificata del Fronte Nazionale continuò per altri 17 anni. Nel frattempo, questo monopolio politico incoraggiò la nascita di una serie di gruppi di guerriglia di orientamento marxista: l'esercito per la liberazione nazionale (ELN), le forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) e il Movimento 19 aprile (M19). Questi gruppi non riuscirono a far cadere il governo, ma arrivarono a controllare intere regioni del paese.

La guerriglia

IL liberale Julio Turbay Ayala

Nel 1979 questi gruppi rivoluzionari si coalizzarono e nel 1980 occuparono per 61 giorni l'ambasciata dominicana di Bogotá, tenendo in ostaggio numerosi diplomatici stranieri e richiedendo la liberazione dei prigionieri politici.

Le elezioni presidenziali del 1982 furono vinte dal candidato conservatore Belisario Betancur Cuartas, già ministro del Lavoro, che avviò una serie di riforme e promulgò un'amnistia grazie alla quale vennero liberati circa 400 guerriglieri; ciò permise al governo di avviare il dialogo con le forze antagoniste, tra cui le principali, M-19 e FARC, accettarono di sospendere l'attività militare. Tuttavia nel 1985 il gruppo M-19 tornò alla clandestinità e, nel novembre dello stesso anno, si ebbero nuovi violenti scontri con le forze governative che culminarono con l'assedio del Palazzo di Giustizia da parte dei guerriglieri. Nello stesso mese un'eruzione vulcanica del Nevado del Ruiz distrusse interi villaggi e provocò molte vittime.

 

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1979 al 1986 in Colombiaed8-13-7.jpg (8452 bytes)

VÍCTOR MOSQUERA CHAUX
designato nel1981

JULIO CÉSAR TURBAY AYALA
1969-1975
1978-1982

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ALFONSO LÓPEZ MICHELSEN
1974-1978

BELISARIO BETANCUR CUARTAS
1982-1986

I cartelli della coca (VEDI IL LINK ALLA PAGINA DI APPROFONDIMENTO)

I liberali vinsero le elezioni del 1986 e Virgilio Barco Vargas divenne presidente. Nell'agosto del 1989, in seguito a un'ondata di omicidi e violenze a opera dei "cartelli" (alleanze) della cocaina, il governo arrestò oltre 10.000 persone e confiscò le proprietà di sospetti trafficanti. Nel maggio del 1990, dopo una campagna elettorale durante la quale furono assassinati ben tre candidati alla presidenza, fu eletto il liberale César Gaviria Trujillo, che promulgò una serie di emendamenti costituzionali, tra cui il divieto di estradizione dei cittadini colombiani. Gaviria liberò il paese dallo stato d'assedio e offrì un'amnistia ai trafficanti di droga. Questo ebbe indubbi effetti di contenimento della criminalità, ma il narcotraffico e la guerriglia continuarono a sconvolgere il paese al punto che nel 1992 il governo dichiarò lo stato d'emergenza. Nel giugno di quello stesso anno Pablo Escobar, leader del cartello di Medellín, sospettato di essere l'ideatore della cruenta campagna di terrore, fu arrestato. L'anno dopo riuscì a fuggire, ma fu individuato e ucciso nel dicembre 1993

 

 

Profonda instabilità

Nel giugno 1994 un violentissimo terremoto provocò centinaia di vittime. Nello stesso mese fu eletto presidente il liberale Ernesto Samper Pizano, accusato subito dopo di aver ricevuto denaro (sei milioni di dollari), dal "cartello" di narcotrafficanti di Cali per la sua campagna elettorale. L'inchiesta provocò le dimissioni di numerose autorità politiche e diplomatiche, ma Samper fu scagionato dall'accusa nel giugno del 1996.

Ritenuta una "narco-democrazia", la Colombia sperimentò un forte isolamento sul piano internazionale

Nonostante la notevole crescita economica dal 1993 al 1996, le cose continuano ad andar male per la Colombia. Secondo il SIPRI, l'Instituto Internacional de Investigaciòn Sobre Paz, i conflitti interni di questo paese sono considerati tra i dieci più sanguinosi nel mondo e nell'ultimo anno sono stati paragonati a quelli della ex-Jugoslavia. Il governo ha sospeso le trattative di pace con i guerriglieri a tempo indeterminato. Nel 2000 gli Stati Uniti hanno stanziato 1,3 miliardi di dollari per sostenere il governo colombiano contro i guerriglieri.

Nell'agosto 2002 il presidente Uribe ha dichiarato lo stato d'emergenza (misura che permette all'esecutivo di legiferare per decreto senza interpellare il parlamento), ma il ministro della giustizia ha assicurato che non saranno sospese le garanzie costituzionali. In questo modo il presidente finanzierà azioni dirette contro le FARC.

 

Le trattative tra governo e guerriglieri

Il dialogo tra governo e guerriglia, sovente interrotto da episodi di violenza, non approda a nessun significativo risultato. Uno dei maggiori ostacoli alle trattative è costituito dagli “squadroni della morte” dell’Autodifesa unita della Colombia (AUC), di cui la guerriglia chiede il disarmo; l’AUC chiede a sua volta il riconoscimento dello status di organizzazione politica e l’avvio di negoziati diretti con il governo. Le trattative sono osteggiate anche da una consistente e influente parte dell’esercito, ritenuta peraltro complice, sia da organizzazioni umanitarie che dal Dipartimento di stato americano, degli squadroni della morte.

Agli inizi del 2000 Pastrana riavvia i rapporti con le FARC. Le trattative sono spesso interrotte, anche a causa del dissenso sul cosiddetto “plan Colombia”, una strategia di lotta al narcotraffico promossa dagli Stati Uniti ma non condivisa dalla guerriglia (che teme la militarizzazione del territorio) né dai paesi dell’Unione Europea. Ristabiliti i contatti, nel febbraio 2001 il presidente Pastrana e il leader delle FARC Manuel Marulanda (detto Tirofijo, cioè “tiro fisso”) firmano un accordo che prevede, tra l’altro, uno scambio di prigionieri e il ricorso alla mediazione di rappresentanti di paesi terzi. A marzo riprendono le trattative nella zona smilitarizzata, alla presenza di diplomatici di una ventina di paesi, americani ed europei, e del Giappone. In seguito al rifiuto del governo di istituire una nuova fascia smilitarizzata nel Magdalena, l’ELN, l’altra forte organizzazione guerrigliera, rompe la tregua. In ottobre le FARC sospendono unilateralmente le trattative, in segno di protesta per l’allargamento delle operazioni del “plan Colombia”.

Nel febbraio 2002 Pastrana annuncia il fallimento del processo di pace e autorizza l’esercito governativo a riprendere possesso della zona smilitarizzata nel Caqueta.

Le pretese dei guerriglieri e gli ostaggi

Ingrid Betancourt, la candidata dei verdi (Oxigeno verde) alle elezioni presidenziali del 26 maggio 2002, è ancora nelle mani delle FARC e, secondo un comunicato del portavoce dei guerriglieri, datato 13 marzo 2003, è viva. Il suo sequestro, avvenuto il 23 febbraio 2002, nei pressi della città di San Vicente del Caguan, ha come obiettivo la scarcerazione di tutti i guerriglieri catturati dall'esercito. Eletta senatrice nel 1998, con il più alto numero dei voti, Ingrid Betancourt da anni combatte la corruzione e, insieme al suo partito, ha proposto che siano gli stessi agricoltori a eliminare le loro piantagioni di coca, in

logo dell'Esercito di Liberazione Nazionale

cambio della garanzia di poter vendere a condizioni eque i prodotti coltivati in sostituzione.

A metà novembre l'esercito colombiano ha liberato il vescovo Jorge Enrique Jimenez, capo della conferenza episcopale latino-americana, che era stato sequestrato dalle FARC insieme a padre Desiderio Orjuela. I due religiosi erano stati tenuti in ostaggio in una zona denominata Penol, vicino a Tapaipì, non lontano dal luogo del rapimento.

Alla fine di dicembre l'ambasciata italiana, quella britannica e il consolato statunitense in Colombia sono state chiuse per precauzione dopo che altre sedi diplomatiche erano state raggiunte da non meglio precisate minacce.

Un video trasmesso dal canale colombiano Noticias Uno, alla fine di agosto 2003, ha presentato Ingrid Betancourt ripresa in un messaggio diretto al capo dello stato affinché svolgesse un'operazione dell'esercito per liberarla senza mettere alla prova la sua incolumità e quella degli altri ostaggi. Poiché le riprese risalirebbero a maggio, non si ritiene che il video valga come prova che l'ex candidata alla presidenza sia ancora in vita.

continuano le trattative

Il 16 aprile 2004 per la prima volta dall'inizio dei contatti per accordi di pace tra governo  Uribe e Auc (giugno 2003) tutti - o quasi - gli attori del conflitto si trovavano a discutere.A mediare le trattative fra i capi delle Auc (comandanti del Magdalena Medio, Central Bolivar, Los Llanos, Casanare), rappresentanti del governo c'erano monsignor  Julio César Vidal Ortiz, vescovo di Monteria, Sergio Caramagna, delegato dell'OEA e Luis Carlos Restrepo, l'alto commissario per il processo di pace in Colombia.

Il 18 aprile cinque guardie del corpo sono rimaste uccise durante l'attentato al presidente dell'AUC Carlos Castano da parte di colpi di mitra di  aggressori ignoti. Dopo questa notizia le trattative ta i paramilitari e il governo sono ancora più scosse, ma ancora al centro delle questioni colombiane.

 

 

percentuale degli assassinati in Meta, Caqueta e nel Guaviare(1990-2000)   

 

Ingrid Betancourt,ostaggio delle FARC

                                                                                                 

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