Si ritiene che l'origine del popolo risalga alla fondazione del Cuzco,capitale del Perù,nel XIII da parte di Mayta Capac.

L'Inca supremo, detto Qhapaq inca, ovvero signore assoluto, godeva di altri appellativi. I suoi sudditi erano soliti rivolgersi a lui chiamandolo Sapa Inca, unico signore, ma anche "Intip Churin", figlio del Sole o "Guaccha Cconcha", protettore dei poveri.

Il suo potere era assoluto e godeva di prerogative che rispecchiavano la sua presunta origine divina. Abitava in un palazzo costruito appositamente per lui, che veniva ricostruito nel momento della salita al trono di un nuovo sovrano. I suoi abiti, tessuti con le lane più fini, venivano cambiati ogni giorno e i suoi cibi sofisticati e variegati venivano preparati da una legione di cuochi. Usava vasellame d'oro ed era servito da uno stuolo di concubine. Si spostava soltanto su ricche lettighe accompagnato da una guardia del corpo costituita dai nobili più prestanti. Le sue insegne erano costituite dalla "mascapaicha" una fascia che gli cingeva la fronte, sormontata dal llautu, una frangia di cordoncini rossi, circondati d'oro, che pendevano sulla fronte e il suo capo era ornato da tre piume nere dell'uccello sacro Curiquingue che solo lui poteva portare. Le sue armi erano costituite da una alabarda, solitamente d'oro e da uno scudo con le sue insegne personali.


Machupicho

SUCCESSIONE AL TRONO

Il sovrano Inca, per preservare la purezza della stirpe, era solito sposare la propria sorella, almeno negli ultimi anni dell'impero, tuttavia altre consorti  erano scelte nelle più nobili famiglie per garantirgli degli eredi. La successione al regno era vissuta come una vicenda traumatica, che  cagionava  sommosse anche sanguinose. I figli di un sovrano inca erano infatti assai numerosi e godevano tutti, tranne quelli nati dalle concubine, delle prerogative del sangue paterno, differenziandosi invece per la parentela materna. La nobiltà della madre divenne quindi un fattore determinante tanto da potersi parlare di una discendenza matrilineare. La scelta dell'erede privilegiava di solito la prole della consorte ufficiale, ma sovente tessevano trame e congiure per far eleggere un altro erede. i sovrani inca presero l'abitudine di associare al regno il figlio più meritevole al fine di saggiarne le capacità, salvo a rilevarlo dall'incarico in caso di manifesta inettitudine.

CULTI

Il corpo sacerdotale, diretto da un sommo sacerdote, detto Villac Umu, rivestì sempre, nell'impero  una funzione importante, in alcuni casi anche in aperta contrapposizione al potere regale.Tuttavia esisteva una stretta gerarchia ,i principali corpi sacerdotali erano quelli di Inti, il dio Sole e quelli del dio Viracocha, ma anche quelli devoti a "Illapa", il dio del tuono e del fulmine e alla huaca di Huanacauri godevano di una considerazione elevata.

A tutti costoro erano destinatari dei proventi delle terre attribuite agli dei e coltivate dalle varie comunità. Solitamente la vastità degli appezzamenti era inferiore a quelli dell'Inca o del popolo, ma erano tuttavia sufficienti per garantire al corpo sacerdotale una condizione di relativa agiatezza.a

Seguivano poi una serie di officianti minori divisi per varie caratteristiche. Tra costoro possiamo annoverare i celebranti dei sacrifici e gli indovini, divisi tra quelli che pronosticavano l'avvenire consultando le viscere delle vittime e quelli che esercitavano le loro pratiche divinatorie interrogando le huaca o interpretando altre manifestazioni naturali. Nell'ultimo stadio si collocavano i praticanti di magia naturale che compivano vari sortilegi assai diffusi tra il popolo minuto.

LA CONCEZIONE DELLA DONNA

Dall'esame dei miti delle origini e in particolare di quello degli Ayar, appare evidente il ruolo magico-religioso interpretato da Mama Huaco che manifesta, altresì, indubitabili connotati di natura guerriera.. La caratteristica guerriera di alcune donne era tipica della società aymara, ma non era estranea alle genti del Cuzco e ne abbiamo la riprova nelle leggende riferite a pachatucet che citano un'eroina, Chañan Curi Coca come  protagonista della vittoria sui Chanca.

Un'altra caratteristica attribuita alla componente femminile della società che traspare dai miti più antichi è quella della partecipazione attiva all'esercizio del potere sacerdoLE.

Il ruolo sacrale della donna andina non poteva non trovare riscontro nella manifestazione più importante della gerarchia sociale, quella della sovranità. Accanto al monarca, siede pertanto la Coya, la regina, che è la sua controparte agli occhi dei sudditi. Il matrimonio ufficiale del sovrano veniva celebrato all'atto della sua incoronazione e ne era condizione essenziale. L'impero degli inca non poteva concepire un sovrano senza consorte, a cui si associa l'immagine del sole con la luna.

La scelta della Coya era assai elaborata e coinvolgeva tutte le famiglie più importanti del Cuzco.

Le altre nobili, dette Palla esercitavano, seppur in tono minore, le stesse prerogative presso le loro famiglie, ma, molte di loro, erano scelte come mogli succedanee dall'Inca supremo e in questo caso godevano di privilegi quasi uguali a quelli della Coya, soprattutto se avevano partorito dei figli di sangue reale. Le figlie del sovrano, le principesse reali, chiamate Ñusta.

 Francisco Pizarro, nella sua prima spedizione in Perù ebbe modo di conoscere, una di queste dame che lo ricevette con tutti gli onori, manifestando, con ogni evidenza, la maestà di cui era investita.

La famiglia, tranne che nelle classi nobili, era strettamente monogamica e le donne comuni, una volta contratto matrimonio, si prodigavano per tutta la vita ad aiutare gli uomini nella coltivazione dei campi, a custodire gli animali, a tessere abiti e, soprattutto, ad allevare numerosi figli.

Una particolare istituzione incaica sottraeva però alcune di loro a questa esistenza ordinaria, collocandole in apposite comunità conosciute come quelle delle "vergini del Sole". I cronisti spagnoli hanno raggruppato in questa unica definizione tutte le donne che hanno trovato in speciali monasteri, appositamente costruiti per loro, ma, in realtà, esistevano all'interno di queste confraternite delle specifiche gerarchie. Le "vergini del Sole" propriamente dette erano in numero limitato e si occupavano esclusivamente del servizio dei templi e del culto delle divinità. altre donne, erano impiegate per servire le prescelte e per tessere abiti per l'Inca o per la sua Corte e per preparare la Chicha, la bevanda fermentata, a base di granturco che fungeva da liquore e da offerta per le divinità.


vergini del sole

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