ORIGINI

La civiltà degli Atzechi aventi origine dalla popolazione dei Mexicas alla scomparsa degli Incas acquisirono un ruolo centrale nel sud America. Essi popolazione di nomadi e cacciatori si stanziarono nel corso del XVII secolo insieme ad altre tribù Nahua (a cui essi stessi facevano parte)dalla regione regione degli Aztlàn, letteralmente "città bianca",da cui derivò lo stesso nome degli atzechi che significa "dalla terra degli aironi" nel Messico nord-occidentale. Seconda la leggenda dell'ultima tribù arrivata lì di sette nahuatlacas,essi avrebbero visto un'aquila sopra un cactus con un serpente nel becco e in quel punto avrebbero fondato la loro città,così avvenne e i mexicas fondarono la loro  capitale, Tenochtitlàn,su un isolotto del lago Texcoco (nel nord del Messico).Nel 1481 Tizoc, il figlio di Axayacatl, regnò per breve tempo prima di essere rimpiazzato dal fratello più giovane Ahuitzol che riorganizzò l'esercito. L'impero raggiunse il suo apice durante il suo regno. Il suo successore fu Motecuhzoma II (meglio conosciuto come Montezuma II), che era imperatore quando arrivarono gli spagnoli nel 1591.

Il membro più importante del governo azteco è l'Imperatore. La maggior parte dell'impero Azteco fu formato da un uomo, Tlacaelel (in Nahuatl "cuore virile").Tlacaelel era nipote del Tlatoani Itzcóatl, e fratello di Chimalpopoca e Motecuhzoma I, il suo titolo era Cihuacoatl (in onore della dea, traducibile con "consigliere"), ma come riportato nel Codice Ramírez, "quello che ordinava Tlacaelel, veniva fatto al più presto". Diede al governo Azteco una nuova struttura, ordinò la distruzione della maggior parte dei libri Aztechi (la sua spiegazione fu che erano pieni di inesattezze) così poté riscrivere la loro storia. Inoltre Tlacaelel riformò la religione Azteca, in questo modo Tlacalel creò una coscienza storica per gli Aztechi. Creò anche l'istituzione della guerra rituale (le guerre dei fiori) come un modo per avere combattenti addestrati, e la necessità di sacrifici umani costanti "per tenere il Sole in movimento". Alcuni scrittori credono che le classi più alte erano consapevoli di questa falsificazione, il che può spiegare le azioni che fece Montezuma quando incontrò Hernán Cortés. Ma, infine, le istituzioni contribuirono alla caduta dell'impero Azteco. Il popolo di Tlaxcala fu conquistato risparmiando delle vittime, a costo di partecipare alla guerra dei fiori. Quando Cortés venne a sapere ciò, li avvicinò ed essi diventarono suoi alleati. I Tlaxcaltechi fornirono migliaia di uomini a supportare le poche centinaia di Spagnoli. La strategia di guerra Azteca era basata sulla cattura di prigionieri che poi venivano sacrificati.

IL CIELO E IL REGNO DEI MORTI

Secondo gli Aztechi il cielo era articolato in tredici parti, ognuna sede di una divinità, e gli inferi in nove. Il cielo più alto, detto Omeyocan (luogo della dualità), era abitato dalle  divinità genitrici Ometecutli e Omecihuatl.

In base alla visione del mondo degli Aztechi, il cielo e gli inferi costituivano due enormi e altissime piramidi, i cui vertici erano agli antipodi, e in cui la superficie di contatto delle rispettive basi veniva a coincidere con la superficie terrestre che altro non era se non un disco piatto, circondato dalle acque.

La parola Teotl , in azteco significava duraturo, potente, di pietra, e indicava generalmente la divinità. Nella teologia azteca, un posto preminente era certamente occupato dagli dei solari, della pioggia e del vento.

Per quanto riguarda il mondo dell’aldilà, gli Aztechi credevano nell’esistenza di tre differenti regni dei morti. Nel primo, chiamato Ichan Tonatiuh Ilhuicac (casa del sole nel cielo), dimoravano tutti coloro che venivano uccisi nei sacrifici, così come i caduti in battaglia e le donne morte di parto. Nel secondo regno, noto come Tlalocan, e corrispondente al regno del dio della pioggia Tlaloc, trovavano eterno riposo tutti gli annegati e coloro che erano stati colpiti da fulmini, nonché i lebbrosi e i paralitici. Infine, tutti gli altri morti finivano nel terzo regno, detto Mictlán (luogo dei morti), e corrispondente al regno sotterraneo del dio Mictlantecutli.

SACRIFICI UMANI

Aspetto assai celebre e cruento della cultura azteca è la pratica del sacrificio umano, che, secondo le credenze azteche, era necessario per sfamare e placare gli dei. I grandi sacerdoti si richiamavano al mito delle origini, dove si afferma che gli dèi, dopo l'avvento del Quinto Sole (dato che, secondo questo popolo, il mondo era stato creato cinque volte e distrutto quattro, ogni epoca era chiamata "Sole") si erano dovuti sacrificare gettandosi nel fuoco, così gli uomini erano tenuti a seguire il loro esempio per mantenere vivi il calore, la luce ed il movimento del sole. Gli Aztechi portarono questa pratica ad un livello senza precedenti. In molti dipinti e bassorilievi sono visibili anche le pratiche di cannibalismo degli Aztechi. Anche gli sconfitti nelle gare di pelota,(antenato dell'odierno calcio), rischiavano il linciaggio e il conseguente immolamento agli dei.

 i principali nemici degli Aztechi ai tempi della conquista spagnola, affermano che alcuni di loro consideravano un grande onore l'essere sacrificati. Naturalmente la maggior parte delle vittime veniva uccisa con la forza. In una leggenda, il guerriero Tlahuicole fu liberato dagli Aztechi, ma egli tornò indietro per morire con onore nel sacrificio rituale. I Tlaxcaltecas, del resto, praticavano a loro volta il sacrificio umano sui guerrieri aztechi catturati.

 tipiche strutture architettoniche sono le piramidi.        

                                     

 
Resti di una piramide Azteca

Esempio di architettura azteca

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