Le piogge acide sono precipitazioni contaminate dalla presenza
di acidi formatisi nell'atmosfera, come conseguenza di processi di combustione.
Esse sono la causa principale della distruzione della vegetazione, del suolo e
delle
statue. La vegetazione viene danneggiata irreparabilmente e va
incontro a fenomeni di essicazione. La Foresta Nera tedesca sta
scomparendo e circa la metà delle foreste europee è ritenuta in grave pericolo.
In Italia, fortunatamente, gli effetti negativi delle piogge si sono negli anni
notevolmente ridotti: ciò accade grazie a:
-
le Alpi, che fanno da schermo protettivo all'arrivo delle
piogge dannose;
-
la percentuale molto elevata di calcare presente nel
terreno della nostra penisola, che permette la neutralizzazione efficiente
dell'acidità
RAPPRESENTAZIONE DEL CICLO DELLE PIOGGE ACIDE.
IMMAGINE PRESA DA GOOGLE. |
STATUE ROVINATE DALLE PIOGGIE ACIDE
L’azione delle piogge acide è ben visibile
anche sul patrimonio monumentale (edifici storici, manufatti in pietra calcarea,
statue in metallo). Numerosi reperti fotografici testimoniano come molte opere
d’arte, dopo aver resistito per secoli senza subire danni notevoli, sono andate
incontro, negli ultimi decenni, ad un rapidissimo deterioramento.
Le piogge acide agiscono sui materiali
esposti all’aperto con un duplice meccanismo:
- un’azione chimica di corrosione: infatti, l’acido
solforico attacca le pietre calcaree o il marmo, trasformando il
carbonato di calcio in solfato di calcio facilmente solubile con l’acqua
piovana
CaCO3 + H2SO4
à CaSO4 + CO2 + H2O
- L’acqua, condensando sulle pareti dei manufatti, fa da veicolo per gli agenti inquinanti solidi, liquidi e gassosi che
penetrano nelle porosità. La condensazione è facilitata sulle superfici
fredde, quali sono quelle di statue o di palazzi disabitati. Infine
l’umidità facilita la fissazione diretta dei gas a molecola polare. E’
forse questo il meccanismo che sottrae la maggior parte di SO2
all’atmosfera, depositandola sui monumenti.
I monumenti in pietra
calcarea sono i più colpiti, perché l’acido solforico (H2SO4),
contenuto nelle deposizioni acide, corrode il carbonato di calcio (CaCO3)
di cui sono costituiti e lo trasforma in solfato di calcio (CaSO4),
che viene facilmente dilavato dalle acque piovane; così la nuova
superficie risulta esposta ad ulteriori aggressioni e viene
letteralmente consumata.
I materiali lapidei vanno incontro
a vere e proprie “malattie”, tra cui le principali sono:
- l’esfoliazione
- l’alveolizzazione
- la disgregazione sabbiosa.
Nell’ESFOLIAZIONE
lo strato superficiale (da 0,1 a qualche mm) si solleva e si stacca
dagli strati sottostanti, formando lamelle a placche. Al di sotto di
queste si crea uno strato polveroso o gessoso che viene trascinato via,
in parte, quando la placca si stacca.
L’ALVEOLIZZAZIONE
si manifesta con il distacco sabbioso del materiale, con velocità
diverse da zona a zona: sulla pietra appaiono degli “alveoli” allineati.
Nella DISGREGAZIONE SABBIOSA,
invece, l’erosione avviene in modo uniforme su tutta la superficie.