Discarica abusiva nei pressi di Catanzaro
La costruzione di discariche abusive è meglio conosciuta come ECOMAFIA; questo vocabolo si riferisce alla trasgressione di un articolo della Costituzione che vieta l'abbandono di rifiuti sul suolo e nel suolo in quanto causano non solo l'inquinamento del terreno, ma anche delle acque superflue e sotterranee. La criminalità organizzata procede in questa attività facendo giungere, durante la notte, i camion carichi di rifiuti che riempiono solchi i quali, dopo essere colmi, vengono coperti. Secondo alcune ricerche, l'Italia è un crocevia di traffici internazionali di rifiuti provenienti dai paesi europei e destinati in Nigeria, Somalia e Mozambico. Le regioni in cui si registra il maggior numero di reati ambientali sono Puglia, Sicilia, Calabria e, soprattutto, Campania. In quest'ultima regione è stata, infatti, individuata la vasta area della provincia di Napoli compresa tra le città di Acerra, Nola e Marigliano con il nome di TRIANGOLO DELLA MORTE. Essa, un tempo, era nota per essere una tra le aree più fertili della Campania. Le è stato attribuito questo appellativo perché, in essa, si è riscontrato negli ultimi anni un aumento di mortalità per cancro. Secondo le ricerche dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il pericoloso aumento è dovuto all'alta presenza di DIOSSINA, sostanza nata dalle combustioni di rifiuti e, poi, finita nei pascoli degli animali da latte. Questa sostanza assai dannosa alla salute è stata ritrovata anche nel prodotto caseario campano più famoso al mondo: la mozzarella di bufala. Nel 2008, infatti, è nato uno scandalo in seguito a numerose analisi che ha fatto scalpore anche all'estero: il popolare quotidiano statunitense The New York Times ha pubblicato vari articoli che hanno come oggetto la difficoltà della Campania nell'evitare la produzione di Diossina. Allarmato dai rilievi positivi di numerosi test ( che riscontrano la presenza del gas del 14% in più rispetto alla norma), il governo della Corea del Sud è tra i primi a proibire l'importazione del prodotto caseario; in seguito anche il Giappone, la Cina, la Russia e la Germania. L'Italia ha pertanto vietato la produzione di mozzarella nelle aree incriminate.

Nel 2005 il giornale L'Espresso pubblicò un articolo che analizzava la faccia occulta del grande traffico internazionale dei rifiuti tossici e radioattivi e l'intreccio mai chiarito tra politici e imprenditori, mafiosi e servizi segreti. Temi sui quali, in passato, indagarono varie procure italiane, raccogliendo spesso più domande che risposte e che riemersero nelle parole dell'ex boss, condannato a trent'anni di carcere per associazione a delinquere e traffico internazionale di stupefacenti. Del personaggio non fu rivelato il nome per ragioni di sicurezza, ma si trattava di un capo che in passato collaborò con la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e che consegnò ai magistrati una minuziosa ricostruzione di come malavita e Stato avrebbero collaborato nel business delle scorie pericolose. Tutto iniziò, secondo il racconto dell'ex mafioso, nel 1982, quando a capo della 'Ndrangheta stava Giuseppe Nirta. Quest ultimo spiegò al pentito che gli fu proposto dal ministro della difesa Lelio Lagorio di stoccare bidoni di rifiuti tossici e occultarli in zone della Calabria da individuare, per esempio l'Aspromonte e le fosse marine davanti alle coste ioniche. Un'ipotesi che non convinceva i boss, troppo gelosi della loro terra; fu così che si puntò alla Basilicata, terra di nessuno dal punto di vista mafioso. Il primo episodio risale al 1986, quando furono fatti sparire 600 bidoni contenenti rifiuti tossici e radioattivi. Cento, sostiene l'ex boss, furono seppelliti in Basilicata, nel comune di Pisticci, località delle Coste della Cretagna., mentre gli altri 500 furono trasportati in Somalia a bordo della nave Lynx, partita dal porto di Livorno. L'ex boss parla anche di rapporti diretti con i politici, riferendosi per esempio al ministro degli esteri Gianni DE Michelis; il socialista disse, in una cena alla quale parteciparono vari componenti di cosche mafiose, che senza i politici la mafia non poteva esistere e, se essa avesse svelato rapporti con i politici , questi ultimi si sarebbero tirati fuori dai guai senza problemi, per poi vendicarsi!