Un pozzo petrolifero in mezzo al mare.

Il petrolio è un liquido denso e oleoso, ti colore variabile dal nero al giallo bruno con peso specifico inferiore a quello dell'acqua (sulla quale galleggia). Il petrolio è un miscuglio di idrocarburi, sostanze formate in prevalenza da idrogeno (9-15 %) e carbonio ( 80-90 %), con percentuali minori di ossigeno, azoto e zolfo. Dal petrolio si ricavano combustibili e carburanti come benzina, gasolio e kerosene.

Il petrolio deriva da cumuli di sostanze organiche, che hanno subito una decomposizione e si sono trasformate in sostanze oleose ricche di energia. La formazione è iniziata milioni di anni fa e ha richiesto tre fasi principali:
  -accumulo di masse di plancton e trasformazione in petrolio;
  -nascita di trappole di roccia, per esempio strati a forma di cupola;
  -riempimento dei giacimenti, cioè accumulo del petrolio dentro le trappole.

L' individualizzazione delle trappole del petrolio avviene attraverso la tecnica "sismica a riflessione": vengono inviate onde nel sottosuolo che si riflettono sugli strati rocciosi e il computer disegna direttamente il profilo degli strati. Una volta


Struttura di un derrick.
individuato il pozzo si incomincia la perforazione utilizzando il derrick.
Il derrick è una struttura a traliccio al centro della quale gira una tavola rotante alla quale vengono avvitate aste tonde, cave all'interno, che scendendo in profondità perforano il terreno grazie a uno scalpello formato da durissimi rulli dentati che, ruotando frantumano la roccia. All' interno delle aste cave scorre un fango speciale che serve a raffreddare e lubrificare lo scalpello e portare in superficie i frammenti di roccia. Quando la perforazione raggiunge la trappola petrolifera, il petrolio incomincia a sgorgare in superficie spinto dalla pressione dei gas. Allora il pozzo viene rivestito internamente con un insieme di tubi di piccolo diametro detto tubing. La bocca del pozzo viene chiusa con un "albero di Natale", un sistema di valvole che permette l'erogazione del petrolio. Da esso partono tubazioni che avviano il petrolio al punto centrale di raccolta.
Una volta giunto alla centrale di raccolta vengono utilizzati olio dotti che portano il petrolio direttamente alle raffinerie; spesso l'olio dotto arriva al centro di raccolta di un porto, dove viene caricato su petroliere che lo trasportano alle raffinerie.
Le petroliere sono navi cisterne che trasportano nel loro scafo ingenti quantità di petrolio e di altri prodotti originati dalla sua distillazione; queste sostanze sono altamente inquinanti e per evitare che vengano riversate nel mare, causando così disastri petroliferi, negli ultimi anni le petroliere sono state dotate di doppi scafi, così che in caso d'urto lo scafo esterno assorbe l'urto e le sostanze rimangono nello scafo interno.


piattaforma petrolifera situata nel mare del nord, in acque norvegesi.

IL PETROLIO IN ITALIA
la presenza e lo sfruttamento del petrolio in Italia risalgono almeno al tempo dei Romani; le manifestazioni petrolifere naturali nell'Appennino infatti erano sfruttate come combustibile ed impermeabilizzate. L'estrazione del greggio inizia proprio qui nel 1860 ma non ebbe un grande successo perché la stratigrafia e la geologia di questo territorio non erano ancora stati studiati, e si presentavano numerose problematiche. Ci furono però modesti incrementi della produttività dovuti soprattutto al miglioramento della tecnica estrattiva. Si registra infatti un incremento nelle tonnellate di greggio estratte (1000 t. nel 1891, 20000 t. nel 1931). Solo nel 1940 fu inventato il rilevamento sismico a riflessione che portò alla scoperta, nel '44 del giacimento di Caviaga nei pressi di Lodi, dove si possono contare 46 pozzi petroliferi. Dal '44 all'87 con questa nuova tecnica che sfrutta le onde di compressione, in Italia sono stati individuati circa 300 pozzi soprattutto nella Pianura Padana, sulla quale l'AGIP ha ottenuto l'esclusiva per l'estrazione nel 1953 insieme a quella Veneta.
Il petrolio e il gas padano possono avere diverse origini:

La ricerca petrolifera sta procedendo ancora oggi e l'Italia produce circa 130.000 barili al giorno e 2 milioni di metri cubi giornalieri di gas.