Sono rifiuti: i residui di produzione o di consumo in appresso non specificati, prodotti fuori norma, prodotti scaduti, sostanze accidentalmente riversate, perdute o aventi subito qualunque altro incidente, compresi tutti i materiali contaminati in seguito all'incidente in questione, sostanze contaminate in seguito ad attività volontarie (residui di operazioni di pulizia, materiali da imballaggio, contenitori, ecc.), elementi inutilizzabili (ad esempio batterie fuori uso, catalizzatori esausti), sostanze divenute inadatte all'impiego, residui di processi industriali come scorie e residui di distillazione, residui di procedimenti antinquinamento, residui provenienti dall'estrazione e dalla preparazione delle materie prime (residui provenienti da attività minerarie o petrolifere), sostanze contaminate, qualunque materia, sostanza o prodotto la cui utilizzazione è giuridicamente vietata, prodotti di cui il detentore non si serve più (vale a dire articoli messi fra gli scarti dell'agricoltura, dalle famiglie, dagli uffici, dai negozi, dalle officine, ecc.), materie, sostanze o prodotti contaminati provenienti da attività di riattamento di terreni, qualunque sostanza, materia o prodotto che non rientri nelle categorie sopra elencate.
Per l’uomo e per l’ambiente sono pericolosi soprattutto i rifiuti industriali, perché molti di questi contengono sostanze chimiche ad azione tossica, cancerogena. Per tale motivo la legge definisce questi “rifiuti pericolosi”, stabilendo che devono essere smaltiti secondo particolari procedure per impedire o minimizzare il rischio di effetti negativi sull’uomo e sull’ambiente (alcuni devono essere distrutti con il calore, altri in siti con particolari requisiti, altri devono essere raffinati e riciclati). Alcuni rifiuti pericolosi sono presenti anche nelle nostre case: pile, farmaci scaduti, cartucce delle stampanti, vernici e solventi. Una singola pila, per esempio, contiene circa un grammo di mercurio, quantità più che sufficiente per inquinare 1.000 litri di acqua. Per tali motivi questi rifiuti devono essere smaltiti con molta attenzione. I rifiuti urbani (la spazzatura) possono essere pericolosi perché contengono sostanze putrescibili (la cosiddetta “frazione umida”, formata da residui di alimenti, carta ecc.), che possono favorire il proliferare di germi patogeni o dei cosiddetti “vettori di malattie”, cioè quegli animali, come scarafaggi, mosche, topi, ratti, ecc. che possono trasportare microbi patogeni, facendoli venire a contatto con l’uomo. Tale rischio, rispetto ad altri (es. la diossina prodotta dall’incendio dei cassonetti), non è così alto come comunemente si crede.
IL
RICICLAGGIO
Per riciclaggio dei rifiuti si intende tutto l'insieme di strategie volte a recuperare materiali dai rifiuti per riutilizzarli invece di smaltirli.
Possono essere riciclate materie prime, semilavorati, o materie di scarto derivanti da processi di lavorazione, da comunità di ogni genere (città, organizzazioni, villaggi turistici, ecc), o da altri enti che producono materie di scarto che andrebbero altrimenti sprecate o gettate come rifiuti. Il riciclaggio previene lo spreco di materiali potenzialmente utili, riduce il consumo di materie prime, e riduce l'utilizzo di energia, e conseguentemente l'emissione di gas serra. Il Riciclaggio è un concetto chiave nel moderno trattamento degli scarti ed è un componente insostituibile nella gerarchia di gestione dei rifiuti.
I MATERIALI RICICLABILI
I materiali riciclabili sono tutti i rifiuti che possono venire riutilizzati per produrre nuovi oggetti uguali allo scarto (vetro, carta) oppure utilizzati per produrre nuovi materiali (legno, tessuti).
Le materie prime che possono essere riciclate sono: legno, vetro, carta e cartone, tessuti, pneumatici, alluminio, acciaio e alcune materie plastiche.
esempio di unità di riciclaggio |
Il caso della plastica
Molti tipi di plastica possono essere facilmente riciclati (è il caso del PET principalmente avviato alla produzione di nuovo polimero, di poliesteri, e su cui è attiva l'organizzazione europea PetCore ), mentre per altri tipi (specie di bassa qualità e/o termoindurenti) la procedura è più complessa, in quanto il costo di rilavorazione è generalmente superiore al costo di produzione di plastica nuova. Pertanto le numerosissime materie plastiche presenti sul mercato non possono essere mescolate fra di loro: un circolo vizioso da cui è difficile uscire, ma non impossibile (basta averne la volontà politica): impianti a tecnologia avanzata permettono ad esempio di separare automaticamente le varie tipologie di plastiche in tempi rapidi e quindi economicamente vantaggiosi, e sono già stati adottati in diversi paesi.
Gestione dei rifiuti
Per gestione dei rifiuti si intende l'insieme delle politiche volte a gestire l'intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro sorte finale, e coinvolgono quindi: la raccolta, il trasporto, il trattamento (riciclaggio o smaltimento) e anche il riutilizzo dei materiali di scarto, solitamente prodotti dall'attività umana, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute dell'uomo e sull'ambiente.
Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull'ambiente e la possibilità di recuperare risorse da essi, e la riduzione della produzione di rifiuti stessi.
IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI
Il trattamento dei rifiuti consiste nell'insieme di tecniche volte ad assicurare che i rifiuti, qualunque sia la loro sorte, abbiano il minimo impatto sull'ambiente.
Può riguardare sostanze solide, liquide o gassose, con metodi e campi di ricerca diversi per ciascuno.
Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali, industriali o commerciali. Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti.