Veduta di Johannesburg.

Dopo dieci anni dalla conferenza di Rio, nel 2002 si tenne a Johannesburg, in Sudafrica, il Vertice mondiale dello sviluppo sostenibile, con l'obbiettivo di verificare i progressi realizzati in campo ambientale e di elaborare norme che potessero migliorare la qualità della vita nel rispetto dell'ambiente. Fin dalle prime fasi si dovette constatare che i risultati realizzati nel decennio precedente erano molto lontani dalle aspettative. Per esempio, gli aiuti allo sviluppo invece di crescere si erano ridotti, passando dallo 0,32% allo 0,22% del Pil dei paesi ricchi. La diminuzione dei gas serra risultava molto inferiore a quanto ci si era prefissati e alcuni paesi che pur avevano firmato la convenzione del 1992 avevano aumentato le proprie emissioni. A differenza del vertice di Rio, quello di Johannesburg non si è concluso con grandi dichiarazioni e importanti trattati. I partecipanti hanno infatti preferito puntare su una serie di azioni concrete. Fra queste, l'obbiettivo di ridurre in maniera significativa la perdita di biodiversità, ma il governo statunitense a rifiutato di prendere impegni significativi per migliorare le condizioni dell'ecosistema terrestre.

La Dichiarazione di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile si apre affermando, tra le altre cose, che le migliorie apportate all'ambiente serviranno soprattutto per costruire un mondo migliore per coloro che oggi sono bambini; dalla conferenza di Rio a quella di Johannesburg, tuttavia, i governi non sono rimasti inoperativi, incontrandosi in altre piccole conferenze quali quella di Monterrey e quella di Doha, dando così luogo a una sorta di predisposizione per la conferenza di Johannesburg, che ha comunque gli stessi obbiettivi degli incontri precedenti.

I dieci anni da Rio sembrano, per molti versi, essere passati invano senza cambiare il mondo: per i principali gas climalteranti si registrano livelli di concentrazioni mai registrati in precedenza e tassi di crescita molto sostenuti. La concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto livelli mai superati nei passati 420.000 anni. Nei prossimi secoli, la concentrazione di anidride carbonica - come la temperatura e il livello del mare - è destinata a crescere, anche in presenza di una riduzione delle emissioni, per effetto dei meccanismi di assorbimento dell'anidride carbonica da parte degli oceani. In Italia si è verificato un +11,9% di incremento delle emissioni di gas serra dal 1990 ad oggi rispetto agli obiettivi di Kyoto. Mentre gli Usa, i principali produttori di gas serra e i principali responsabili del parziale fallimento di Kyoto, hanno fatto segnare addirittura un +29%. Altro obiettivo di Rio era lo stop alla deforestazione. Ebbene in 10 anni, tra '90 e 2000, in America Latina è stata distrutta una superficie forestale pari al doppio della regione Lombardia (45.878 kmq) mentre negli anni '80 erano già stati cancellati 150 milioni di ettari di foresta tropicale, un continente grande quanto Italia, Francia, Germania e Regno Unito messi insieme. L'effetto Sahara, oggetto già da Rio di uno specifico accordo, viaggia anch'esso a ritmi sostenuti: il 20% delle zone aride del mondo si sta rapidamente trasformando in deserto; anche il 27% del territorio del nostro Paese è a rischio: siccità e salinizzazione minacciano soprattutto Sardegna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Calabria.
 

E con Johannesburg la situazione non è migliorata: con la Conferenza si è giunti a un "Piano d'Azione" vago e senza scadenze, e i successi realizzati sono stati veramente pochi, e concernenti solo alcuni punti affrontati durante l'incontro. George Bush, rivelandosi ancora una volta per niente interessato alla risoluzione dei problemi ambientali (ma anche di quelli riguardanti lo sviluppo sostenibile e la povertà del Terzo Mondo), ha fin da subito dichiarato che non avrebbe preso parte alla Conferenza, raccogliendo il dissenso di molti; e Silvio Berlusconi ha seguito l'esempio, per poi ricredersi, essendosi reso conto che sulla tutela dell'ambiente qualche consenso poteva riceverlo: egli, però, si è limitato a proporre piani che sono stati giudicati (dal WWF Italia) carenti di coraggio, innovazione e pertinenza.
 

                                      

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