Veduta di Johannesburg. |
I dieci anni da Rio sembrano, per molti versi,
essere passati invano senza cambiare il mondo: per i principali gas
climalteranti si registrano livelli di concentrazioni mai registrati in
precedenza e tassi di crescita molto sostenuti. La concentrazione di anidride
carbonica nell'atmosfera ha raggiunto livelli mai superati nei passati 420.000
anni. Nei prossimi secoli, la concentrazione di anidride carbonica - come la
temperatura e il livello del mare - è destinata a crescere, anche in presenza di
una riduzione delle emissioni, per effetto dei meccanismi di assorbimento
dell'anidride carbonica da parte degli oceani. In Italia si è verificato un
+11,9% di incremento delle emissioni di gas serra dal 1990 ad oggi rispetto agli
obiettivi di Kyoto. Mentre gli Usa, i principali produttori di gas serra e i
principali responsabili del parziale fallimento di Kyoto, hanno fatto segnare
addirittura un +29%. Altro obiettivo di Rio era lo stop alla deforestazione.
Ebbene in 10 anni, tra '90 e 2000, in America Latina è stata distrutta una
superficie forestale pari al doppio della regione Lombardia (45.878 kmq) mentre
negli anni '80 erano già stati cancellati 150 milioni di ettari di foresta
tropicale, un continente grande quanto Italia, Francia, Germania e Regno Unito
messi insieme. L'effetto Sahara, oggetto già da Rio di uno specifico accordo,
viaggia anch'esso a ritmi sostenuti: il 20% delle zone aride del mondo si sta
rapidamente trasformando in deserto; anche il 27% del territorio del nostro
Paese è a rischio: siccità e salinizzazione minacciano soprattutto Sardegna,
Basilicata, Puglia, Sicilia e Calabria.
E con Johannesburg la situazione non è
migliorata: con la Conferenza si è giunti a un "Piano d'Azione" vago e senza
scadenze, e i successi realizzati sono stati veramente pochi, e concernenti solo
alcuni punti affrontati durante l'incontro. George Bush, rivelandosi ancora una
volta per niente interessato alla risoluzione dei problemi ambientali (ma anche
di quelli riguardanti lo sviluppo sostenibile e la povertà del Terzo Mondo), ha
fin da subito dichiarato che non avrebbe preso parte alla Conferenza,
raccogliendo il dissenso di molti; e Silvio Berlusconi ha seguito l'esempio, per
poi ricredersi, essendosi reso conto che sulla tutela dell'ambiente qualche
consenso poteva riceverlo: egli, però, si è limitato a proporre piani che sono
stati giudicati (dal WWF Italia) carenti di coraggio, innovazione e pertinenza.