Le multinazionali hanno un ruolo di fondamentale importanza per la globalizzazione: infatti esse e la globalizzazione sono in un rapporto che si potrebbe definire simbiotico.
Lo spostamento delle multinazionali europee e americane nei Paesi sottosviluppati è un fenomeno progressivo che ha avuto inizio negli anni '80 quando le aziende hanno conosciuto un boom delle vendite e quindi una crescita economica "istantanea". Questo le ha portate ad espandere il loro dominio sul mercato utilizzando oltre all'esportazione dei prodotti anche lo spostamento materiale degli impianti di produzione nei paesi meno sviluppati.


Immagine rappresentativa sistema multinazionali.

Ma quando i dirigenti si sono accorti che avrebbero guadagnato molto di più se avessero spostato l'intero settore di produzione in quei paesi dove la popolazione ha un indice di sviluppo medio molto più basso rispetto all'Europa e all'America e quindi esige stipendi inferiori. Da allora le multinazionali hanno progressivamente spostato tutte le loro filiali lasciando in Occidente solo il settore vendite.
Questo ha comportato una aumento della disoccupazione a causa del licenziamento di tutti gli operai dei settori di produzione a favore degli operai asiatici o indiani. Lo spostamento ha quindi determinato la crescita economica che ora stanno sperimentando la Cina e l'India: l'aumento di stipendio che gli operai ingaggiati dalle nuove aziende instauratesi nei loro paesi hanno percepito ha permesso loro di migliorare il loro stile di vita e quindi di far crescere l'indice di benessere economico dello stato.


 

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