L'induismo è un sistema composto da religione, da filosofia e da pratiche culturali nate in India. Gli induisti condividono una credenza basilare nella reincarnazione e in un essere supremo che ha molte forme e molte nature.
E' bene tener presente che l'induismo non è una religione missionaria, non ha mai cercato di fare proseliti fuori dall'India. Esso tende a essere la religione di un popolo: INDU' SI NASCE NON SI DIVENTA. L'origine delle parole India, indiani, Indù risale a un termine sanscrito SINDHU, che stava a indicare i corsi d'acqua e in particola il fiume Indo. Gli antichi Persiani, i Greci poi i Musulmani lo usarono per disegnare i popoli che vivevano al di là dell' Indo, e solo pochi secoli fa gli stessi indiani cominciarono a farlo proprio accettandolo dall'esterno.
Tale culto-religione risale al 1500 a.C. come sistema di riti e di molteplici divinità (politeismo) e sono poche le pratiche e le credenze che possono dirsi condivise da tutti gli induisti. La gran maggioranza dei 750 milioni di induisti nel mondo vive in India, adora Shiva, Vishnu o Devi, ma adora anche svariati milioni di divinità minori legate a villaggi o a famiglie particolari. L'induismo afferma che le teorie religiose opposte sono aspetti di una sola verità eterna. Il suo obiettivo è di essere liberati dall'ignoranza per raggiungere il Nirvana, che consiste nel diventare uno con l'unicità dell'universo.
In India vengono venerati anche gli animali, come la scimmia, il coccodrillo e il cobra. E' soprattutto la vacca a essere considerata,però quasi ovunque un animale sacro, pertanto vige un divieto assoluto a ogni buon induista di uccidere bovini e mangiarne la carne. In un paese nel quale il problema della fame è tuttora all'ordine del giorno ha sempre suscitato molte discussioni, e critiche anche feroci da parte degli occidentali. L'India possiede quasi 190 milioni di bovini, circa 98 milioni di bufali che insieme costituisco il 19 % circa del totale mondiale di bovini e bufali  . Le vacche forniscono alimenti preziosi come il latte e il burro. Garantiscono la riproduzione dei buoi che sono usati come animali da traino sia per i  trasporti , sia per l' aratura della terra. Il loro sterco viene usato come concime: ma anche come combustibile. Le vacche che vagano nei villaggi o per le strade delle città svolgono anche la funzione di spazzini. Tutto ciò aiuta a capire come gli induisti possano venerare la vacca come un simbolo della dea madre. 
La vita umana consiste in un ciclo di reincarnazioni. Sostiene che dopo la morte, l'anima lascia il corpo e nasce di nuovo in un altro corpo, e che le circostanze della nuova nascita sono determinate dal bene e dal male di azioni commesse nelle vite passate.
Gli induisti credono che la rinascita possa essere influenzata da espiazioni, da riti, da un lavoro di punizioni o di premi e dalla rinuncia ai desideri mondani. Nonostante le diversità all'interno dell'Induismo, vi sono cinque capisaldi fondamentali di questa religione. Il primo è che la realtà definitiva, chiamata Brahman, è unità impersonale. Questo è monismo: l'idea che tutto sia una cosa sola. Niente è distinto e separato dal resto. Un'altra credenza dell'Induismo è che noi siamo da Brahman e uno con Brahman. Tutto è uno, tutto è dio, inclusi noi stessi. L'Induismo insegna che il nostro problema è che abbiamo dimenticato che siamo degli dèi. La conseguenza di questo è che siamo soggetti alla Legge del Karma
: quel processo che veicola l'uomo o la manifestazione al suo destino. Non esiste perdono, non c'è alcuna via di fuga. Il peso delle conseguenze delle proprie azioni ricade interamente su se stessi. Le conseguenze dipendono così dal proprio karma, che può essere buono o cattivo, e ci segue di vita in vita. Questo è un'altro concetto Indù: il samsara, il continuo ciclo della vita, morte e rinascita, conosciuto anche col nome di reincarnazione. Il tipo di karma che si possiede determina il tipo di corpo in cui ci si reincarna nella vita successiva (un corpo umano, animale, o un insetto). L'ultimo grande pilastro dell'Induismo è la liberazione dalla ruota della nascita, morte e rinascita. Si può scendere dalla giostra della reincarnazione soltanto realizzando che l'individuo è un'illusione, e che solo l'unità con Brahman è reale. Ma non esiste alcun paradiso: soltanto, si perde la propria identità nell'unità universale. Le scritture più antiche e principali dell'induismo sono conosciute come i "Veda".


Ganesha(dio burlone e benefico;protettore dei viggia): figlio di Shiva  e di Parvati

Buddha(l'illuminato)


Il buddismo è una religione che contiene una gran varietà di correnti, ma il suo insegnamento centrale è che la sofferenza è una parte integrante della vita, e che la liberazione dalla sofferenza viene dalla purificazione morale e mentale che un individuo compie su di se. I Buddisti non credono in un Dio personale, non ha adorazione, preghiera, o lode a una persona divina, non offre redenzione, né perdono, né speranza del paradiso, né giudizio finale, assomiglia più a una filosofia morale, un modo "etico" di vivere la vita come un maestro spirituale che mostra la via all'illuminazione.
Il Buddismo fu fondato da un Indù, Siddhartha Gautama (563-483 A.C.), durante il VI secolo a.C.
Profondamente colpito dall'aver visto quattro diverse sofferenze in un giorno, Siddhartha si impegnò a trovare la fonte della sofferenza e il modo per eliminarla. Si sedette sotto un fico e fece voto di non rialzarsi finché non avrebbe ottenuto l'illuminazione. Dopo qualche tempo, ritenne di averla ricevuta e divenne il "Buddha" (cioè, l'illuminato). Cominciò così a insegnare le "Quattro Nobili Verità" , gli insegnamenti basilari del Buddismo:
1) la vita è sofferenza;
2) la causa della sofferenza è il desiderio perchè desideriamo cose che sono temporanee.;
3) la sofferenza può finire se ci si libera dal desiderio;
4) la libertà dal desiderio si ottiene su un sentiero con otto componenti: giuste vedute, giuste intenzioni, giusto parlare, giusto agire, giusta rendita, giusto sforzo, giusta mentalità e giusta contemplazione.
Uno dei concetti più importanti del Buddismo è il samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita. Differisce dal concetto Indù di reincarnazione in quanto il Buddismo insegna che non esiste un "sè" che continua a vivere nella vita successiva. Un'altro concetto importante è il Karma, che segue la persona in ogni ciclo del samsara.
Una persona che si libera dal desidero è considerata "illuminata" e raggiunge lo stato del Nirvana, che consiste in una nullità astratta.
Il buddismo è più forte nell' Asia orientale e centrale, ha circa 300 milioni di seguaci. Non è nella concezione del buddista l'esistenza di un Dio personale. In realtà nel buddismo ci si muove in una vaga atmosfera fumosa, piena di leggende e di miti contrastanti. Buddha con i suoi seguaci si sono concentrati sulle supposte possibilità umane di superare il contingente per attingere l'assoluto e, quindi, esaltando oltre misura l'uomo, sono rimasti incastrati, chiusi, nell'angusto orizzonte umano, piuttosto che rivolgersi all'unico vero Dio, Yahwéh, il Dio della Bibbia, che ha mandato il suo unico Figlio nel mondo per salvare l'umanità. Infine  insegna che ci sono molte vie per raggiungere la vetta della montagna, e così ci sono molte vie per andare a Dio.

Forse è solo un timido e parziale segnale di apertura, ma quanto successo a Pechino è quantomeno una novità. Per la la prima volta nella sua storia, il "Politburo"(l'ufficio politico ossia un organo esecutivo presente in vari partiti politici in particolare nei partiti comunisti), ha infatti dedicato un suo incontro alla religione ed ha invitato due esperti a parlare della storia e della situazione della religione in Cina.
È stato lo stesso presidente cinese Hu Jintao a sottolineare che Pechino sostiene "la libertà di religione" e che si propone di "aiutare i credenti di tutte le religioni se sono in difficoltà".
Hu Jintao ,ha sostenuto che "credenti e non credenti devono lavorare insieme" per il miglioramento della società, nella "nuova situazione" che si è venuta a creare in Cina.
Secondo le cifre ufficiali in Cina ci sono cento milioni di credenti cattolici, protestanti, buddhisti, taoisti e musulmani.

Entrambe le religioni hanno preso piede anche in occidente in quanto sono molti coloro che stressati dalla vita frenetica delle grandi metropoli decidono di praticare queste religioni fondate sulla meditazione.

Perché il buddhismo si è affermato in Occidente?

Caduta delle ideologie
Il crollo dei valori assoluti, della metafisica, della teologia, delle certezze che offriva la politica, e che per lunghi tempi hanno indirizzato e rassicurato l’umanità, ha avuto come conseguenza la ricerca di nuove strade per orientare l’esistenza, possibilmente non più dipendenti da rigide convinzioni ancorate in qualcosa di astratto e trascendente. La via del Dharma, per definizione pragmatica(La Pragmatica è una disciplina della linguistica che si occupa dell'uso della lingua come azione. Non si occupa della lingua intesa come sistema di segni, ma osserva come e per quali scopi la lingua viene utilizzata) e antidogmatica, ha sicuramente offerto un nuovo e apprezzabile orizzonte. Il buddhismo è caratterizzato dal nei riguardi della metafisica: decisamente in linea con lo scetticismo dell’uomo contemporaneo occidentale.

Disorientamento
Strettamente legato alla Caduta delle Ideologie, è il disorientamento causato dai mutamenti epocali della società post-industriale, dal vorticoso progresso della tecnologia, che tuttavia non riesce a cancellare le nostre paure, le ansie e la sensazione di vivere un’epoca di decadenza. Il buddhismo offre una via verso la quiete della mente, verso la liberazione da ridondanze, da pensieri superflui, da inutili rumori di fondo.

D’altronde anche l’epoca in cui è vissuto Siddharta fu un momento storico di transizione. Dopo millenni di civiltà, che in qualche modo aveva consentito un livello materiale di vita accettabile, tra il VI e il V sec. a. C. in India si assiste ad una crisi dell’antica religione vedica, divenuta una tecnica complessa impregnata di magia, ad uso della casta privilegiata dei brahmani. Nella confusione dei valori, molte persone di ogni ceto sociale abbandonavano in povertà villaggi e famiglie per cercare nuove risposte e costruirsi una propria identità. Siddharta tra questi uomini, fu colui che trovò la via per il superamento del dolore.

Buddhismo:sistema psicologico
Inoltre il buddhismo, viene considerato un sistema psicologico, una scienza della mente. Studiosi occidentali della psiche umana, che cercano di analizzare o di applicare le tecniche della meditazione buddhista a scopi terapeutici, non sono ormai casi isolati. Si ricorda tra questi Erich Fromm e il suo studio effettuato verso la fine degli anni ’50, confluito poi nel saggio “Psicoanalisi e buddhismo zen”. Fromm esamina, in questo saggio, le analogie, i punti di contatto fra la studio occidentale della psiche e gli insegnamenti della scuola Zen, concludendo che le due discipline, partendo da presupposti diversi raggiungono risultati analoghi.

Sfiducia nel cristianesimo
Per via dei compromessi con il potere temporale, la corruzione e le contraddizioni interne la Chiesa non sembra capace di guadagnarsi la fiducia dell’uomo alla ricerca di una spiritualità sentita e non accettata per conformismo, per ossequio alla tradizione o per dovere. Anche coloro che sentono la necessità di una guida coerente, affidabile, solida, al passo con i tempi, per ritrovare la propria identità nell’armonia con le creature dell’universo, l’organizzazione ecclesiastica non sembra in grado di essere convincente. Inoltre la sua struttura di potere centralizzata, il dogmatismo, il rigido attaccamento alla tradizione, l’incapacità di rinnovarsi, non la pongono nella condizione di rispondere alle esigenze di un’epoca così complessa come quella che stiamo vivendo, arricchita e al contempo agitata da continui cambiamenti e contatti fra popoli e culture diverse.

Idealizzazione dell’Oriente
Parallelamente alla sfiducia nella nostra religione tradizionale, si osserva una tendenza all’idealizzazione delle religioni orientali, dovuta anche ad una conoscenza non sempre approfondita della storia delle nazioni in cui tali dottrine si sono affermate. Oggi tutte le tradizioni che si fondano sul Dharma sono programmaticamente per la pace, e questa è sicuramente un’altra delle cause che inducono milioni di persone a simpatizzare per il buddhismo, in un mondo che è sempre più esposto a radicalismi e fondamentalismi religiosi, fautori di violenze e guerre sante. Ma se guardiamo da vicino alcune vicende storiche, anche relativamente recenti, dovremo constatare che, in alcuni casi, anche una religione così aperta, tollerante e pacifica come il Buddhismo è stata strumentalizzata e sottomessa alla ragion di stato. Un esempio, fra i più terribili ci viene offerto nel saggio “Lo Zen alla guerra” (Edizioni Sensibili alla Foglie, 2001) scritto dal monaco soto zen Brian Victoria, che ci presenta il ruolo svolto dal Buddhismo, in particolare della scuola Zen, a sostegno del militarismo giapponese dall’epoca Meiji fino a Hiroshima e Nagasaki, ovvero dal 1868 al 1945.

Buddhismo occidentale
In Occidente, un antidoto a questo pericolo, sembrerebbe costituito dall’essenza del buddhismo occidentale, che nel complesso risulta prendere la strada di un buddhismo laico, non istituzionalizzato, trasversale, volto a ritrovare un’armonia con il mondo esterno, un equilibrio, una pace interiore, piuttosto che una religione in senso tradizionale. Non solo esiste un dialogo continuo fra scuole diverse nell’ambito del buddhismo (agevolato dalla coesistenza nella stessa area di tradizioni eterogenee), ma anche con altre religioni, in particolare con il cristianesimo. In Italia, uno dei fautori di questa idea di ecumenismo è stato Vincenzo Piga (1921-1997), tra i fondatori dell’Unione Buddhista Italiana. Sosteneva che «Le diverse scuole in cui attualmente è diviso il buddhismo perderanno da noi importanza a favore di una specifica, nuova via occidentale al buddhismo. [...] Il nostro pensiero dunque è che oggi stia prendendo forma un “nuovo veicolo”: lo potremmo chiamare Buddhayana, o “via del Buddha”: e sarebbe proprio il buddhismo occidentale. Parlo semplicemente di Buddhayana, perché ritengo che, diffondendosi in Occidente, il buddhismo perderà alcuni tratti accessori o folcloristici con cui si presenta in Oriente, per conservare invece l’essenza del suo insegnamento.» (da “Buddhisti d’Italia”, Giampiero Comolli, Theoria, 1995, p. 37)