I diritti fondamentali tradizionali-la libertà personale di domicilio, di corrispondenza, di circolazione e soggiorno, il principio di eguaglianza e il diritto  a manifestare il proprio pensiero- nascono in Europa con  la rivoluzione francese e vengono enunciati per la prima volta nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino nel 1789. Questi diritti sono raccolti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, proclamata in occasione del Consiglio europeo di Nizza il 7 Dicembre del  2000.

I diritti umani in Europa: uno sguardo alla realtà

Gli stati Europei dovrebbero essere rispettosi dei diritti umani nella propria comunità. Così purtropo non è, infatti vi sono numerosi casi di violazione dei diritti umani anche all' interno dello spazio europeo (per violazione dei diritti si intende quei comportamenti messi in atto dalle istituzioni o da loro articolazioni). Fra tutti i casi di violazione dei diritti, i più comuni sono:

Abusi da parte della polizia: L'abuso da parte della polizia si verifica in molti stati membri(Grecia, Italia, Irlanda, Francia, Regno Unito, Spagna, Portogallo e Bulgaria). Si tratta in genere di denunce di maltrattamenti verbali o fisici, che in alcuni casi portano a decessi, atteggiamenti razzisti e aggressivi da parte delle stesse forze dell' ordine che dovrebbero invece garantire la protezione e la sicurezza dei cittadini.

Rifugiati: Numerosi paesi membri hanno adottato o sembrano in procinto di adottare norme riguardanti il diritto di asilo particolarmente restrittive, che mettono a rischio il rispetto dei diritti umani dei rifugiati.


una nave carica di immigrati clandestini

Immigrati clandestini: Negli ultimi anni la formidabile pressione migratoria ha messo sotto tensione gli stati dell'Unione, in particolare quelli che ne costituiscono le frontiere esterne. I diritti degli immigrati clandestini vengono però talora violati durante la loro permanenza nei Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza (CPTA). I paesi maggiormente coinvolti da questo fenomeno e perciò maggiormente criticati sono gli stati dell' area del mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia e Malta).


carcere sovraffollato in Bulgaria

 

 

 

Sistema carcerario: Alcuni stati membri sollevano da molti anni preoccupazioni circa le condizioni in cui vive la popolazione carceraria. La problematica principale è rappresentata dal sovraffollamento e dalle conseguenze che questo comporta in termini di sicurezza e di condizioni sanitarie e igieniche. Episodi che testimoniano la precarietà  delle condizioni di vita all' interno delle carceri sono i crescenti casi di suicidio e di autolesionismo, che si sono registrati in alcuni stati membri, quali la Bulgaria, il Belgio, l'Italia, la Svezia e il Regno Unito.

Misure antiterrorismo: A seguito degli attentati dell'11 Settembre, molti stati europei hanno adottato norme speciali di contrasto volte a combattere il terrorismo internazionale, alcune delle quali rischiano concretamente di comprimere gli spazi di libertà individuale e di violare alcuni diritti fondamentali.

Discriminazione: All'interno dell'Unione europea sono ancora segnalate forme di discriminazione riconducibili a ragioni di tipo razziale, sessuale e religioso. La forma più comune è quella degli episodi di violenza e delle umiliazioni su base razziale a opera dei singoli operatori delle forze dell'ordine. Esistono anche forme di discriminazione strutturale nei confronti di alcune minoranze etniche le quali, come nel caso delle minoranze presenti in Grecia, Estonia e Lettonia, non godono ancora di un pieno riconoscimento dei propri diritti linguistici e culturali e di quelli sociali e previdenziali.


donna violentata

Violenza sulle donne: Le donne in Europa continuano ad essere vittime di forme di discriminazione nel modo in cui le istituzioni affrontano il fenomeno della violenza all' interno delle mura domestiche. La discriminazione riguarda il limitato numero di luoghi protetti disponibili per le vittime, la mancanza di competenze specifiche delle forze dell' ordine e del personale sanitario che trattano casi di violenza domestica, il limitato aiuto psicologico alle vittime, ma soprattutto gli ostacoli incontrati dalle vittime nell'ottenimento di sentenze di condanna per i propri aggressori.


bambino sfruttato dalla famosa multinazionale NIKE

 

Violazioni verso i minori: I diritti fondamentali dei bambini sono violati in molti stati membri dell'Unione Europea, come riportano i frequenti casi di cronaca legati ad abusi sessuali, sfruttamento e pedopornografia. Va però segnalato specificamente il caso della Romania, dove si registra il maggior numero di situazioni anomale nei confronti dei minori: un elevato tasso d'interruzione della gravidanza, circa 80.000 minori abbandonati negli istituti, la drammatica situazione dei minori affetti dal virus HIV/AIDS, e l'elevato numero di bambini romeni ancora vittime del traffico di esseri umani, impiegati per donare organi o nella prostituzione infantile, costretti a vivere in un ambiente degradato  dal punto di vista  sia economico che sociale.

Le minoranze in Europa: L'Unione Europea integra al suo interno differenze e minoranze. Il rispetto delle minoranze è diventato perfino uno dei criteri di Copenaghen, princìpi generali fissati dopo la caduta del muro di Berlino, che definiscono i requisiti indispensabili per poter diventare membri dell'Unione. Le minoranze europee che lamentano discriminazioni ai propri danni sono numerose. Un caso particolare è quello della Lettonia dove, nonostante un terzo degli abitanti sia di lingua russa, la sola lingua ufficiale riconosciuta dal 1992 è il lettone. La conoscenza della lingua, il cui insegnamento obbligatorio è imposto anche alle istituzioni scolastiche con lingua di base diversa, è decisiva per l'ottenimento della cittadinanza: così oltre al 60% degli apolidi presenti nel paese appartiene la minoranza russofona, una condizione infelice per persone che non si vedono riconosciuta la cittadinanza della Lettonia, paese in cui vivono, ma nemmeno quella della Russia, a cui appartengono solo etnicamente.


Immagine di un campo rom in Bulgaria

Il caso dei rom: La popolazione rom è vittima di una sostanziale violazione dei diritti umani in quasi tutti i paesi dell' Unione Europea. Con il crescente sviluppo  dei modelli capitalistici, i rom hanno trovato sempre maggiori difficoltà di comprensione e di integrazione dei propri modelli sociali, soffrendo conseguentemente casi  di discriminazione e anche di razzismo e xenofobia. I 15 milioni di rom che vivono in Europa, molti dei quali nella parte centro-orientale, affrontano quotidianamente discriminazioni nel lavoro, nell'abitazione, nell'istruzione e nel settore sanitario, oltre ad essere frequentemente vittime di episodi di violenza razzista. Un eclatante caso di discriminazione nei confronti dei rom è stata la legge slovacca (abrogata nel 2004) che dichiarava tutti i nomadi, per la semplice appartenenza etnica, perseguibili e incarcerabili per un periodo da 6 mesi a 3 anni.

 

 

Azioni e strumenti dell’Unione Europea a favore della tutela dei diritti umani

L’Unione Europea contribuisce alla tutela dei diritti umani negli stati membri.
Gli stati dell’Unione sono giuridicamente vincolati al rispetto dei diritti dell’uomo sia dai propri princìpi costituzionali, sia dagli strumenti di diritto internazionale da loro ratificati nel quadro delle organizzazioni internazionali, quali le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Il rispetto dei diritti umani da parte degli stati è sottoposto ad un continuo controllo (previsto dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea) a livello comunitario, che inizia durante la fase di adesione del paese candidato e prosegue in maniera permanente una volta che questi è integrato all’interno dell’Unione.
Il ruolo della Corte di giustizia è stato fondamentale poiché attraverso la propria giurisprudenza ha supplito alla iniziale assenza nei Trattati di un riferimento ai diritti fondamentali. Nel corso degli anni la Corte si è pronunciata  su una serie di casi individuali riconoscendo numerosi diritti  nella propria giurisprudenza, tra i quali: la dignità umana, il principio di uguaglianza, la non discriminazione, la libertà di associazione, la libertà di religione e di credo, la protezione della vita privata, il segreto professionale dei medici, il diritto di proprietà e la libertà professionale, la libertà di commercio, la libertà economica, la libertà di concorrenza, il rispetto della vita familiare, il diritto ad una efficiente protezione giudiziaria e ad un giusto processo, l’ inviolabilità del domicilio e la libertà di opinione e di pubblicazione.
La Corte di giustizia gioca un ruolo attivo nel sistema di tutela tramite gli strumenti di ricorso giurisdizionale di cui dispongono i singoli per vedersi riconosciuta la violazione di un diritto fondamentale da parte di un atto comunitario: il controllo di legittimità degli atti comunitari e il ricorso pregiudiziale.
Accanto ai ricorsi di tipo giurisdizionale, l’ordinamento comunitario prevede due ricorsi di tipo non giurisdizionale che possono essere esperiti dai cittadini comunitari e dai cittadini di stati terzi residenti nell’Unione Europea: il ricorso al Mediatore Europeo e la petizione al parlamento europeo. Il Mediatore europeo è un’ istituzione creata nel 1992 dal trattato di Maastricht:il suo compito consiste nell’esaminare le denunce presentate dai cittadini contro casi di cattiva amministrazione da parte delle istituzioni e degli organi della Comunità Europea (si è in presenza di cattiva amministrazione quando un organismo pubblico non opera conformemente a una norma o ad un principio per esso vincolante).
Il secondo tipo di ricorso non giurisdizionale consiste nella presentazione di petizioni al parlamento europeo.  La creazione di uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, ha fatto emergere la rilevanza della tutela dei diritti dell’ uomo  nell’ ambito della politica comune di asilo e immigrazione, della lotta al terrorismo, della cooperazione giudiziaria e di polizia e della lotta contro le discriminazioni. Il parlamento europeo si è dimostrato  particolarmente attento alle garanzie sui diritti dell’uomo, come dimostrano le continue missioni della LIBE nei centri di accoglienza temporanei per immigrati clandestini e la costante pressione politica nei confronti della commissione e del consiglio.
Il rispetto dei diritti umani come obiettivo dell’Unione (in particolare il rafforzamento dei diritti fondamentali e della cittadinanza) trova un suo ampio rilievo nel programma dell’Aia, adottato dal Consiglio europeo del 4 e 5 Novembre 2004, che elenca le 10 priorità europee dirette a rafforzare lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia nei successivi 5 anni.
Tra le più recenti iniziative intraprese in questo campo dall’ Unione Europea merita un’attenzione particolare l’istituzione dell’Agenzia dei diritti fondamentali. Il Consigio Europeo nel Dicembre 2003 ha istituito una serie di nuove Agenzie: fra queste ha preso la decisione di sviluppare l’ esistente Osservatorio europeo sui fenomeni di razzismo e xenofobia (EUMC) essendone il mandato e trasformandolo in un’ Agenzia per i diritti fondamentali.
L’Osservatorio, che ha sede a Vienna e sarebbe un organo indipendente dell’ Unione Europea, ha attualmente il compito di trasmettere alla comunità e agli stati membri informazioni e dati obiettivi, attendibili e comparabili sui fenomeni di razzismo e xenofobia nell’Unione Europea, per supportare l’UE e gli stati nell’adozione di programmi e azioni di contrasto a questi fenomeni, nonché di identificare le best practises (ossia le esperienze più significative e con i migliori risultati) e di gestire la rete informativa sul razzismo e la xenofobia (Raxen), impegnata nella raccolta di informazioni a livello nazionale. L’istituzione dell’Agenzia, secondo i sostenitori, costituirebbe un’integrazione dei meccanismi di monitoraggio istituiti a livello internazionale, europeo e nazionale.