Piccoli, disordinati, sfuggenti
 

di Nicolò Celin

“Che strano mondo che è questo, chissà se anche quel piccolo omino odioso che mi ha accecato viveva in una di queste costruzioni. Lo ritroverò ugualmente, meno male che mio padre mi ha guarito. Però è strano, non riesco lo stesso a capire, tutti questi piccoli “esserini” che stanno assieme, e soprattutto dividono le cose con gli altri! Inoltre vivono attaccati e le loro case sono piene di cianfrusaglie inutili, non c’è neanche un po’ di ordine! Inoltre, straniero, ti dirò che essi non facevano mai la stessa cosa, un giorno mungevano e quello dopo preparavano il formaggio, poi andavano a coltivare i campi: non è strano?! Non possono fare le cose con ordine una dopo l’altra, sarebbe molto meglio fare una cosa dopo l’altra; loro invece facevano una cosa poi, senza neanche finirla, ne facevano un’altra, sono dei pazzi. Tu cosa ne pensi straniero? Pensa che raccoglievano il bestiame tutto assieme in grandi recinti senza dividerlo! Ho notato anche, straniero, che sprecavano un sacco di cibo: infatti, toglievano le intestina e le ossa alle capre prima di mangiarle, è uno spreco incredibile di cibo, non pensi? E poi continuavano a fare quelle stupide libagioni a Zeus, sono proprio degli sciocchi.
Adesso, ti voglio raccontare cosa mi è successo prima di arrivare qui.


gruppo scultoreo da Sperlonga: Polifemo accecato

Un giorno, come al solito, mi sono alzato al sorgere di Aurora, ho fatto colazione, ho preso il cibo per il pranzo, poi con le mie capre sono andato al pascolo e ho mangiato quando l’ombra degli alberi era sotto di essi. Quando sono tornato ho munto le capre, ho diviso il latte e preparato il formaggio. Poi, mentre stavo per mangiare, al tramontar del sole, ho acceso un fuco e li ho notati tutti lì ,in un angolo, questi “esserini” che avevano mangiato le mie cose e sparso dappertutto i miei averi, che io invece avevo riposto con cura; perciò è stato giusto mangiarli, non credi? Loro però volevano che gli dessi anche i doni ospitali, ma io non onoro Zeus: perché avrei dovuto dare qualcosa a quei piccoli umani che si erano infiltrati in casa mia e avevano messo in disordine tutto? Poi, il giorno dopo, mi sono rialzato e ho trascorso come al solito la mia giornata, chiudendoli però in casa; quando sono tornato mi hanno dato del vino buonissimo ed io naturalmente ho fatto un regalo ad Odisseo, che però, non so perché, mi ha detto di chiamarsi Nessuno. Comunque, per ringraziarmi, mi hanno accecato mentre dormivo, quei malvagi! Un dio deve averli fatti scappare perché dalla porta sono passate solo le mie capre, ma sono passate in ordine sparso, forse perché soffrivano anche loro per la sorte del loro padrone. E poi non so come mai ma sono scappati per mare: ma la loro barca non era affondata? Me lo aveva detto lui stesso…. Comunque ho scagliato tre rocce ma non li ho presi. Ma la cosa più incredibile è che ero stato avvertito da un indovino che un eroe mi avrebbe accecato; invece sono stato accecato da un uomo comune, simile a tanti altri, piccolo e bruttino, era impossibile riconoscere sotto quelle spoglie l’eroe. Non credi?! Poi però sono andato da mio padre che mi ha guarito ed ora sto cercando quel piccolo ometto per vendicarmi. Tu non non lo hai visto, vero?”
“Ciclope, ti ho ascoltato con interesse, quell’uomo lo conosco bene ma è morto, non cercarlo più. Poseidone l’ha punito. Il temerario che ti sfidò non esiste più, ora torna a vivere nelle tue fertili terre e nella tua caverna”
“Grazie straniero, tornerò nella mia caverna ma tu chi sei?.”
“Io sono solo un vecchio navigatore i cui occhi hanno visto cose proibite per gli altri mortali e che ha viaggiato e ingannato troppo, non sono Nessuno, addio.”
Si alzò dalla panchina sulla quale eravamo seduti e se ne andò nel nulla, dal quale era venuto, come Odisseo che mi aveva accecato. La sua nave partì due giorni dopo dal porto e solo allora mi rivelò la sua identità: era Odisseo, si era preso gioco di me un’altra volta, quel piccolo esserino malvagio. Ma lo ritroverò, parola di Ciclope!