Vela o motore

di Andrea Riccardi

Finalmente sono in vacanza: basta lavorare. Posso, come progettavo da molti mesi, fare una crociera con una barca a vela presa a noleggio.

La prima emozione che provo, quando lascio il porto per dirigermi verso l’orizzonte a vele spiegate,  è una sensazione di libertà e di pace; non si sente infatti nessun rumore tranne lo sciabordio dell’acqua.

Le previsioni meteo, però, cambiano all’improvviso dando burrasca in arrivo. Cambio rotta e, dopo alcune ore di navigazione, arrivo in una piccola isola e trovo un ormeggio nel porticciolo.

Dopo poco tempo attracca vicino a me una grossa barca a motore ed il mio primo pensiero è che, con l’alzarsi del vento, lo yacht potrebbe urtare la mia barca.

C. Paquay, Fregate messicane sul mio cielo

Per questo motivo passo la notte in dormiveglia, controllando periodicamente la tenuta delle cime e dei parabordi. Il proprietario dello yacht, invece, sembra non preoccuparsene poiché verso mezzanotte si spengono le luci della sua barca.

La mattina seguente il mio vicino mi invita sulla sua barca a fare colazione e così scopro che ha circa la mia età. Il tempo volge al brutto e purtroppo, come annunciato dalle previsioni, passeremo l’intera giornata bloccati sull’isola.

In questo lasso di tempo sono riuscito a capire come il mio nuovo amico intenda le vacanze per mare. Mi spiega infatti che a lui interessa maggiormente divertirsi nel luogo di arrivo, riducendo al minimo lo spreco di tempo del viaggio, mentre io mi godo nello stesso modo sia la vacanza a destinazione, sia i vari spostamenti.

Ribadisco che andando in vela io posso provare emozioni molto forti, che si sommano a quelle del veleggiare: posso infatti incontrare branchi di pesci e di delfini, che restano nella scia della mia barca anche per qualche ora, godermi il sole ed il paesaggio e pescare, se fortunato, qualche pesce alla traina.

egli ribatte dicendomi che io devo sempre subire le condizioni meteo mentre lui può programmare l’arrivo nei porti come vuole.

Io confermo questa opinione aggiungendo che questo, per me, è il lato bello delle vacanze, in quanto mi dimentico dello scorrere del tempo, sentendomi libero da ogni impegno: almeno tre settimane all’anno mi piace non essere condizionato dalle solite abitudini.

Io inoltre, ogni volta che esco in mare, ho la possibilità di misurarmi con me stesso, provando ad ogni uscita emozioni nuove: la vela infatti può essere considerata un passatempo ma per me è soprattutto  uno sport.

Se dovessi abbinare questi due modi di avvicinarsi al mare con  Polifemo e Odisseo, direi che la mentalità di un “velista” potrebbe assomigliare a quella del re di Itaca poiché questi ama sempre mettersi alla prova e reagire ad eventuali imprevisti; Polifemo invece potrebbe associarsi al modo di affrontare il mare di un amante delle grosse barche a motore poiché esclude qualsiasi imprevisto, ed ama essere indipendente da ogni condizionamento della natura.