LA GIOVINEZZA
Mao Zedong nasce il 26 dicembre 1893 nel villaggio di Shaoshan nel distretto (xian)
di Xiangtan (Hunan). Figlio di contadini, frequenta gli studi elementari presso
la scuola del villaggio dove contemporaneamente aiuta il padre nel lavoro dei
campi. Le sue prime letture sono i grandi romanzi dell'epopea popolare ed i
programmi di riforma. Di questi in particolare lo colpisce, come egli stesso
narrerà a Edgar Snow, il saggio Ammonimenti ad un'era di apparente ricchezza di
Zheng Guanying, in cui si propongono idee quali l'introduzione in Cina della
tecnologia occidentale e l'ingresso nel governo di uomini d'affari e di
imprenditori aperti alle riforme anti-confuciane.
Le sommosse popolari, avvenuta nella vicina città di Changsha in seguito ad una
grave carestia, pongono il giovane Mao in diretto contatto con la realtà cinese
degli inizi del secolo. Il suo approccio al pensiero radicale avviene nello
stesso villaggio natio, dove arrivano gli echi della critica alla religione
buddhista e della denuncia della perdita, da parte del governo cinese, della
sovranità su Corea, Taiwan, Indocina e Birmania. Inviato dal padre a Xiangxiang
per apprendere il mestiere di mercante di riso, si iscrive nel 1909 ad una
scuola dove si insegna la "cultura occidentale" e conosce allora le gesta di
Napoleone, Caterina di Russia, Rousseau, Montesquieu e Lincoln. Nell'inverno del
1911 si reca a Changsha, la capitale dello Hunan, e nella scuola provinciale
locale ha modo di leggere il suo primo giornale Minlibao ("Forza del popolo").
Il 10 ottobre di quello stesso anno scoppia la rivolta anti-imperiale di Wuhan,
che in pochi giorni si estende fino a Changsha, e Mao si aggrega all'esercito
rivoluzionario. Dalle pagine di Xiangjiang Ribao trae le prime informazioni sul
socialismo e legge in quello stesso periodo vari opuscoli di Jiang Kanghu, il
filosofo che nel 1912 fonda il primo partito socialista cinese.
Nella primavera del 1912, Mao lascia l'esercito e riprende da autodidatta gli
studi interrotti. Legge nelle traduzioni di Yan Fu e di altri La ricchezza delle
nazioni di A. Smith, Lo spirito delle leggi di Montesquieu, e scritti di Darwin,
Rousseau e Spencer.
Nel 1913 si iscrive alla Scuola normale n. 1 di Changsha, un istituto magistrale
dove si diploma nel 1918; tre degli insegnanti che vi lavorano hanno
un'influenza rilevante sulla formazione del giovane Mao. Il primo di questi,
l'insegnante di cinese Yuan Jilin, gli insegnò quello stile conciso e sobrio che
troviamo nella sua prosa; il secondo, il filosofo Yang Changji, neo-confuciano
progressista che aveva studiato in Europa, ammirava Kant ed era un sostenitore
della filosofia radicale di Chen Duxiu: insegnò a Mao principi neoconfuciani
imbevuti di individualismo liberale e di ideali di autorealizzazione personale;
il terzo, Xu Teli, era uno hunanese ribelle, noto per la sua onestà e dirittura
morale, che si convertì successivamente al comunismo.
Mao con la famiglia, 1919 |
Mao si reca a Pechino nel 1918 dove trova lavoro come aiuto di biblioteca, alle
dipendenze di Li Dazhao. Quest'ultimo pubblica uno scritto sulla Rivoluzione
d'ottobre, uno dei primi ad apparire in Cina, e promuove un gruppo di stadi
marxisti al quale Mao aderisce.
Nel 1919 accompagna a Shanghai alcuni amici in partenza per l'Europa, tra questi
il suo amico Cai Hesen; la cultura occidentale esercitava allora un fascino
notevole sui giovani cinesi. Mao torna a Changsha dove insegna nella scuola
elementare Xiuye. Nel luglio fonda il settimanale Xiangjiang Pinlun, dove
attacca il governatore di Changsha, un uomo di fiducia del primo ministro Duan
Qirui. In un suo articolo di allora, "La grande unione delle masse popolari", si
profila uno dei temi più importanti del suo pensiero, quello della formazione di
una vasta alleanza tra i vari ceti per una grande rivoluzione unitaria. Il
governatore Zhang Jingyao sopprime il settimanale.
La protesta contro le potenze occidentali, che con il trattato di Versailles
avevano ceduto al Giappone le Concessioni tedesche in Cina, culminò con il
"Movimento 4 maggio" che unì per la prima volta intellettuali e masse popolari;
la Rivoluzione d'ottobre in Russia proponeva una nuova alternativa politica e
ideologica, con il suo accento di internazionalismo in una rivoluzione
socialista.
Questi gli avvenimenti che la Cina vive più intensamente nel 1919-'20. Il
Comintern invia in Cina un proprio emissario, Grigorij Voitinskij, che promuove
dapprima la fondazione della Società per lo studio della teoria marxista a
Pechino e i primi nuclei comunisti: quello di Pechino diretto da Li Dazhao e
quello di Shanghai diretto da Chen Duxiu. A sua volta Mao organizza una cellula
a Changsha, e altre sorgono a Canton, Wuhan e Tianjin (Tientsin).
IL PARTITO COMUNISTA CINESE ED I PRIMI SEI CONGRESSI NAZIONALI
II 1° luglio 1921, dodici delegati di questi gruppi tengono il loro I Congresso
a Shanghai e lo continuano sul lago Meridionale di Jiaxing: dalla riunione nasce
il partito comunista cinese. Mao, uno dei dodici delegati, tornato a Changsha
amplia quella sezione del Pcc, e con Liu Shaoqi, organizza un movimento
sindacale in tutta la provincia, e in particolare nelle miniere di Anyuan.
Il Pcc costituito dal I Congresso del 1921 adotta un documento programmatico di
stretta ideologia marxista e di aperta ostilità contro il partito "borghese"
nazionalista (vedi Guomindang, Gmd) di Sun Yatsen. Ma in quello stesso anno il
Comintern, tramite il suo emissario Maring, si mette in contatto con Sun Yatsen
e dopo laboriose trattative stringe con lui un patto di collaborazione: Sun
avrebbe accettato nel suo partito dei comunisti e l'Unione Sovietica in cambio
lo avrebbe aiutato nella impresa di unificazione del Paese sotto il suo partito
nazionalista. A quel tempo in Indonesia il partito comunista aveva stretto
alleanza con il movimento nazionalista, il Sarekat Islam.
Al II Congresso del Pcc (1922) l'ordine del Comintern di collaborare con Sun
Yatsen trova riluttanti i compagni cinesi. Mao non vi partecipa, e dirà più
tardi a Snow che, giunto a Shanghai dove si tenevano i lavori, non ne ricordò
l'indirizzo. Alcuni storici suppongono che Mao non vi partecipò, perché
avvertito della manovra dei sovietici, e anche perché in quelle circostanze la
sua mozione di appoggio al movimento operaio nello Hunan contro i nazionalisti
locali sarebbe stata respinta. Il "blocco all'interno" del partito nazionalista,
voluto da Mosca per il Pcc, rifletteva la strategia sovietica di creare una
serie di regimi nazionali a lei favorevoli anche se non di marca specifica
comunista; in Cina era giustificata dall'infanzia e debolezza del Pcc, dove
un'alleanza fra le varie classi progressiste era più efficace che non la lotta
comunista aperta.
Il III Congresso del partito (1923) adotta la linea voluta da Mosca. In quell'occasione
Mao viene eletto membro del Comitato Centrale. Si trasferisce a Shanghai dove
collabora nel Gmd con Wang Jingwei e Hu Hanmin, che diventeranno poi gli
esponenti rispettivamente della fazione di sinistra e di quella di destra del
Gmd. In posizione subordinata, Mao deve contentarsi di avallare le loro
decisioni; sarà per questo aspramente criticato dal compagno di partito Li Lisan;
stanco e depresso si ritira a Shaoshan dove rimane fino alla primavera del 1925.
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Gli echi della rivolta operaia nel maggio-giugno di quell'anno a Shanghai e le
difficili condizioni delle campagne favoriscono tra i contadini dello Hunan
l'organizzazione di bande armate. Mao intuisce subito il potenziale esplosivo di
questa situazione ai fini rivoluzionari e si getta nel movimento rivoluzionario
dei villaggi. Costretto per questo ad abbandonare la provincia, si rifugia a
Canton dove collabora con i nazionalisti contro i "signori della guerra", e
insegna nell'Istituto preparatorio per il movimento contadino, fondato da Peng
Pai; successivamente ne diventa il direttore. Allo stesso tempo ricopre la
carica di vice direttore del dipartimento per la propaganda, attribuitogli dal
Gmd. Per quanto riguarda il movimento rurale, i nazionalisti e Mao si trovano
assai vicini nell'intento di minare il potere dei latifondisti che appoggiavano
il "signore della guerra" Chen Qiongming, e Mao nel periodo 1924-'26 riceve più
aiuto dai nazionalisti che dallo stesso Pcc, impegnato allora in un programma
politico che dà rilievo alla mobilitazione del proletariato urbano. Nel
settembre del 1926, Mao conduce i suoi studenti propagandisti a Haifeng, dove
per due settimane vivono l'esperienza di una rivolta agraria in azione sotto la
direzione di Peng Bai; in questo modo la scuola addestra decine di agitatori
preparandoli al lavoro politico nelle campagne. Nell'inverno 1925-'26 Mao compie
una visita in cinque distretti dello Hunan, in seguito alla quale redige il
Rapporto sulla condizione contadina, che troviamo tra i primi saggi delle sue
Opere scelte.
Nel gennaio 1925, il Pcc tiene il IV Congresso, che si avvicina molto alle tesi
di Mao, dichiarando "particolarmente importante" l'agitazione contadina.
Nel frattempo il processo di lenta erosione dell'alleanza fra comunisti e
nazionalisti, iniziatosi con la morte di Sun Yatsen, nel marzo del 1925, si
sviluppa in maniera drammatica; all'interno del Gmd si delineano due correnti:
una di sinistra favorevole al proseguimento della collaborazione coi comunisti,
l'altra assolutamente contraria. Un terreno dello scontro con gli stessi
nazionalisti progressisti è la questione della riforma agraria, sollevata dal
movimento contadino. Il Comintern, da parte sua, oltre ad interferire sul
partito comunista già diviso su questi temi, subordina gli interessi del Pcc
alla sua fiducia nel Gmd e all'utilità politica di quest'alleanza.
Tutto ciò sbocca tragicamente nelle purghe anti-comuniste ordinate
inopinatamente da Jiang Lieshi a Shanghai nell'aprile 1927, dopo i primi
decisivi successi della "spedizione a nord" per la riunificazione del Paese. Due
settimane dopo il colpo di mano anticomunista di Jiang, si tiene a Wuhan il V
Congresso del Pcc. I delegati sono divisi fra l'alternativa di continuare
l'alleanza con il Gmd o di romperla violentemente; ma sotto l'influsso del
Comíntern e quello personale di Chen Duxiu, cercano un compromesso con quei
nazionalisti progressisti che non si adeguano all'anticomunismo di Jiang, e
rigettano la proposta di Mao per una politica agraria incisiva, che rilanci la
rivoluzione dalle campagne. Ma in un secondo momento Wang Jingwei, capo dei
nazionalisti di Wuhan, si riconcilia con Jiang Lieshi, nel timore che il suo
governo rivale passi sotto il controllo comunista. Al Pcc non resta che tentare
la via delle insurrezioni armate, per affrettare il processo rivoluzionario ed
evitare il pericolo di essere totalmente eliminato.
Ye Ting e He Long guidano il primo tentativo di rivolta armata, "la rivolta di
Nanchang" dell'agosto 1927; il sollevamento però fallisce, non riuscendo tra
l'altro a trovare un collegamento con la base contadina della regione. Mao
riceve l'incarico di organizzare in Hunan e Jiangxi "l'insurrezione del raccolto
d'autunno" sotto la bandiera del "potere politico alle associazioni contadine" e
l'esproprio dei grandi e medi latifondi. Il 9 settembre scoppia la rivolta, ma
fallisce nell'intento di prendere Changsha. Mao guida quanto rimane dei suoi
quattro reggimenti, circa 1.000 uomini, sui monti Jinggangshan, ai confini tra
Hunan e Jiangxi, dove costituisce una base di guerriglia con l'aiuto di due
briganti del posto. È un'impresa alquanto eterodossa rispetto ai canoni
marxisti, in quanto avventura militare più che rivoluzionaria e per l'apporto di
elementi del sottoproletariato privi di una sufficiente preparazione ideologica;
ricorda piuttosto le epiche imprese dei banditi-eroi delle insurrezioni popolari
della storia cinese, e Mao si rivela un grande politico ed originale ideologo
nel saperla trasformare in una rivoluzione socialista.
La centrale del Pcc, a Shanghai, ne è preoccupata e cerca di intervenire: ma la
base rivoluzionaria di Mao si consolida, anzi serve da punto di riferimento. La
raggiungono tra l'altro, nell'aprile 1928, le truppe di Zhu De, Lin Biao e Chen
Yi, reduci da tentativi pure falliti di rivolte. Le loro forze riunite vengono
ribattezzate col nome di IV Armata rossa: Zhu De ne assume il comando supremo e
Mao ne diventa il commissario politico. A Shanghai, il Comitato Centrale del Pcc,
legato a schemi di azione politica imperniata sulla mobilitazione delle masse
operaie e su simultanee insurrezioni armate nelle città (teoria difesa da Qu
Qiubai), si vede infine costretto a considerare la guerriglia nelle campagne
come forma di lotta necessaria, in un momento di bassa del movimento
rivoluzionario urbano.
Nel VI Congresso tenuto a Mosca nel luglio 1928, il partito adotta un
atteggiamento favorevole nei confronti dell'immediata realizzazione dei Soviet
rurali, atteggiamento dettato da necessità pratiche più che da precise scelte
ideologiche. Il 14 gennaio la base di Jinggangshan, sotto la pressione dei
militari nazionalisti, viene temporaneamente abbandonata. Zhu e Mao lasciano
Peng Dehuai a combattere in retroguardia e si dirigono nel Jiangxi meridionale,
dove in aprile li raggiunge Peng Dehuai. Insieme organizzano una nuova base
"sovietica" da cui nascerà nel 1931 la Repubblica sovietica cinese, con capitale
a Ruijin.
Il vertice del partito con a capo Li Lisan vede con sospetto l'instaurazione di
un'unità politica priva di "direzione proletaria"; ordina così a Zhu e Mao e
agli altri comandanti comunisti di lanciare una serie di attacchi frontali
contro varie città della Cina centromeridionale. Nell'estate 1930, Zhu e Mao
marciano su Nanchino e poi su Changsha; ma al loro attacco non fa seguito
l'insurrezione in massa delle maestranze operaie. Gli uomini di Zhu e Mao e
tutte le truppe comuniste di fronte alle superiori forze nazionaliste devono
ritirarsi e tornano alle basi nel Jiangxi meridionale. Nel mese di luglio di
quello stesso anno 1930, la polizia nazionalista cattura e passa per le armi la
moglie di Mao, Yang Kaihui, e la cugina Mao Zejian.
LA PROGRESSIVA AFFERMAZIONE DI MAO
Mao inizia una vasta opera di consolidamento del proprio potere che si conclude
nel dicembre 1930 dopo l'incidente di Futian, quando un folto gruppo di rivali,
fautori di Li Lisan, vengono eliminati in una purga sanguinosa. Nell'autunno
1931, il vertice del Pcc ormai politicamente vicino alle posizioni delle basi
"sovietiche", decide di muoversi a sua volta nel Jiangxi. A Ruijin si convoca in
novembre il I Congresso dei Soviet cinesi, e cioè delle varie basi
rivoluzionarie. Viene eletto un governo centrale con poteri prevalentemente
nominali, data la frammentarietà delle basi; Mao ne è il presidente.
Nel frattempo, conclusa la "spedizione a nord" e costituito un nuovo governo a
Nanchino nell'ottobre 1928, Jiang Jieshi aveva unificato nominalmente il Paese
con la conquista di Pechino, l'adesione del nord-est e il riconoscimento
internazionale. Nel processo di unificazione effettiva della Cina, le basi
comuniste costituiscono per Jiang il bersaglio principale.
Dall'inverno 1930 si susseguono così ben 5 campagne militari contro i comunisti,
che nell'ottobre 1934 vengono messi in grave difficoltà. D'altra parte, Mao dopo
il 1933 subisce una grave eclissi di potere personale, al punto da trovarsi
condannato agli arresti domiciliari. La causa diretta sembra sia stata la
gradualità nella riforma agraria da lui promossa, che colpiva solamente i
contadini più ricchi per mantenere un'ampia base di consenso nei confronti del
regime comunista; una scelta strategica che lo opponeva alla linea radicale dei
"ventotto bolscevichi", un gruppo di giovani dirigenti che avevano preso in mano
il vertice del partito con l'appoggio del Comintern.
Sfuggendo all'accerchiamento delle truppe nazionaliste, nell'ottobre 1934, circa
100.000 uomini si portano appresso tutto l'armamentario dello Stato (macchine
per il conio di monete, archivi, ecc.), lasciano il Jiangxi e partono per un
esodo in massa con l'obiettivo iniziale di raggiungere le forze di He Long nello
Hunan nord-occidentale e costituirvi un nuovo Soviet; ha inizio così la Lunga
Marcia ( Storia moderna, n. 23). Di fronte alla pressione del Gmd, l'esercito
rosso ripiega poi più ad occidente; entra nel Guizhou, attraversa il fiume Wu e
conquista nel gennaio 1935 la città di Zunyi; qui si tiene una "riunione
allargata del Politburo", che segna una tappa fondamentale nella storia del
movimento comunista cinese e nella vita di Mao. La politica delle insurrezioni
armate urbane viene abbandonata e prevale la strategia militare di Mao, che
diventa il personaggio più influente del Pcc, il primo dirigente comunista di un
grande Paese salito al potere senza l'investitura sovietica.
A Zunyi si decide inoltre di abbandonare l'equipaggiamento ingombrante, e di
procedere speditamente verso il Sichuan. Il 12 luglio 1935 la I Armata, al
comando di Mao e Zhu De, raggiunge Maogong, dove si incontra con la IV Armata di
Zhang Guotao. Nasce una controversia fra Mao e Zhang circa il proseguimento
della marcia che è in realtà una lotta per il potere. In una soluzione di
compromesso i due si dividono: a Zhang si unisce Zhu De, mentre Peng Dehuai,
Zhu Enlai e Lin Biao restano con Mao.
Mao durante la Lunga Marcia |
Nel mese di ottobre 1935, con l'arrivo nello Shaanxi dei 7.000 superstiti dell'Armata, si conclude la Lunga Marcia. Era stata, più che una ritirata militare,
un movimento rivoluzionario itinerante, ed aveva coinciso con la laboriosa
scalata personale di Mao che nel giro di un anno riesce ad assumere la direzione
del movimento comunista, che conserverà fino alla morte. Con la conclusione
della Lunga Marcia, termina inoltre una prima fase della rivoluzione comunista
cinese e se ne apre un'altra: una "guerra rivoluzionaria" che sfruttando la
complessa crisi creatasi con l'invasione giapponese e lo scontento delle classi
contadine, promuove una lotta patriottica in cui convergono varie forze
nazionali benché come unico vincitore appaia subito il Pcc sotto la guida di Mao.
Anche i rapporti con la III Internazionale si avviano a un chiarimento: al suo
VII Congresso che si tiene a Mosca nell'estate del 1935, Mao Zedong viene eletto
"in absentia" membro del Comitato Centrale.
L'INVASIONE GIAPPONESE E L'IMMEDIATO DOPO-GUERRA
Il Giappone, spinto dalle mire imperialiste dei suoi militaristi, invade alla
fine del 1931 il nord-est cinese (Manciuria) e vi proclama il 1° marzo 1932 lo
"Stato" del Manzhouguo. L'influenza giapponese si estende man mano sulla Cina
del nord, mentre il governo nazionalista di Jiang Jieshi non è in grado di
opporsi subito militarmente e quando potrebbe forse permetterselo, attraverso il
potenziamento delle truppe, preferisce impiegarle contro le basi comuniste. Mao
ha buon giunco nel far risuonare appelli nazionalisti e nell'auspicare un Fronte
unito anti-giapponese.
Per contenere i comunisti che dopo la Lunga Marcia si sono installati nello
Shaanxi settentrionale con capitale a Yan'an, Jiang Jieshi invia nello Shaanxi
meridionale (capoluogo Xi'an) le truppe del generale Zhang Xueliang, che avevano
ripiegato dalla Manciuria davanti all'invasione giapponese. Su queste truppe
esercita un effetto particolare il messaggio di Mao sulla "grande alleanza"
delle varie forze politiche per combattere insieme l'invasione giapponese. Ne
nasce "l'incidente di Xi'an (Sian)", quando Jiang Jieshi, recatosi nella città
per spronare le truppe a combattere i comunisti, è sequestrato dal generale
Zhang Xueliang, e viene rilasciato solo dopo che, sebbene a malincuore, accetta
la proposta del Fronte unito (dicembre 1936).
Nel luglio-agosto 1937 il Giappone lancia le sue truppe alla conquista di tutta
la Cina, riuscendo presto a controllare le principali vie di comunicazione e la
fascia costiera orientale. Il governo nazionalista si rifugia nelle regioni
sud-occidentali, e i comunisti grazie ai sentimenti anti-giapponesi della
popolazione hanno modo di creare nuove basi di guerriglia ed estendere la
propria influenza.
Mao lavora intensamente e pone in questo periodo i fondamenti teorici e
programmatici del socialismo cinese. I suoi
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scritti di strategia e dottrina
militare elaborano gli schemi concettuali della guerra rivoluzionaria. In
Tattiche fondamentali e Sulla guerra prolungata del 1938 espone la teoria della
progressiva evoluzione della guerra, da tattica di guerriglia all'uscita allo
scoperto delle forze rosse in un combattimento di tipo convenzionale, che si
sarebbe concluso con la vittoria finale (tanto sui giapponesi che sui
nazionalisti); quanto è realmente avvenuto fra il 1937 e il 1949. Nei due saggi
successivi, La rivoluzione e il Pcc e La nuova democrazia, Mao riprende la sua
concezione delle classi oppresse come elemento chiave della rivoluzione ed
elabora il progetto di una loro alleanza sotto la direzione del proletariato
urbano e rurale per la costruzione di una società nuova. Nel settore culturale,
le sue conferenze al "Foro di Yan'an" del 1942 tracciano le caratteristiche
ideali dell'arte socialista, le sue motivazioni e le sue tecniche.
Il periodo di Yan'an è anche caratterizzato dalla vittoria definitiva di Mao
sugli avversari politici. Prima di tutto, Zhang Guotao, e poi la "corrente
internazionale" capeggiata da Wang Ming. L'ascesa di Mao al potere viene
consacrata dal trionfo della sua linea politica attraverso la campagna di
rettifica (1941-'43) e infine con la sua elezione a presidente del Comitato
Centrale durante il VII Congresso nazionale del Pcc nell'aprile del 1945. Anche
la vita personale di Mao subisce una svolta in questo periodo: nel 1940 divorzia
dalla moglie He Zizhen (da lui sposata dopo la morte di Yang Kaihui) e si unisce
in matrimonio con Jiang Qing, un'attrice che aveva raggiunto Yan'an dopo aver
lavorato nelle compagnie di sinistra di Shanghai.
Il movimento comunista esce rafforzato dalla lunga guerra; il VII Congresso del
Pcc, tenutosi nella primavera del 1945 a Yan'an, stima gli iscritti a 1.200.000
unità oltre ai 900.000 membri effettivi nelle Forze Armate. Il governo rosso,
che conta 19 basi con una popolazione di oltre 90.000.000 di persone, diventa un
serio antagonista di Jiang Jieshi, e Mao si sente abbastanza forte da dettare le
condizioni per una collaborazione dei comunisti al governo nazionale,
collaborazione auspicata tanto dall'Unione Sovietica che dalle potenze
occidentali.
Nel 1944, in previsione della continuazione della guerra, due missioni americane
si recano a Yan'an; il diplomatico John S. Service e il colonnello Parret vi
soggiornano per 6 mesi e gli incontri dell'ambasciatore Patrik J. Hurley con la
direzione comunista portano alla stesura di una base d'intesa per la formazione
di un governo di coalizione; l'accordo però non viene accettato da Jiang Jieshi
a Chongqing. Un primo colpo al rapporto amichevole tra Pcc e americani verrà
inferto nel giugno 1945 con l'arresto (negli Stati Uniti) di Service, accusato
di avere ceduto documenti riservati.
A Yalta il 14 agosto 1945, "giorno della vittoria sul Giappone", Stalin stringe
con Jiang un accordo in cui si impegna a riconoscere il governo che questi
avrebbe costituito in Cina, e a stipulare con esso un trattato di mutua
assistenza. Il premier sovietico si dimostra più interessato alla sicurezza
delle frontiere e delle basi sovietiche nord-orientali che al successo del
movimento rivoluzionario cinese, ed esercita pressione sul governo di Yan'an per
l'avvio di trattative con il Gmd. Mao, Zhu Enlai e Wang Rofei rimangono dal 28
agosto al 10 ottobre 1945 in missione a Chongqing dove si incontrano con Jiang
Jieshi; ma le trattative urtano contro la richiesta nazionalista che i comunisti
sciolgano le proprie Forze Armate ed accettino l'autorità del governo del Gmd.
Il marzo 1946 il generale americano George G. Marshall tenta senza successo una
nuova mediazione.
LA GUERRA CIVILE E
LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Scoppia inevitabile la guerra civile. Le forze nazionaliste riescono nel marzo
1947 a cacciare i comunisti da Yan'an: ma è una ripicca inutile. L'Armata rossa
s'impossessa entro il 1948 di tutto il nord-est (Manciuria). Le truppe comuniste
controllano territori sempre più vasti ed eliminano con arditi colpi di mano
reparti nazionalisti sempre più numerosi. Nel gennaio 1949 i comunisti occupano
Beijing (Pechino) e Tianjin, nell'aprile Nanchino, in maggio Shanghai, in
ottobre Canton e in novembre Chongqing. Nel maggio 1950 la vittoria è completa;
il governo nazionalista si rifugia a Taiwan.
Nel giugno 1949, Mao pubblica il saggio sulla dittatura democratica popolare in
cui definisce il programma di coalizione nazionale: un'alleanza di classe
operaia, contadini, piccola borghesia urbana e borghesia nazionale, diretta
dalla classe operaia e dal Pcc. Il 21 settembre 1949 la Conferenza
politico-consultiva del popolo cinese emana una legge organica di costituzione
di un governo centrale del popolo e designa come capitale Pechino. Il 1° ottobre
si inaugura la Repubblica Popolare Cinese: Mao diventa il presidente del governo
centrale.
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Mao si trova ad affrontare la difficile situazione di un paese economicamente
rovinato dalla guerra decennale e dal malgoverno. E lo fa magistralmente,
coadiuvato da Zhu Enlai primo ministro. Il Pcc avvia intanto il programma di
socializzazione, attraverso la riforma e la collettivizzazione agraria, le
campagne di risanamento finanziario-amministrativo, e la statalizzazione
dell'impresa. E il cammino della trasformazione socialista è segnato dalle
molteplici direttive di Mao.
Si rilancia intanto la Cina nell'area internazionale; nel dicembre 1949 Mao si
reca in visita a Mosca dove viene ricevuto come capo di Stato di una nazione
socialista amica. Alcune settimane di negoziati portano ad un trattato di
assistenza e di mutua difesa; l'Unione Sovietica s'impegna a fornire alla Cina
popolare aiuti finanziari per un ammontare di sessanta milioni di dollari; la
Cina da parte sua accetta il mantenimento delle basi sovietiche a Port Arthur e
a Dairen fino al 1952 (queste basi saranno in realtà restituite soltanto dopo la
morte di Stalin).
La morte di Stalin nel marzo 1953 apre un periodo di maggior flessione nei
rapporti cino-sovietici; Mosca promette maggiori aiuti economici e Kruscev si
reca a Pechino per una visita di amicizia. Il rapporto subisce una fase di
arresto quando il premier sovietico nel celebre discorso tenuto ai delegati
convenuti al XX Congresso del P.C.U.S. denuncia violentemente l'operato di
Stalin, e apre in maniera drammatica un nuovo periodo per il movimento
socialista internazionale. Mao comunque mantiene il suo appoggio all'Unione
Sovietica anche dopo la rivolta ungherese.
In due suoi scritti, Sull'esperienza storica della dittatura del proletariato e
Ancora sull'esperienza storica, Mao espone il suo pensiero circa il
"revisionismo" che a suo avviso costituisce il più serio pericolo, assieme a un
diffuso dogmatismo che permane in seno al Pcc. Questi elementi di analisi
politica lo portano a lanciare la campagna dei "Centofiori" nel maggio 1956:
tutti e in particolare gli intellettuali vengono invitati ad aprire un ampio
dibattito politico-ideologico all'interno del Paese. Nel promuovere la campagna,
Mao era convinto che le classi colte aderissero in genere ai principi del
marxismo-leninismo, e pur riconoscendo l'esistenza di contraddizioni nella
costruzione del socialismo in Cina, riteneva che queste fossero per lo più di
tipo non antagonista. Ai "Centofiori" fa seguito però una campagna "contro la
destra", quando il dibattito è diventato lesivo per il Pcc.
Il I Piano quinquennale di sviluppo economico (1953-'57), elaborato con la
consulenza sovietica, accentuava in maniera preponderante l'industria pesante,
mentre nel frattempo procedeva speditamente la socializzazione delle campagne.
Nel 1958 Mao lancia il Grande Balzo in avanti, nella convinzione che la Cina è
matura per uno sforzo produttivo generalizzato. In tutto il Paese sorgono allora
officine e fabbriche e l'intera popolazione viene mobilitata; nelle campagne
vengono organizzate le Comuni popolari; ma non tutti i dirigenti del Pcc sono
d'accordo sulla nuova politica economica. D'altra parte Balzo e Comuni non sono
del tutto esperienze positive.
Alle tempestose riunioni di Lushan, nel luglio 1959, Mao si trova in minoranza;
Peng Dehuai, ministro della difesa e uno dei critici più aperti di Balzo e
Comuni, perde il posto; ma anche Mao si ritira "in seconda linea", come si
esprime, lasciando per il momento ai suoi principali collaboratori la direzione
degli affari. Seguono tre anni particolarmente difficili (1960-'62) per
l'economia cinese, accompagnati da un ripensamento sulla linea di sviluppo
suggerita e preferita da Mao.
Nello stesso periodo, prendono una nuova piega i rapporti cino-sovietici. Il
bombardamento cinese (1957) delle isole Quemoy e Matsu, tuttora in mano al
governo nazionalista di Taipei (Taiwan), non viene appoggiato dall'Unione
Sovietica, che antepone interessi di equilibrio internazionale agli impegni di
aiuto alla Cina. Il Balzo e le Comuni rurali del 1958-'59 vengono poi criticati
da Mosca come avventuristici. I sovietici rifiutano inoltre di assistere il
programma nucleare cinese, nonostante l'impegno in questo senso nel trattato del
1957. Infine nel 1960 i tecnici sovietici abbandonano improvvisamente la Cina,
interrompendo il programma di aiuti. La polemica ideologica, che Mao dirige
personalmente, si combina con problemi concreti che l'acutizzano maggiormente.
LA RIVOLUZIONE
CULTURALE E IL "QUARTETTO RADICALE"
Il Libretto Rosso |
All'interno del Pcc si inaspriscono intanto i dissensi che porteranno alla
Rivoluzione culturale del 1966. Succeduto a Peng Dehuai come ministro della
difesa, Lin Biao promuove una campagna di indottrinamento dell'esercito
all'insegna del "pensiero di Mao Zedong" e con l'ausilio di un compendio di
citazioni delle opere di Mao, meglio noto come Libretto Rosso. Il "consolidamento" dell'economia, nella fase di
ripresa dopo la recessione del 1960-'62, viene accompagnato per volere di Mao
con una campagna di "educazione socialista" che interessa particolarmente la
popolazione rurale, e viene condotta all'insegna della lotta di classe contro il
pericolo "revisionista". Liu Shaoqi, fino al 1960 additato come successore di
Mao e presidente della Repubblica dal 1959, ostacola e osteggia le direttive
politiche di Mao. Ma la lotta politica rimane in prevalenza coperta dal segreto
di partito.
Quando la lotta viene allo scoperto nel 1966, la battaglia è già vinta da Mao,
che in un gesto, spettacolare e simbolico insieme, attraversa a nuoto a 73 anni
un tratto del fiume Yangzi, il 16 luglio, prima di tornare a Pechino dove prende
in mano la situazione politica, dopo otto anni passati in "seconda linea". Da
allora, specie durante la Rivoluzione culturale, Mao diventa oggetto di un culto
della personalità senza precedenti; un culto di cui si fa campione Lin Biao che
con i suoi soldati contribuisce in modo decisivo al successo della Rivoluzione
culturale.
Per scelta esplicita di Mao, Lin Biao diventa il suo vice e successore
designato, e tale scelta viene consacrata ufficialmente nello Statuto del Pcc
promulgato dal IX Congresso nazionale nel 1969. Tuttavia Lin Biao finisce per
deludere Mao, che dal 1970 esprime qualche riserva nei suoi riguardi e, nel
1971, lo sconfessa apertamente. Le fonti ufficiali affermano che egli avrebbe
tentato un colpo di Stato contro Mao e che sarebbe morto in un disastro aereo
mentre tentava di fuggire.
Con lui scompare il pericolo di un'involuzione militaristica della politica
cinese e al tempo stesso la sua scomparsa facilita un più ampio coinvolgimento
del Paese sulla scena internazionale. Il 25 ottobre 1971 la Rpc viene ammessa
all'ONU e, il successivo febbraio, il presidente americano Nixon si reca in
visita ufficiale a Pechino.
Mao saluta il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon durante una sua visita in Cina nel 1972 |
Al X Congresso nazionale del Pcc, nell'agosto 1973, Mao fa eleggere al Politburo
la moglie Jiang Qing ed i tre maggiori esponenti dei radicali di Shanghai,
affidando loro incarichi direttivi nei settori di informazione-propaganda e
artistico, e nella segreteria del partito. Intende valorizzare il loro
contributo nell'ultima battaglia della sua vita: quella di una serie di campagne
politiche di massa, mirante a far penetrare maggiormente l'ideologia socialista.
Non è stato mai soddisfatto del ritmo di marcia della rivoluzione in Cina e,
fino alla morte, lo ha accompagnato l'assillo di impedire nel suo Paese
un'involuzione "revisionista".
Il "quartetto radicale" si dà molto da fare, nel quadro delle campagne
politiche, per mettere in difficoltà Zhu Enlai e possibilmente rovesciarlo
assieme a tutta la vecchia guardia del partito. Mao, che aveva aiutato
nell'ascesa i radicali e li aveva sostenuti, non li sconfessa apertamente in
queste evidenti manovre di lotta per il potere; tuttavia li delude quando nel
1976 arriva il momento decisivo di passare le consegne, di indicare un
successore.
L'8 gennaio 1976 muore Zhu Enlai. Nei mesi precedenti alla sua scomparsa, la
malattia gli aveva impedito di lavorare, e Deng Xiaoping ne aveva fatto le veci
nella direzione del governo e nella gestione di quella che veniva chiamata una
fase di unità e stabilità. Segretario generale del Pcc nel 1956-'66, ma epurato
all'inizio della Rivoluzione culturale per i suoi legami con Liu Shaoqi, Deng
aveva provveduto nel 1975 a far preparare una serie di studi preliminari in
vista del rilancio economico della Cina. Proprio basandosi su questi documenti,
verso la fine del 1975 i radicali gli lanciano contro una campagna denigratoria
che riesce a far colpo su Mao.
Il vecchio combattente rivoluzionario si sente ormai alla fine. All'inizio di
febbraio 1976 nomina ministro interinale il ministro della pubblica sicurezza
Hua Guofeng, lasciando da parte Deng Xiaoping che sembrava il successore ovvio
di Zhu Enlai. Quando poi all'inizio di aprile il centro di Pechino diventa
teatro di disordini senza precedenti, i radicali riescono a riversare la
responsabilità su Deng; allora Mao lo priva di tutti gli incarichi e nomina Hua
primo vice presidente del Pcc e primo ministro. Deng diventa invece il bersaglio
di una violenta campagna di condanna.
La salute di Mao declina rapidamente. Dopo il 29 maggio non riceve più dignitari
stranieri. Muore a Pechino il 9 settembre 1976.
All'indomani della sua scomparsa scoppia una sorda e aspra lotta per la
successione: la vedova Jiang Qing e i suoi alleati radicali tentano di
assicurarsela, ma sono battuti. All'inizio di ottobre Hua Guofeng e il vecchio
maresciallo Ye Jianying riescono ad eliminare il "quartetto radicale". Tra le
prime decisioni dei successori di Mao è quella di pubblicare il quinto volume
delle sue Opere scelte, e di erigere in suo onore un mausoleo che ne conservi le
spoglie imbalsamate.