FILMATI
COME SI FORMA RICERCA PERFORAZIONE I GIACIMENTI PRODUZIONE RAFFINAZIONE TRATTAMENTO TRASPORTO
Il petrolio è una miscela
naturale di idrocarburi (soprattutto carbonio e idrogeno) estratta dai
giacimenti che si trovano nella crosta terrestre, a una profonditÃ
generalmente compresa tra poche decine e diverse migliaia di metri.
Come si forma il petrolio
Si forma sotto
la superficie terrestre per decomposizione di organismi marini e di piante che
crescono sui fondali oceanici.
La formazione del petrolio è un fenomeno
iniziato molti milioni di anni fa, quando esisteva un'abbondante fauna marina, e
che continua ancora oggi. I sedimenti depositati sul fondo degli oceani,
accrescendo il loro spessore e dunque il loro peso, sprofondano nel fondale
marino; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la pressione su quelli
sottostanti aumenta considerevolmente e la temperatura si alza di diverse
centinaia di gradi. Il fango e la sabbia si induriscono trasformandosi in
argillite e arenaria, il carbonio precipita, le conchiglie si induriscono
trasformandosi in calcare, mentre i resti degli organismi morti si trasformano
in sostanze più semplici composte da carbonio e idrogeno, gli idrocarburi
appunto, per dare origine al petrolio greggio e al gas naturale. Il petrolio ha
densità minore dell'acqua salmastra che riempie gli interstizi dell'argillite,
della sabbia e delle rocce di carbonati che costituiscono la crosta terrestre:
tende dunque a risalire verso la superficie, passando dai microscopici pori dei
più grossi sedimenti sovrastanti. E' così che sbocca spontaneamente dalla
superficie terrestre.
Viene portato alla superficie dalla pressione dei gas sotterranei o mediante pompe; viene poi raccolto in serbatoi e trasportato per mezzo di oleodotti o petroliere nei luoghi di lavorazione.
Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore, per eliminare l'acqua e le particelle solide in esso contenute, e per separare il gas naturale residuo. Viene poi immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (navi cisterna, o petroliere), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna).
Dalla sua raffinazione si ottengono prodotti molto importanti come benzina, cherosene, oli per motori diesel, oli per riscaldamento, lubrificanti, oltre ad una serie di prodotti destinati alle industrie petrolchimiche.
Il nome petrolio deriva dalla parola latina petroleum, cioè "olio di roccia".
Per la sua importanza nell’economia mondiale, il petrolio viene detto anche "oro nero".
Importanza del
petrolio
La civiltà industriale dipende in larga misura dai derivati del
petrolio. Solo negli anni Settanta (con la crisi derivante dai conflitti in
Medio Oriente) la riduzione delle forniture petrolifere (e il conseguente rialzo
dei prezzi) costringe i paesi industrializzati a cercare prodotti alternativi al
petrolio, sia nel settore della produzione di energia, sia in quello
industriale.
L'aspetto scientifico
Si distinguono tre classi
principali di petroli, a seconda del tipo di idrocarburo prevalente: i petroli a
base paraffinica, costituiti prevalentemente da paraffine (idrocarburi a catena
aperta saturi, detti anche alcani); quelli a base naftenica, costituiti
prevalentemente da nafteni (idrocarburi a catena chiusa saturi, detti anche
cicloalcani); e quelli a base mista, nei quali le percentuali dei due tipi
precedenti di idrocarburi sono pressoché uguali. Molto più rari e pregiati sono
i petroli della "quarta classe", detti a base aromatica perché costituiti
prevalentemente da idrocarburi aromatici (formati da uno o più anelli
benzenici,
detti anche areni).
Previsioni
Lo sfruttamento di nuovi
giacimenti e l'incremento della percentuale di petrolio estratto dalle riserve
già note, che verrà reso possibile dal miglioramento delle tecnologie, fanno
ritenere che il petrolio estratto sarà sufficiente a soddisfare i fabbisogni
energetici dell'umanità fino ai primi decenni del XXI secolo. Gli esperti sono
però scettici riguardo al fatto che l'entità dei nuovi giacimenti, o
l'invenzione di tecnologie particolarmente innovative per il loro sfruttamento,
possano consentire di superare di molto questa data. Il problema della crisi
energetica che è imminente e presumibilmente distribuita in un periodo di
10–20 anni, avrà come conseguenza anche una crisi della produttivitÃ
agricola. Il petrolio serve sia per i mezzi di trasporto degli alimenti, sia
per arare e dissodare, sia per pompare l’acqua ed irrigare. La societÃ
industriale dipende per l'80% dal petrolio, ne è un esempio la produzione di
mais che è legata per circa l’88% al greggio.
ANDAMENTO
DEL PREZZO DEL PETROLIO
E' di questi giorni la notizia
dell'aumento del prezzo del greggio.
Su tutti i quotidiani, economici e non, è comparsa la notizia della vertiginosa
crescita dei prezzi dell'oro nero, che soltanto dal Gennaio scorso, sono
aumentati del 33%.
A che cosa è dovuto questo fenomeno? La Microeconomia ci può aiutare a dare una
risposta a questo quesito.
Questo grafico riassume le oscillazioni del prezzo del petrolio nel corso degli ultimi dieci anni. Il greggio è stato scambiato ad un massimo di 40 $ a barile nell'autunno del '90, quando è iniziata la Guerra del Golfo, ad un minimo di 10 $ a barile ad inizio '99. In queste ultime settimane il prezzo del petrolio è attorno ai 40 $ a barile e sta di nuovo raggiungendo i suoi massimi.
QUALI SONO LE CAUSE
La spezzata presenta molti
picchi, che sono stati associati ai particolari eventi che li hanno
causati.
In particolare si può notare che ogni volta che la è stata aumentata
la produzione il prezzo del greggio è
sceso.
Mentre i punti di prezzo massimo della
spezzata si hanno in corrispondenza delle tensioni politiche
tra paesi produttori e paesi consumatori, che hanno generato un taglio
della produzione di greggio.
LEGAME TRA QUANTITA' E
PREZZO
Ma perché la quantitÃ
offerta ha un effetto così evidente sul prezzo a cui viene venduta?
In ogni mercato di beni o servizi la quantità ed il
prezzo di scambio sono il risultato di un equilibrio
raggiunto tra la domanda e l'offerta
di quel bene e questo equilibrio sarà dato dall'intersezione tra la curva di
domanda e la curva di offerta.
LA CURVA DI DOMANDA
La curva di domanda
di mercato di un bene indica qual è la quantitÃ
domandata (q), che i consumatori sono disposti ad
acquistare, in corrispondenza dei
diversi livelli di prezzo (p); si
ottiene sommando le quantità che tutti i consumatori di quel mercato vorrebbero
acquistare dato un un determinato prezzo.
E' ragionevole pensare che i consumatori siano disposti a diminuire la quantitÃ
del bene, se il suo prezzo cresce. Esiste quindi una relazione inversa tra
prezzo e quantità per i consumatori: se p aumenta, allora
q diminuisce.
La curva di domanda è perciò decrescente.
LA CURVA DI OFFERTA
La curva di offerta
di mercato indica la come varia la quantità offerta
dai produttori, al variare del prezzo
a cui sarà venduta ogni unità di output; analogamente alla curva di domanda, si
ottiene sommando orizzontalmente, per ogni livello di prezzo, la quantità che le
singole imprese sono disposte a produrre.
Al contrario dei consumatori, le imprese saranno disposte ad offrire una
quantità maggiore, all'aumentare del prezzo. Per cui c'è una relazione di
proporzionalità diretta tra quantità e prezzo: se il p aumenta,
anche q aumenta.
La curva di offerta è quindi crescente.
SE L'OFFERTA DIMINUISCE
Nel caso in cui le imprese
decidano di diminuire la quantità offerta, la curva di offerta traslerà verso
sinistra, parallelamente a se stessa, infatti le imprese saranno disposte ad
offrire allo stesso prezzo una quantità inferiore.
Cosa succederà allora alla quantità di equilibrio? Una diminuzione
della quantità offerta (che scende ad O') provoca in
equilibrio: un aumento del prezzo (p'>p*) e una
diminuzione della quantità scambiata (q'<q*).
CHI CI PERDE E CHI CI
GUADAGNA?
La risposta
si può avere tramite l'analisi del surplus, ovvero del beneficio che produttori
e consumatori ricavano dalle due situazioni; quest'analisi normativa viene
rimandata ad altra sede, ora cercheremo di dare una risposta intuitiva:
sicuramente i consumatori ci perderanno
(acquistano una quantità inferiore ad un prezzo più alto), mentre i produttori?
I produttori guadagneranno per la vendita di q' unità ad un
prezzo maggiore rispetto al caso precedente, mentre perderanno parte dei
profitti, perché la nuova quantità ottima q' è inferiore a quella precedente q*,
nel complesso i produttori guadagneranno.
Dall'analisi del surplus si ricava che nel complesso la
collettività starà peggio, in seguito ad una diminuzione dell'offerta
(perché la perdita di benessere dei consumatori è superiore all'aumento di
benessere dei produttori).
Ai produttori converrebbe quindi accordarsi
per mantenere al di sotto della quantità ottima la quantità offerta, in modo da
far salire il prezzo ed aumentare i propri profitti,
impossessandosi di parte del surplus dei consumatori; un accordo di questo tipo
prende il nome di cartello. L'OPEC
ne è un esempio.