Nato
nel 1957, diciassettesimo dei 52 figli del piu' ricco costruttore dell'Arabia
Saudita, avrebbe scoperto la propria intensa religiositàdopo essere
Comincia a formare la sua rete terroristica fin dal 1979. In quell'anno, dopo
essersi laureato in ingegneria all'universitàdi Gedda, si unisce alle truppe
della resistenza afgana, i mujahedin, per combattere le truppe sovietiche che
occupano l'Afghanistan. Nel 1980, infatti, decide di lasciare la casa paterna
per prendere parte alla Jihad afghana contro l'Unione Sovietica,
trasformandosi in un eroe nella regione. Un'esperienza che lo porta a
radicalizzare il suo odio nei confronti degli Stati Uniti ma anche a prendere
le distanza dal paese di origine, l'Arabia Saudita, la cui famiglia regnante
viene considerata ''troppo poco islamica''.
Terminata l'esperienza di guerra contro i sovietici, torna in Arabia Saudita,
dove comincia a lavorare per l'azienda di costruzioni di famiglia, il "Saidi
Binladen Group". Tuttavia, a scapito della pacifica esistenza che si andava
profilando, sembra divorato da un'irrefrenabilmente attrazione per le
situazioni conflittuali. Ecco allora che si attiva sui fronti caldi del
momento e si unisce alle forze che si oppongono alla monarchia regnante, la
famiglia Fahd, tanto che di lì a poco viene espulso dal Paese, spogliato della
cittadinanza saudita.
Nel 1996 lancia il primo "fatwah", editto religioso in cui invita i musulmani
a uccidere i soldati americani stazionati in Arabia Saudita e Somali. A questo
ne segue un secondo, nel 1998. Nel mirino di bin Laden, stavolta, ci sono
anche i civili statunitensi.
Secondo gli investigatori bin Laden è al centro di una coalizione terroristica
islamica che vanta numerosi alleati, dall'egiziana al Jihad, agli Hezbollah
iranani, al fronte nazionale islamico sudanese, ai gruppi della jihad in Yemen,
Arabia Saudita e Somalia.
Nell'ottobre 1993, 18 militari statunitensi impegnati nell'operazione
umanitaria in Somalia vengono uccisi nel corso di un'operazione a Mogadishu.
Bin Laden viene condannato nel 1996 con l'accusa di aver addestrato i
responsabili dell'attacco. Nell'intervista rilasciata a CNN nel 1997, ammette
che a uccidere i soldati americani sono stati i suoi seguaci, insieme a un
gruppo di musulmani locali.
Il 7 agosto 1998, otto anni dopo il dispiegamento delle truppe americane in
Arabia Saudita, l'esplosione di alcune autobombe fa saltare in aria le
ambasciate americane a Nairobi, in Kenya e a Dar es Salaam, in Tanzania,
uccidendo centinaia di persone.
Bin Laden ha smentito il proprio coinvolgimento in questi episodi, ma secondo
gli inquirenti la sua responsabilitàè del tutto evidente dai fax inviati
dalla sua cellula londinese ad almeno tre organizzazioni giornalistiche.
Due settimane più tardi, l'allora presidente Usa Bill Clinton (al centro in
quel momento dello scandalo
Lewinsky), ordina un attacco missilistico contro alcuni campi di
addestramento in Afghanistan e un impianto farmaceutico a Kartoum, in Sudan.

Bin Laden sopravvive agli attacchi e viene accusato dalle Nazioni Unite di
aver organizzato gli attentati del 1998.
Il 29 maggio 2001 quattro suoi collaboratori vengono condannati al carcere a
vita. Diversi altri sospetti rimangono in attesa di processo.
Tra questi, Ahmed Ressam, reo confesso di aver partecipato al piano fallito di
far esplodere l'aeroporto internazionale di Los Angeles durante i
festeggiamenti del capodanno 2000. Ressam ha detto di aver imparato a
maneggiare pistole e fucili in un campo di addestramento in Afghanistan, il
Paese che ospita il miliardario saudita.
Il resto è storia recente. Dopo il tragico attentato alle Torri Gemelle di New
York, bin Laden è diventato il pericolo numero uno per gli Stati Uniti, che
hanno unito le loro forze, insieme a numerosi alleati internazionali, per dare
la caccia a quello che è ormai considerato a tutti gli effetti (anche grazie
ad alcuni video che lo vedono "dissertare" sulla riuscita dell'attentato), il
responsabile morale e materiale della strage newyorchese.