Muhammad Reza Pahlavi

scià di Persia (1941-1979); figlio dello scià Reza Pahlavi, nel 1941 succedette al padre, costretto

ad abdicare quando le forze alleate nella seconda guerra mondiale invasero il paese. Nei primi anni del dopoguerra, cercò di far fronte alle crescenti tensioni politiche generate dai movimenti di sinistra e da quelli nazionalisti e nel 1949 uscì incolume da un attentato diretto contro di lui. Nell'agosto del 1953 fu costretto ad abbandonare il paese a seguito del colpo di stato del primo ministro appena deposto, Muhammad Mossadeq, ma poco dopo, grazie all'aiuto degli Stati Uniti, riuscì a reinsediarsi sul trono (la foto qua sotto mostra la sua inconorazione nel 1963).

Da quel momento, attuò una politica filo-occidentale, cercando di modernizzare il paese con riforme socioeconomiche. Negli anni Settanta il governo di Reza Pahlavi divenne più autoritario; il parlamento venne esautorato e l'esercito si rafforzò fino a trasformare il paese nella principale potenza militare del Medio Oriente. Tuttavia, al forte governo autocratico dello scià si contrappose una crescente opposizione, sia della sinistra sia del clero islamico sciita tradizionalista. Nel 1979 una rivoluzione fomentata dall'ayatollah Ruhollah Khomeini costrinse all'esilio lo scià e la sua famiglia. Reza Pahlavi si trasferì in Egitto.

 

 

 

nelle immagini seguenti vediamo lo shah Muhammad Reza Pahlavi in momenti diversi della sua vita

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

nel 1970 lo Shah Mohammad Reza Pahlavi decise di celebrare l'anniversario dei 2500 anni dell'impero persiano facendo coniare banconote, francobolli e monete celebrative, interessanti documenti della dinastia Pahlavi.