Il 31 Agosto 1858 l'ammiraglio Rigault de Genoully, a capo di una squadra navale franco-spagnola giunge nella rada di Tourane. Il giorno dopo consegnerà un ultimatum, che verrà rifiutato dal potere locale. Il 30 Aprile 1975 i vietnamiti riacquistano l'indipendenza. Si tratta della più grande sconfitta statunitense del XX° secolo. Infatti gli Usa erano subentrati ai francesi dopo l'umiliante e decisiva sconfitta di Dien Bien Phu. In mezzo ci sono 117 anni di invasioni e colonizzazioni straniere. Un periodo che ha cambiato il popolo vietnamita e le forze che hanno tentato di soggiogarlo. L'entrata dei francesi in Indocina fu un processo graduale e non privo di contraddizioni. Quando i francesi si presentarono nel Tonchino la loro giustificazione fu la difesa della cristianità e dei suoi apostoli locali, i missionari e tutta la gerarchia ecclesiastica, dai popoli che a tale religione non si volevano sottomettere. Salvo poi accorgersi che invadere il Tonchino era un'opera troppo ardua e quindi dirigere le vele verso la Cocincina. In realtà l'obiettivo dei francesi era uno sbocco commerciale in Cina. Con la seconda guerra dell'oppio la Francia aveva ottenuto una concessione a Shangai, ma se voleva veramente entrare e lucrare sull’infinito mercato cinese, doveva trovare altre strade. Così si pensò ai territori a sud dello Yunnan come trampolino di lancio. Ne è dimostrazione che chiodo fisso francese saranno le possibilità del Fiume Rosso e del Mekong d'essere risaliti. Ad ogni modo, nel 1859 cade Saigon, nel 1862 la corte di Hue concede alcune province e alcuni privilegi commerciali, nel 1863 s'impone alla monarchia Kmehr cambogiana il protettorato (tanti ribelli si rifugiavano in quelle terre per sfuggire al castigo coloniale), nel 1872 ci si impossessa di Hanoi. Ma, attenzione, il protettorato su Tonchino e Annam verrà imposto solo nel 1834. In questo periodo la colonizzazione francese non è scientifica ed omogenea, esistono approssimazioni e contrasti tra Marina, che controlla la Cocincina, e Ministero degli Esteri, che controllerà poi le altre regioni. Solo nel 1887 si da il via al processo di riforma amministrativa che darà vita all’Unione Indocinese, che sarà portato a termine sotto il governo di Paul Doumer, a partire dal 1896. Si opta per la costruzione di un apparato centralizzato, per la creazione di monopoli (alcool, sale e oppio) e per la riforma del sistema di tassazione in senso occidentale (la tassazione diventa individuale). L'Unione Indocinese entra a far parte dell'economia mondiale del XX° secolo, subordinata agli interessi della Francia. Si parla di mise en valeur, si sfruttano le piantagioni (soprattutto di hevea) e le miniere, per rifornire la madrepatria, che così potrà procedere speditamente nel proprio processo d'accumulazione capitalista. Saigon diventa un importante porto mondiale e la Cocincina tutta una colossale risaia dominata dai grandi proprietari (a differenza di Annam e Tonchino, nei quali la proprietà fondiaria era molto più spezzettata). Parallelamente si lavora per imporre la propria egemonia sul terreno culturale: s'afferma il concetto d'assimilazione (comune origine gallica5), nascono le scuole franco-annamite.