
La parola Veda vuol dire conoscenza: i Veda sono testi infatti tramite i quali si ha la conoscenza, sono testi rivelati, che correggono, col loro contenuto, le 4 deficienze dell'uomo. Tali testi sono detti in sanscrito apauruseya, ovvero non compilati da conoscenze umane, infatti il mito dice che vengono da Krishna tramite la prima creatura vivente, Brahma.
La letteratura che si riunisce sotto il 
nome di Veda racchiude in sè una varietà di testi, che vanno dalle correnti 
religioso/filosofiche più antiche e primitive, a quelle più complesse, tutti 
scritti dai quali ne sono derivati altri successivamente, ma che hanno in comune 
una nascita molto più vecchia di quella che si pensi, intendendo con questo che 
esistevano già prima di esser stati tramandati per via scritta. La partizione 
fondamentale rende in questo modo la raccolta divisa in 5 parti:
 le
Samhita 
(collezioni di chandas e mantra);
le
Samhita 
(collezioni di chandas e mantra);
 i Brahmana (testi della scienza sacrificale);
i Brahmana (testi della scienza sacrificale);
 gli Arankaya (testi delle selve);
gli Arankaya (testi delle selve);
 le 
Upanishad (testi di dottrina arcana);
le 
Upanishad (testi di dottrina arcana);
 i sùtra.
i sùtra.
Comunque sia, i Veda non ci forniscono un'ampia visione della realtà religiosa 
del periodo ai quali risalgono, perché questo tipo di letteratura è strettamente 
liturgica, e solo col periodo classico (300 dopo Cristo) si disporrà di altra 
documentazione, ma l'Induismo si sarà instaurato già da 8 secoli!
I Brahmana sono ottime fonti per conoscere meglio il pensiero indiano, perché in 
esse ci sono i primi accenni di quelle che saranno la scuola
Samkhya 
e il concetto di Brahman. In esso sono descritti ancora una volta i rituali con 
precisi dettagli, una specie di manuale del brahmino.
Gli Aranyaka sono compendi dei Brahmana da studiarsi nella solitudine della 
selva.
Ogni Brahmana, Aranyaka o Upanishad si ricollega da una precisa Samhità vedica.
Il quinto tipo della produzione vedica, i sùtra, non si connettono strettamente 
alla letteratura su citata, ma sono anelli di congiunzione fra la questa e 
quella classica, e prendono il nome di Vedanga, cioé «membra del Veda» o 
«scienza ausiliaria del Veda». I sùtra in essa inclusi sono 2, dei quali il 
primo, il più complesso, ha il nome di Kalpa sùtra (sùtra della cerimonia). 
Queso a sua volta si suddivide in altre parti:
 Srauta sùtra (regole relative la dottrina rivelata), che 
hanno 3 sùtra minori, cioé
Srauta sùtra (regole relative la dottrina rivelata), che 
hanno 3 sùtra minori, cioé
 
Grhya sùtra, ovvero, sacrifici e cerimonie semplici in occasione di eventi familiari;
Dharma sùtra, aforismi che contengono la fonte del diritto indiano;
Sulva sùtra, o regole della corda, cioé metodo per misurare gli altari sacrificali con una corda.
 Smarta sùtra (regole concernenti la dottrina giunta per 
tradizione).
Smarta sùtra (regole concernenti la dottrina giunta per 
tradizione).
La seconda categoria di sùtra include scritti esegetici:
 fonetica (shiksa);
fonetica (shiksa);
 metrica (chandas);
metrica (chandas);
 grammatica (vyàkarana);
grammatica (vyàkarana);
 etimologia (nirukta);
etimologia (nirukta);
 astronomia (jyotisha).
astronomia (jyotisha).
I testi del Vedanga non sono considerati rivelati come quelli del Veda, ma 
frutto della smrti, la memoria/tradizione sacra.