L' insegnamento del Buddha Sakyamuni, nato in India 2.500 anni fa, si è diffuso nel corso dei secoli in gran parte dell'Asia e oltre, entrando in contatto con culture nazionali diverse, adattandosi ad esse e via via integrandosi dando il suo contributo per arricchirle. Oggi è la volta dell'Occidente. Su influsso dei primi maestri provenienti dall'Oriente sono sorti i primi gruppi, comunità e monasteri e oggi il Buddha Dharma, l'Insegnamento del Buddha, e una realtà viva e operante in Occidente e in Italia. Lo testimoniano i numerosi centri e i luoghi di pratica e di culto ormai disseminati in gran parte della penisola, sorti spesso grazie all'opera di Maestri provenienti dall'Oriente e appartenenti alle diverse tradizioni in cui il buddhismo si è andato differenziando ed arricchendo nel corso della sua storia millenaria. Oggi in Italia c'è un numero sempre crescente di persone interessate al messaggio del Buddha, alla pratica del suo insegnamento e ai rapporti che esso può avere con la cultura occidentale e le altre vie spirituali. Organismo rappresentativo di gran parte di questa realtà nel nostro Paese è l'Unione Buddhista Italiana (U.B.I.), fondata a Milano nel 1985 da centri buddhisti di tutte le tradizioni, che sentivano la necessità di conoscersi, unirsi e cooperare, come era già accaduto in altri paesi europei (Francia, Germania, Austria, Olanda, Spagna, ecc.). L'U.B.I. è infatti nata con lo scopo di rispondere alle richieste sempre più numerose degli italiani interessati al buddhismo e dei praticanti buddhisti, per aiutare la conoscenza e la pratica degli insegnamenti del Buddha secondo le varle tradizioni presenti, per sviluppare le relazioni tra i vari centri sia in Italia che in Europa, per stabilire relazioni ufficiali con lo Stato italiano operando soprattutto per poter realizzare la stipula dell'Intesa, come richiesto dall'articolo 8 della Costituzione ma che, a tutt'oggi, non è stata ottenuta e che garantirebbe e tutelerebbe i diritti dei praticanti, siano essi cittadini italiani che buddhisti provenienti dai paesi asiatici e residenti nel nostro paese L'U.B.I. è stata riconosciuta come Ente Religioso con personalità giuridica nel gennaio 1991. Associata all'Unione Buddhista Europea, riunisce 33 centri italiani e i loro affiliati secondo le tradizioni Theravada (Sud-est asiatico), mahayana Zen (Estremo Oriente), Vajrayana (Tibet). La sua sede amministrativa è a Roma. Annualmente i centri aderenti all'U.B.I. si riuniscono insieme per celebrare la festività del Vesak, che ricorda i tre momenti importanti della vita del Buddha (nascita, illuminazione e parinirvana) mentre ogni tre anni viene organizzato un congresso nazionale su temi di interesse spirituale con l'intervento di Maestri di meditazione e studiosi di chiara fama.
Rinascita del Buddismo
Il risveglio del Buddismo risale a poco più di un secolo fa ed è dovuto,
paradossalmente, all'interesse che alcuni studiosi occidentale cominciarono a
mostrare per i suoi testi sacri e i suoi monumenti.
Nel 1875 viene fondata a New York un'importante Società teosofica. In Europa il
Buddismo costituisce motivo di grande interesse da parte del filosofo tedesco A.
Schopenhauer; nel 1879 E. Arnold, col libro The Light of Asia, ne divulga
fortemente la conoscenza, tanto che all'inizio del secolo XX viene fondata la
Buddhist Society of England.
Poi furono gli stessi asiatici a intraprendere una serie di iniziative per far
rifiorire questa dottrina. Sul finire del secolo scorso in India viene fondata
la Mahabodhi- Society e, subito dopo, organizzazioni simili appaiono in
Giappone, Thailandia e Sri Lanka. Il loro scopo è quello di rinnovare il
Buddismo, intensificando l'attività missionaria, purificando la pratica
religiosa e studiando scientificamente i Canoni.
A partire dal 1930 i movimenti di riforma si fanno più decisi. L'appoggio
ufficiale dei governi che stanno ottenendo l'indipendenza dal dominio coloniale
e l'interesse di studiosi europei permettono un grande rilancio a livello
internazionale. Inizia una fase di incontri ad alto livello tra i migliori
esponenti del Buddismo.
Verso la fine degli anni '40, U Nu, primo ministro birmano, elabora e cerca di
propagandare il suo "Buddismo sociale", secondo cui non avrebbe mai potuto
esserci il benessere nel suo paese fino a quando non si fosse espropriata la
terra ai latifondisti. In particolare, egli sosteneva ch'era impossibile cercare
il Nirvana quando si è schiavi delle ricchezze o, al contrario, quando si è
angosciati dalla lotta per la sopravvivenza.
Per alcuni paesi (Sri Lanka e poi Vietnam, Laos, Cambogia…), il marxismo
appariva come lo strumento più idoneo anche per sostenere la battaglia
anticoloniale.
Nel dicembre 1947 il Congresso pan-singalese invita i buddisti a organizzare un
Congresso Internazionale: cosa che si fa nel 1950, sempre in Sri Lanka. Nasce
così la World Federation of Buddhist, con sede a Banglok, che stabilisce un
programma in tre punti: costituzione di un fronte unitario, diffusione degli
scritti del Buddha, espansione missionaria anche fuori dell'Asia.
Lo sforzo attuale del Buddismo, relativamente all'ultimo punto, è quello di
diffondere lo spirito di fratellanza universale e di non-violenza, ovvero quello
di collaborare a iniziative umanitarie per combattere il fanatismo e la guerra.
Nel 1975 è stata fondata a Parigi l'Unione Buddista Europea, che tiene ogni anno
un'assemblea generale, di volta in volta in una diversa sede europea, per
discutere i differenti aspetti della presenza del Buddismo in Europa, orientale
e occidentale.