In Giappone sono frequenti i terremoti: secondo una statistica si
verificano quotidianamente più di tre movimenti sismici. La ricerca geologica ha
infatti evidenziato un abbassamento della costa giapponese occidentale, e un
innalzamento della costa sul Pacifico. La costa orientale è colpita da terremoti
che interessano una zona molto estesa, solitamente accompagnati da forti maree e
maremoti talvolta con onde anomale di eccezionale altezza, dette tsunami (come quella che nel 1995 ha colpito, spianandole, le coste
dell'isola di Okushiri).
Questi sismi sono legati agli assestamenti della crosta
terrestre in prossimità della massa continentale asiatica, dove si ha un
fenomeno di subduzione, di sprofondamento del fondo oceanico (e difatti in
vicinanza delle isole giapponesi si trovano alcuni dei più profondi abissi
oceanici, come il Vitjaz, 11.032 m), con parallelo sollevamento del bordo
continentale, dal quale sarebbe sorto l'arcipelago con le sue montagne e i suoi
vulcani. L'instabilità che caratterizza le isole del Giappone del resto si
verifica tutto intorno all'oceano Pacifico, per cui si parla di "anello di
fuoco", di cui l'arcipelago sarebbe una delle sezioni più attive.
Il terremoto più disastroso che si ricordi nella storia giapponese si verificò
nel 1923: con epicentro nella baia di Sagami, danneggiò gravemente Tokyo e
Yokohama, provocando la morte di circa 150.000 persone. Il grande terremoto
dell'Hanshin del 1995, la cui intensità ha raggiunto il settimo grado della
scala Richter, ha colpito la città portuale di Kobe facendo perire circa 5000
persone.