Piazza Tien A Men

 

Le conseguenze sull'economia della "rivoluzione culturale" e in generale 'del modello maoista   furono ,a quanto in seguito si è accertato, assolutamente catastrofiche sul piano economico  e le carestie  che ne seguirono   provocarono la morte di milioni di persone,

Ancora vivente Mao allora la Cina iniziò a voltare decisamente pagina avviandosi a una economia di mercato che oggi permette alla  Cina incredibili tassi di sviluppo, intorno al 10% annuo. 

Tuttavia essa non ha mai abbandonato teoricamente il marxismo ufficiale.  Nel 1989 gli studenti di Pechino promossero un movimento fortissimo per avviare la Cina sulla via delle riforme di tipo occidentale. Si videro simboli e emblemi della "american way of life" . Sembrò per un momento che ad  economia di mercato seguissero anche libertà e democrazia di tipo  occidentale , che una cultura liberale occidentale prendesse il posto di quella marxista. A lungo ci fu incertezza anche nelle alte sfere politiche, l'opinione pubblica di Pechino sembrò tutta a favore degli studenti che rappresentavano il nuovo. Invece i dirigenti fecero affluire a Pechino  soldati provenienti da lontane province perché non si fidavano evidentemente di quelli locali: la piazza di Tien'Ammen , fu il luogo simbolo di una sanguinosa repressione. che poi si allargò in tutta la Cina.

Molti ritengono che sotto la  ortodossia marxista maoista continuasse  a vivere la tradizione cinese, e fanno di Mao l'ultimo confuciano più che l'ultimo marxista. Certamente è sempre possibile trovare paralleli e rapporti suggestivi tra il comunismo e la tradizione cinese come per qualsiasi coppia di movimenti. Ma a noi sembra che nulla possa essere nella sostanza  più lontano dalla tradizione filosofica cinese che il marxismo.

La tradizione culturale cinese era centralista. I mali derivavano sempre da una inadeguatezza del centro che non riusciva a governare provocando l' anarchia , anche i disastri naturali derivavano dalla cattiva condotta dell'imperatore che provocava la collera del Cielo. Tutto il pensiero cinese è inteso a dare le norme di comportamento delle classi dirigenti da cui si riteneva dipendesse la prosperità e la felicita dei governati :l'idea marxista che invece la felicità del popolo derivasse dal suo autogoverno e che lo Stato sarebbe nel tempo sparito era assolutamente contrario a tutta la tradizione cinese

La situazione culturale della Cina attualmente è pertanto veramente singolare: ufficialmente il marxismo è ancora la ideologia di stato,il ritratto di Mao campeggia ovunque, il suo mausoleo è ancora la meta di pellegrinaggi di milioni di Cinesi. Dall'altra parte ormai il pensiero di Mao  è quanto mai lontano dalla Cina moderna tutta immersa in una economia di mercato. 

Parimenti  antiche culture e filosofie ritenute  "criminali" anzi  "demoniache"   nel marxismo della versione maoista vengono tollerate e rifioriscono  in qualche misura, peraltro difficile da stabilire.

Le esigenze del turismo spingono a mettere in primo piano la Cina tradizionale: il turista vuole vedere l'esercito di terracotta di X'ian, i templi  Ming, poco o niente conosce e vuole conoscere del travagli culturali della Cina. Anche in Italia il turista" vuole"  vedere mandolini e gondole che in realtà non si usano poi da tanto tempo se non per esigenze turistiche.

D'altra parte accade sempre che una ideologia, quando è veramente superata, venga poi in qualche modo rivalutata.

Anche i Napoli esistono i neo-borbonici ma in realtà nessuno pensa di ricostituire l'antica monarchia  e tutte le nostre città celebrano tornei cavallereschi senza per questo pensare a un  ritorno al feudalesimo.

Nella Cina di Mao i templi confuciani vennero chiusi perché si lottava contro Confucio: ora vengono riaperti: ma questo significa che rinascono gli ideali confuciani o solo che essi sono riconosciuti come parte del " passato ormai concluso" che non possono più influenzare il mondo moderno?

Non siamo in grado di rispondere a questa domanda.

A noi sembra che la grande cultura cinese  sia come addormentata: lo sviluppo economico prende il sopravvento su ogni speculazione filosofica. Dal 1992 i Cinesi hanno visto il loro grande vicino,  la Unione Sovietica,  crollare miseramente in una crisi economica spaventosa perchè in essa alla fine del comunismo si è sostituito il nulla. Il liberismo e l'economia di mercato non si creano da soli  se cade il comunismo ma sono conquiste lunghe e difficili.

Il momento che attraversa la Cina dal punto di vista economico è un momento magico, la Cina sta superando il gap che si era aperta nell'800 rispetto all'occidente: Shangai e Canton rassomigliano sempre di più a Boston e Chicago: i Cinesi hanno paura che un mutamento possa mettere in crisi il loro sviluppo. Hanno sotto gli occhi  le folle di moscoviti costretti dalla miseria  a scavare nell'immondizia

Noi crediamo che con il progresso economico la Cina farà rifiorire la loro millenaria filosofia che la Cina sarà in grado di competere anche culturalmente con gli Europei: quando ciò avverrà? Noi crediamo "presto" ma il "presto" in  termini  storici può significare anche 50 0 100 anni.