Durante i tre secoli della tratta degli schiavi, i capitalisti ebbero continui scontri e contese tra loro per la spartizione della preda. Come si è detto, le loro lotte in quest'epoca non erano per i mercati: gli schiavi, l’oro e l’avorio trovavano sempre compratori. Le rivalità tra gli europei, malgrado i vasti territori vergini e l’assenza di spinta espansionistica verso l’interno del continente, erano invece per le fonti di «merce africana» e per la merce stessa. I mercanti avevano bisogno di schiavi, oro, avorio e basi da cui muoversi.
Per realizzare rapidamente lauti profitti, a lunghe e rischiose spedizioni e alla costosa costruzione di centri commerciali e di fortilizi essi preferirono sempre più spesso impadronirsi delle merci, delle basi commerciali e delle fortificazioni dei rivali. Ai Portoghesi seguirono così gli Inglesi, a questi gli Olandesi, poi i Danesi, gli Svedesi, i Belgi e, infine, i Francesi: tutti impegnati a disputarsi fortilizi e basi commerciali, a catturarsi a vicenda navi cariche di schiavi e di merci, e depredarsi i depositi e così via. Ma quello del Belgio, o per meglio dire di Leopoldo II re dei Belgio è un caso emblematico che vale la pena osservare più da vicino... .