Questa pagina è stata dedicata interamente al conflitto avvenuto in Burundi e Ruanda tra Hutu e Tutsi che è stato ritenuto il più importante tra tutti quelli avvenuti in Africa nel secolo scorso. Si tratta ovviamente di un testo riassuntivo ma che tocca tutti gli argomenti più importanti del conflitto.
Buona lettura!
Il Conflitto Tra Hutu E Tutsi. Nel 1994, anno
nel quale esplosero guerra civile, odio razziale, massacri e un apocalittico
esodo di massa, la popolazione del Ruanda era composta da tre etnie: tutsi 9%,
hutu 89%, twa 1 - 2%. Incerte le origini di ciascuna componente, la loro
condivisione dello stesso territorio lungo i secoli era spiegata da due teorie.
La prima, migratorio-razziale, sosteneva che i twa (pigmei) erano stati i primi
abitatori di quelle terre collocate sugli altipiani dell’Africa centrale nella
zona dei grandi laghi; più tardi gli hutu, di lingua bantu, erano giunti dal
Ciad e dall'Africa australe; infine, nel XVI sec. d.C., i tutsi (watussi),
provenienti dal Corno d’Africa, avevano imposto il loro dominio sugli uni e
sugli altri.
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La seconda, socioeconomica, affermava che le differenze originarie non avevano
impedito che i gruppi si mischiassero al punto da non distinguersi per la lingua
parlata e anche per i tratti somatici. Di fatto i tutsi, allevatori e pastori,
furono la classe dominante, gli hutu agricoltori, erano asserviti al potere di
tipo feudale dei primi, e i twa cacciatori e artigiani furono spesso alleati con
i tutsi. hutu e tutsi hanno sostenuto, rispettivamente, la prima e la seconda
tesi; ma in realtà la divisione non ebbe mai un significato razziale nella
storia dei rapporti tra le due etnie principali. Sebbene sia esistito un
rapporto di subordinazione fra i due gruppi, hutu e tutsi hanno sempre svolto
ruoli complementari.
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La colonia del Belgio Fu il colonialismo tedesco, a partire dal 1897, a dividere
ed esacerbare i conflitti tra le etnie: i tutsi, seppure minoritari, vennero
integrati nell’amministrazione coloniale, come uomini di fiducia dei
colonizzatori. I loro corpi slanciati e la loro pelle più chiara li rendeva,
agli occhi degli europei, più intelligenti e più affidabili rispetto agli hutu
dai tratti marcatamente negroidi i quali, di conseguenza, furono condannati a
vivere ai margini della società .
I belgi, che subentrarono nel dominio coloniale alla Germania sconfitta, in
seguito ai trattato di Versailles del 1919 , mantennero e accentuarono quella
divisione e i contrasti tra le due etnie sfociarono, di conseguenza e a varie
riprese, in gravi conflitti e massacri.
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I movimenti di indipendenza che attraversarono l'Africa negli anni Cinquanta
toccarono anche questa regione. I tutsi, sui quali i colonizzatori belgi avevano
fatto conto per mantenere il controllo sul paese, si organizzarono invece per
ottenere l'indipendenza. Fu a questo punto, nel 1959, che gli amministratori
coloniali, unitamente al clero occidentale (componente fondamentale della
dominazione straniera in Ruanda), puntarono sugli hutu, meno organizzati e
istruiti, aizzandoli contro i tutsi troppo frettolosi di liberarsi dal giogo
coloniale.
Dall'indipendenza alla dittatura Anche dopo l’indipendenza, ottenuta nel 1962,
il paese ha conosciuto lotte e massacri. Molti tutsi vennero uccisi, altri
dovettero lasciare il paese. Quelli che rimasero furono sottoposti a
innumerevoli vessazioni come l'esclusione dagli studi superiori e dagli impieghi
importanti nelle amministrazioni. Tuttavia tutsi e hutu avevano sempre vissuto e
lavorato assieme; i matrimoni misti erano la regola e le lingua parlata era per
tutti la stessa, il kiniyal Ruanda.
Nel 1973, il capo dell'esercito, generale Juvénal Habyarimana, con un colpo di
stato prese il potere. Habyarimana
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si circondò di ministri e militari
provenienti dalla sua regione di origine, il nord del paese. Si creò così un
grande gruppo di potere che godette di immensi privilegi. Nel 1978 una nuova
costituzione avallò un regime a partito unico, mettendo al bando qualsiasi
partito di opposizione. In questo contesto da un lato i tutsi rafforzarono i
gruppi di resistenza che già erano attivi all'interno e all'esterno del paese,
dall’altro anche molti gruppi hutu si opposero al regime dittatoriale e in
alcuni casi fecero causa comune con le organizzazioni tutsi.
Nel 1983 Habyarimana fu eletto presidente per la terza volta. L’azione politica
e militare sempre più accentuata da parte di gruppi di opposizione clandestina,
la minaccia del Fronte Patriottico Ruandese a maggioranza tutsi che operava
dall'Uganda, resero sempre più instabile il regime che, sotto l'incalzante
pressione di alcuni paesi occidentali, firmò nel 1993 in Tanzania, un accordo di
pace con l'opposizione; accordo che avrebbe dovuto avviare nel paese un processo
di democratizzazione e smantellare il sistema clientelare che ruotava attorno al
presidente. Il quadro politico, alla firma degli accordi di pace era composto
principalmente da tre gruppi: il Movimento Rivoluzionario Nazionale (MRN),
costituito su base sociale etnica e regionale, era stato il partito unico del
Ruanda fino al varo, nel 1991, di una costituzione che reintroduceva il
pluralismo dei partiti; il Fronte Patriottico Ruandese (FPR), costituito dai
profughi tutsi in Uganda, comprendeva anche gli oppositori hutu al regime di
Habyarimana; il Movimento Democratico Ruandese (MDR), rappresentava
l'opposizione interna legale e sia era costituito su base multietnica nel 1991.
L’evento scatenante Il 6 aprile del 1994, all’aeroporto di Kigali, l’aereo del
presidente Habyarimana veniva abbattuto; morivano con lui alcuni esponenti del
governo e il presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira.
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Non fu immediatamente chiaro chi avesse ordito la congiura: le parti se ne rinfacciarono la responsabilità . Probabilmente ad eliminarlo erano stati i suoi stessi alleati che, preoccupati di vedersi sfuggire i propri privilegi, intendevano scatenare un conflitto, che si sarebbe tradotto in massacri e “pulizia etnicaâ€