Le vie di comunicazione sono ancora enormemente carenti, il che costituisce un ostacolo assai grave per lo sviluppo del Paese; molte zone sono tuttora prive di collegamenti con la capitale o i centri maggiori. Le strade si sviluppano per 38.000 km; però solo le principali direttrici sono asfaltate o comunque presentano buone condizioni di percorribilità.


I commerci interni sono ancora poveri: i centri di mercato sono raggiunti settimanalmente dai contadini dei villaggi che

Arretrate ferrovie somale

 vengono a farvi le loro vendite (cereali, prodotti ortofrutticoli, capi di bestiame) e vi effettuano gli acquisti essenziali (sale, stoffe, vasellame, ecc.). Solo ad Addis Abeba e ad Asmara si può trovare una gamma relativamente vasta di beni di consumo, il che contribuisce a conferire una certa nota di modernità a questi due centri. I generi d'importazione provengono soprattutto dal Giappone, dall'Italia, dalla Germania e dai Paesi europei dell'Est; comprendono autoveicoli, macchinari, prodotti chimici e industriali in genere, combustibili, ecc. Le esportazioni vedono nettamente al primo posto, con oltre il 60% del totale, il caffè, seguito dalle pelli e dal cuoio nonché da qualche prodotto agricolo;  in passato dirette principalmente negli Stati Uniti, sono, negli ultimi anni, orientate anche verso verso l'Europa e il Giappone. La composizione della bilancia commerciale, marcatamente deficitaria, riflette lo stato di sostanziale sottosviluppo dell'Etiopia, e in ciò si inquadra la necessità di dare al Paese le prime basi industriali. Finanziariamente l'Etiopia riesce a salvaguardare la propria economia ricorrendo largamente all'aiuto straniero; quasi nullo è invece al momento l'apporto turistico nonostante gli sforzi governativi per incentivare il settore e nonostante gli indubbi interessi artistici e paesaggistici offerti dal Paese.
 

INDIETRO