LA PHEDRE DI RACINE





In questa pagina, potete accedere alle tre sottosezioni fondamentali che caratterizzano l'analisi della Phèdre di Racine, rappresentata per la prima volta nel 1677. Esse sono:

L'introduzione La tragedia L'interpretazione

 


INTRODUZIONE


Perché Fedra?

Al pari di Edipo la storia di Fedra si configura come un archetipo che percorre tutta la letteratura universale. La storia della seduttrice incestuosa o meno che si fa calunniatrice si ritrova in India, in Cina, in Egitto e fa da trama ad altre leggende della tradizione occidentale.

Phèdre inoltre presenta una tipica situazione edipica: ritorna infatti, anche se in forma più mediata, il tema dell’incesto. "Il mito di Phèdre e Hippolyte mette in scena non tanto Edipo quanto Giocasta. Il desiderio incestuoso perfettamente manifesto si sposta nella figura femminile… L’uomo deve solo subire e accettare la volontà dell’eroina… La presenza di Hippolyte risveglierà nella matrigna l’amante, facendole dimenticare il suo ruolo di madre." (Alberto Capatti, Introduzione a Fedra, Mondadori).

Ma a nostro avviso un elemento tanto più interessante quanto meno esplicito collega il dramma di Fedra a quello di Edipo, quello della riflessione sul linguaggio; il linguaggio che maschera e tradisce le realtà interiori, dà peso alle apparenze, arreca morte rivelando quel che deve essere taciuto.Edipo non vuole ascoltare le parole di Tiresia, Fedra cerca di non pronunciare le parole fatali, ma il dramma si consuma proprio attorno a due momenti linguistici:la confessione e l’imprecazione. Alla parola non si può porre rimedio: il passaggio dal silenzio alla parola genera l’irrimediabile.