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E IO
TI SEGUO Piccolo, sincero frammento della vita di Giancarlo Siani, giornalista de "Il Mattino" ucciso dalla camorra di Torre Annunziata per il suo impegno contro la cosca. Il regista Maurizio Fiume ritorna su un suo percorso già tracciato più di 15 anni fa, per ribadire -con la forza di immagini rese vive da un approccio personalie alla ripresa- un ricordo ormai sbiadito di una vicenda emblematica. La musica accompagna l'azione, si fa gesto ed è spechio del crescendo di emozioni del protagonista. Le buone intenzioni di un montaggio che vuole rendere ragione della foga di quei momenti, sono difficilmente comprensibili allo spettatore, che ne rimane come spaesato.
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KASSABLANKA Arguto quadretto sentimentale tra due adolescenti belgi, alla vigilia politica della "Black Sunday", che sancirà l'affermazione dell'estrema destra. A confrontarsi sono due generazioni e due culture: l'una, xenofoba, neofascista e conservatrice da una parte, fondamentalista e intransigente dall'altra, l'altra quella di due giovani che rifiutano i meccanismi d'odio che li sovrastano, e s'innamorano. Nella vicenda, che si snoda attraverso le mille contraddizioni delle opposte "fazioni", prevale il contrasto tra ragione e sentimento, politica e amore. I colori di Anversa sono totalizzanti, non c'è posto per un chiaroscuro emotivo: l'intolleranza radicale è sì manifestazione del male, tuttavia viene indagata con un lucido e quasi ironico distacco. Questo elemento contribuisce ad animare una riflessione altrimenti indebolita da scelte strutturali un po' scontate.
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A DECADE
UNDER INFLUENCE
"Documentar per immagini" la storia del cinema occidentale a cavallo fra gli anni '60 e '70, dimenticando o volutamente trascurando il ruolo di un genio indiscusso come Stanley Kubrick rappresenta la falla più evidente di questo film. Si tratta di un percorso, commentato da registi di spessore internazionale, che vuole raccontare il "salto" compiuto dal cinema a partire dal tardo dopoguerra. Interessanti "rivelazioni" aneddotiche su quegli anni, nella pretesa costante di far aderire le scelte cinematografiche ai fatti politici. Discutibili versi critici, giustificabili in base ad una latente esigenza di porre l'America al centro del mondo.
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LE
COEUR DES HOMMES Finalmente un film francese non intellettualoide! Tradimento, passione, banalità quotidiane sono gli ingredienti di questo pastiche amoroso che sa un po' di genuinità d'altri tempi. Quattro uomini, immersi in una Parigi discreta, si confrontano con una routine sincera, e anche se i loro rapporti interpersonali si riducono ad un intreccio quasi favolistico e davvero poco credibile, il buonismo dello spettatore viene ampiamente appagato. Fra i personaggi, accompagnati da una colonna sonora discutibile e un poco affrettata, emerge un certo latente moralismo, sappur elargito in buona fede.
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LIEGEN
LERNEN Sullo sfondo dell' "esagitazione" di Berlino alla vigilia della caduta del Muro, il giovane Helmut tenta di far fronte alla sua intima tristezza cambiando donne come fossero cravatte. L'assurdo è che loro ci stanno, contribuendo ad alimentare il suo grigiore. Di fronte a questo scenario, lo spettatore si aggrappa alla bionda chioma di Britta, trasgressiva sedicenne che ogni tanto riappare a turbare il nostro eroe. Il quale, per tutta risposta, si comporta in modo inspiegabile aspettando che qualche femmina venga attratta dal suo silenzioso magnetismo. Dulcis in fundo, l'insegna di un ristorante, spegnendosi progressivamente, va a comporre la parola "Ende": il trionfo della banalità espressiva, salutata da un ironico applauso del pubblico.
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