LA REALTA' NON SI DISCUTE: Isabella dÕEste, donna e politica

di Sara Miglietti, 3D

"Quantunque il simular sia le più volte
ripreso, e dia di mala mente indici,
si truova pur in molte cose e molte
aver fatti evidenti benefici,
e danni e biasmi e morti aver già tolte;
che non conversiam sempre con gli amici
in questa assai più oscura che serena
vita mortal, tutta d'invidia piena.

(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, IV 1-8)



[Leonardo da Vinci, Isabella d'Este, 1500]

"La realtà non si discute", scrive Isabella a un tratto nelle sue memorie, nel momento in cui la situazione politica si fa tanto delicata da provocare addirittura l'imprigionamento di Francesco presso i veneziani1.
In questa lapidaria sentenza è racchiuso il segreto di Isabella così come la sua personalità ci viene filtrata dalle parole e dalla sensibilità di Maria Bellonci: in questa presa di coscienza risiede la chiave del suo successo come figura politica in un mondo di fragili equilibri, dove una decisa scaltrezza e una freddezza lucida e disincantata nell'osservare la realtà e modellarvi le proprie scelte sono requisiti indispensabili per non soccombere all'incalzare degli eventi.
Ma, allo stesso tempo, è precisamente questo il piano su cui si gioca il dramma interiore di Isabella: il conflitto tra la sua dimensione privata - la donna, madre e moglie che sono in lei - e quella pubblica - la mente politica che regge le redini del pencolante marchesato dei Gonzaga - emerge nell'opera come un filo rosso suggerito talvolta per soli accenni.

Isabella, nel suo ferreo realismo, rinuncia spesso consapevolmente al potere lenitivo dell'illusione, benchè talvolta sul banco delle trattative tra i principati o nell'occhio del ciclone si trovino i suoi affetti più cari: è questo il caso di suo marito Francesco, nell'ambito dell'ostilità tra Mantova e Venezia; è questo il caso del figlio Federico, che ventenne sogna una seconda Fornovo e la riscossa contro i francesi, destando la preoccupazione e lo sgomento di Isabella.
"Non potete farcela, madre cara," le risponde Federico in tale circostanza, "a considerarmi un uomo? Sono un soldato, devo guadagnarmi i miei giorni di gloria. E questa non è anche la vostra lezione?" 2


1 Maria Bellonci, Rinascimento Privato, Mondadori 1998, pg. 154.
2 Maria Bellonci, op. cit., pg. 344

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