IL VIAGGIO

Aeroporto di Linate, ore 7 del 14 luglio 2004. Reduce da una notte in bianco mi aggiro assonnata per l'aeroporto con un bagaglio di kg 20, massimo consentito dalla compagnia aerea – e vi assicuro che ho dovuto rifare la valigia…Finalmente trovo il gruppo del Berchet e… vedo un sacco di facce nuove. Son dovuta andare fino in New Zealand per conoscere ragazzi che non avevo mai visto prima! (Federica 1F).

Abbiamo viaggiato con aerei di linea: Air One per la tratta Milano Linate - Roma; Cathay Pacific per Roma-Hong Kong-Auckland.

Partenza il 14 luglio, arrivo …. Il 16 luglio a Auckland!

Le ragioni delle tante ore di volo sono da imputarsi: alla distanza prima di tutto, al fuso orario significativo (10 ore, dato l’orario estivo in vigore in Italia), ma soprattutto al fatto che abbiamo voluto includere la visita della città di Hong Kong, in pullman con aria condizionata -per fortuna- e guida locale parlante italiano: bravissima pur non avendo mai messo piede in Italia!!!

Il viaggio verso Auckland è una di quelle esperienze che non voglio dimenticare mai. 23 ore di volo sono moltissime. Ho scoperto che in aereo si possono conoscere persone sorprendenti… e poi non sono mancati imprevisti, colpi di scena e personaggi pittoreschi a movimentare una situazione già carica di eccitazione. E poi Hong Kong… (Clara, 1G )

 

 A Hong Kong siamo sbarcate/i - dopo una notte in aereo da Roma quasi insonne: chiacchiere, conoscenze, eccitazione del nuovo che attendeva- alle 6.30 circa del giorno successivo. Per una intera giornata abbiamo visitato la città e sgranchito le gambe dopo tante ore sedute/i.

Hong Kong è una bella città, non c’è che dire, una strana commistione tra tecnologia (ci si trova in mezzo a grattacieli spropositati) natura (rimangono all’interno della città grandi spazi in cui il verde predomina) e povertà.Nonostante sia una città-stato in grande sviluppo, comunque le condizioni di vita non sono neanche lontanamente simili  a quelle occidentali. Ma che clima!!! L’umidità va dall’80 al 90% e l’afa si fa sentire prepotentemente…un inferno!  (Alessandro 3D) 

Dopo ben 11 ore di volo arriviamo stanchi ma felici a Hong Kong…e ci sentiamo davvero dall'altra parte del mondo. E' una città stupenda e anche una full-immersion di poche ore come la nostra è servita a darci un'idea della cultura e delle usanze locali (Federica 1F)

La visita ha incluso: Victoria Peak (vista panoramica dall’alto della bellissima baia su cui si affaccia Hong Kong); Repulse Bay e la sua distesa infinita di grattacieli; Aberdeen fishing village (dove in barca a motore abbiamo visitato le house boats -su cui  ormai sempre meno hongkonghesi vivono, ma un tempo vivace luogo di residenza e di commerci su acqua); il monumentale Wong Tai Sin Temple buddista, destinazione di molti fedeli per visita, offerte e lettura della propria sorte futura; il mercato al coperto della giada, pietra tipica del luogo.   

Hong Kong è una città che mi ha colpito moltissimo ma non ho ancora capito se in positivo. È certo che in essa convivono caratteri opposti: ricchezza e degrado convivono negli stessi luoghi, la tradizione culturale e religiosa sembra resistere al caotico mondo moderno…è una città in cui si respira un’atmosfera profondamente orientale ma che allo stesso tempo sembra proiettarsi verso l’occidentalizzazione. (Enrico 3D)

 

Hong Kong è una città incredibile nel vero senso della parola: il moderno e il tradizionale, la ricchezza e la povertà si intrecciano dando vita ad uno scenario del tutto particolare che lascia senza parole. (Clara, 1G )

 

 

 

 

 

L’arrivo a Auckland è in perfetto orario verso mezzogiorno, ma c’è un mare di gente (a causa della fine delle vacanze brevi scolastiche), le code di stranieri sono spaventose al passaggio doganale, dove il controllo sull’importazione di generi alimentari è capillare (leggi: tutte le valigie aperte per ispezione).

Credo che il viaggio in aereo sia l’unica cosa che non ripeterei della vacanza in Nuova Zelanda. Si è trattato di 23 ore di totale alienazione e malessere in cui si è obbligati a dormire anche se non si ha sonno e a mangiare anche se non hai fame. Risultato: una banda di giovani che si sarebbero potuti scambiare per dei profughi più una professoressa avvilita e desiderosa di una vacanza davvero riposante. (Enrico 3D)

 

Un pulmino ci ha trasportato al Northcote College dove, oltre allo staff e la preside Catherine Smith, sono ad attenderci le nostre famiglie ospitanti. Il freddo pungente invernale (il primo della stagione ci hanno detto) ha da subito segnato il cambiamento dal clima estivo dell’Italia e dal caldo soffocante di Hong Kong.