Milano, 15 gennaio 2002
Alla cortese attenzione del Procuratore Generale di Milano Dott. Francesco Saverio Borrelli.

Egregio Dott. Francesco Saverio Borrelli,
ciò che ha coraggiosamente espresso in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario è stato per noi un perfetto esempio di virtù, di vivo amore per la giustizia, per la democrazia, per l’uguaglianza; gli attacchi sferrati dai vari membri del governo Berlusconi ai Suoi danni e ai danni di molti colleghi avevano suscitato in noi un profondo sdegno, in particolare quelli mossi in modo implicito, nascosto, vile, con i quali si andavano a ledere i diritti di tutti voi magistrati al servizio di tutti noi cittadini italiani. Tollerare un simile atteggiamento non era più possibile; non reagire sarebbe stato un oltraggio alla giustizia.

Ci rendiamo conto che ormai Lei si trova al termine della carriera, pronto ad affrontare socraticamente sereno la sua vecchiezza; tuttavia vediamo ancora in Lei una figura emblematica, che dovrebbe essere di esempio per chi cercherà, pur fra mille difficoltà, di seguire la strada che Lei ha magistralmente tracciato. Vogliamo sottolineare che noi crediamo ancora nella magistratura italiana, che non ci lasciamo persuadere dalle stolte parole del Sig. Berlusconi (definirlo Onorevole, con tanto di lettera maiuscola, ci sembra fuori luogo) e di chi lo appoggia in modo incondizionato e servile. Vogliamo esprimere il nostro sostegno, fermo e deciso, all’autonomia del potere giudiziario, all’equità del processo, al diritto di ogni cittadino ad un processo regolare. È evidente che le nostre parole non potranno attenuare gli attacchi che dal Governo piovono, e - purtroppo - continueranno a piovere, su di Lei e su altri magistrati della nostra Repubblica; speriamo, però, che esse possano essere, per Lei e per tutti coloro che si battono per un ideale alto di giustizia, un bastone cui appoggiarvi per percorrere con più stabilità il vostro impervio cammino futuro, un motivo nuovo per guardare con più fiducia all'avvenire.

La ringraziamo per le Sue bellissime parole e auspichiamo per noi tutti un futuro migliore, in cui i poteri dello Stato tornino a lavorare secondo le proprie competenze, garantendo a tutti una società finalmente giusta ed equa.

Con stima, simpatia e – ci sentiamo di dirlo – affetto, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

Gli studenti e gli insegnanti firmatari del Liceo Ginnasio Statale "Giovanni Berchet" di Milano: