La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco

foto del preside Guglielmo

Preside (Prof. D. Guglielmo)

Dirigente Scolastico

Andrea Marcolongo, grecista ma non solo, nel suo libro La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco , racconta la sua esperienza con il greco, dagli anni del liceo fino ad oggi.

Le abbiamo  chiesto cosa l’abbia portata a definire il greco “lingua geniale” e la sua risposta è stata “La lingua greca è per me geniale poiché possiede dei modi per descrivere il mondo che l’italiano non ha: il greco è una lingua umana, poiché affida alle sue parole e alla sua grammatica il compito di descrivere con grazia e precisione i sentimenti che provano gli esseri umani che la parlano (o la studiano!). Mutando la prospettiva rispetto ad un manuale convenzionale, si possono capire alcune particolarità che non si erano mai capite o addirittura notate: il valore dell’aspetto verbale, capace di liberarci dalla prigione del tempo e di farci riflettere su cosa diventiamo, -io mi definisco oggi il perfetto, il risultato, di tutti i presenti che sono stati, mentre le gioie le conservo dentro di me all’aoristo, senza tempo; il duale, il numero della coppia, un numero umano, come due navi che solcano il mare verso la stessa direzione, due innamorati. Fino alla libertà di dare colore e genere alle cose con il femminile, maschile e il neutro -e così ho fatto pace con il mio nome “da maschio”, Andrea, che in tutto il mondo è femminile tranne che in Italia.”

L’autrice definisce il suo rapporto con il greco come “ la storia più lunga e bella della mia vita”, iniziata con le tipiche figuracce al ginnasio e gli immancabili 3 nelle versioni, che l’hanno portata a vivere il greco come una sfida: Andrea, davanti a una versione, ricorda di aver pensato che l’unico modo per far sua questa lingua fosse pensare come i Greci, “tra-durre, dice, significa “condurre verso” e non dare mai per scontata la diversità della lingua greca piegandola all’italiano. Il greco serve per esprimere un’idea di mondo: sta a noi capire quale.”

Stravolgendo tutte le sue aspettative, il libro ha raggiunto un enorme successo; ciò è probabilmente dovuto alla semplicità del messaggio che vi è alla base “il greco è il filo per raccontare la vita. La vita umana, che non è facile né veloce né banale né digitale, come lo studio del greco. Nessuna delle persone che ho incontrato mi ha chiesto, infatti, un parere su Aristofane, ma mi ha parlato delle sue storie d’amore, dei suoi sogni, delle sue sofferenze, della bellezza di stendersi in un prato e guardare il cielo -e di aver detto ti amo al duale, dopo aver letto il mio libro.”

Ma è possibile amare il greco? Andrea ne è convinta e ci consiglia di leggere il capitolo “E quindi, come si traduce?”, scritto su richiesta di noi studenti! “La cosa più importante, afferma, è fidarsi di se stessi e provare a fare proprio il greco, non di esserne “ turisti per caso”; solo se inizia a dirvi qualcosa sarà più semplice fidarsi del significato di una parola, di un verbo, di una frase e se diventa vostro -e non di totale proprietà del dizionario, sarà per sempre parte di voi.” Andrea conclude dicendoci “il segreto per non smettere di provare passione verso una materia o verso gli uomini è accettare quella sfida ogni giorno, non dare mai nulla per scontato, neppure un attimo”.

Il greco è la nostra sfida.

Benedetta Benvenuto, Lucrezia Brugali, Flora Dazzo, Alessia Gavazzoni, Paula Moncayo

Dopo la lettura del libro abbiamo deciso di realizzare un video ironico a riguardo.