LA CA' GRANDE
L'Università degli Studi di Milano ha sede nell'edificio dell'antico "Spedale di Poveri"(Ospedale Maggiore), conosciuto dai Milanesi come la Ca' Granda, che venne costruito per dare una soluzione unitaria ai numerosi ospedali (una trentina) che sorgevano nella zona di Corso di Porta Romana. Voluto da Francesco Sforza duca di Milano e da sua moglie Bianca Maria Visconti (sec. XV) in segno di gratitudine a Dio per la conquista del Ducato.
La
prima pietra fu posta solennemente il 12 aprile 1456.
Il mirabile edificio fu devastato dai bombardamenti del 1943 e quindi ripristinato. Attualmente è sede del Rettorato e della Facoltà di Lettere e Legge dell'Università Statale.
Il progetto, affidato da Francesco Sforza
all'architetto toscano Antonio Averlino detto il Filarete (1400-1469), fu da
questi illustrato nel Trattato di Architettura quale esempio di architettura
pubblica nel più ampio contesto di una città ideale, la Sforzinda, in cui era
adombrata la Milano Sforzesca. La pianta proposta dal Filarete, basata sul
quadrato, aveva chiari riferimenti simbolici religiosi.
Lo schema che sottende l'edificio è un rettangolo formato da dieci quadrati
uguali, tra i quali si colloca in posizione centrale la Chiesa.
Le parti laterali, costituite da costruzioni con pianta a croce ("crociera")
quasi a ricordare la sofferenza umana, erano destinate ai malati.
Al centro della "crociera" quattrocentesca (i cui bracci misurano metri 90 di
lunghezza, metri 9 in larghezza metri 9 in altezza) in corrispondenza del
tiburio si trovava un altare che poteva essere visto da tutti.
Ad ogni letto corrispondeva un piccolo armadio a muro con ribaltina, che faceva
da tavolo; inoltre per tutta la lunghezza dei bracci della crociera furono
creati corridoi nei quali erano collocati servizi igienici (chiamati "destri'')
con soluzioni avveniristiche per l'epoca.
La costruzione ebbe inizio dal lato destro
rispetto all'entrata del cortile. Dal quadrilatero tra la Chiesa di S. Nazaro,
la via Festa del Perdono e la via Francesco Sforza. Entro tale quadrilatero sono
quattro cortili risultanti dalla intersezione dei bracci della crociera secondo
il progetto del Filarete, che lasciò i lavori nel 1465.
Della facciata si deve al Filarete il piano terreno (1460-1465), mentre il piano
superiore è da ritenere opera del successore Guinforte Solari (1465-1481), anche
se l'idea iniziale delle bifore potrebbe essere restituita al Filarete.
All'Amadeo (1447-1522) e alla sua scuola si deve il compimento dell'ala verso il
cortile centrale: in sostanza l'Amadeo avrebbe ideato il doppio portico, ma non
è noto fino a quale punto egli giungesse nella costruzione.
Questo loggiato, rimasto incompiuto, fu trasformato e ultimato da G.B. Pessina
un secolo e mezzo dopo (1625-1634).
Il Pessina ebbe infatti l'incarico di rivedere il vecchio progetto: con lui
furono F.M. Richini, Fabio Mangone, G.B. Crespi detto il Cerano. Comunque il
Richini è ritenuto l'effettivo ideatore del grande cortile barocco, composto da
una sequenza a doppio ordine di arcate su colonne: tale cortile è infatti
correntemente definito cortile centrale o del Richini; sempre al Richini si deve
la
corrispondente fronte secentesca verso la via
Festa del Perdono.
La seconda crociera, a sinistra del cortile centrale, compreso il cortiletto a colonne, fu costruita dal 1686 al 1701 e fu destinata alle donne. La fronte verso il Naviglio e le altre costruzioni furono attuate da Attilio Arrigoni; nel 1797 fu completato il perimetro esterno da Pietro Castelli.
Il complesso architettonico ha rappresentato per secoli in Italia e in Europa un esempio di avanzata struttura ospedaliera. Esso è stato adibito ad ospedale fino alla seconda guerra mondiale, durante la quale fu quasi completamente distrutto dai bombardamenti (1943). Alla fine della guerra l'edificio venne assegnato all'Università degli Studi di Milano; i lavori di ricostruzione iniziarono nel 1949 e l'Ateneo vi pose ufficialmente la sua sede nel 1958.
L'opera di restauro e di ristrutturazione venne
eseguita, recuperando con amore tutto il possibile materiale autentico e
accostando con misura il moderno all'antico, da una équipe di tecnici, fra i
quali ricordiamo gli architetti Ambrogio Annoni, Piero Portaluppi e Liliana
Grassi.
A Liliana Grassi si deve buona parte del restauro dell'edificio soprattutto
della "crociera" quattrocentesca, condotto con il rigore scientifico che le
derivava dalla profonda ed estesa conoscenza dell'architettura del Quattrocento
lombardo nei suoi aspetti tecnici e formali, e in pari tempo con la sensibilità
ai valori spaziali ed estetici, restituiti al pubblico in una forma che conserva
intatta l'atmosfera di austerità e di emozione per cui quei luoghi erano stati
creati.
Come già detto, questo prestigioso monumento è la sede centrale dell'Università. Più precisamente qui si trovano: il Rettorato, alcuni Uffici amministrativi e due Facoltà umanistiche (Giurisprudenza, Lettere e Filosofia). Frequentemente diventa sede di manifestazioni culturali e di congressi scientifici nazionali e internazionali.