Il Foro Bonaparte di G.A. Antolini

Giovanni Antonio Antolini (Castel Bolognese 1753 - Milano 1841) è stato architetto, teorico e studioso dell'architettura, insegnante all'Accademia di Brera e membro dell'Académie des Beaux Arts di Parigi; ha contribuito alla realizzazione dell'Ala Napoleonica di piazza San Marco a Venezia,
ma soprattutto è famoso per la grandiosa ideazione del Foro Bonaparte a Milano: un complesso urbano, straordinariamente unitario nella concezione e caratterizzato da una gigantesca piazza circolare, che sarebbe dovuto diventare il principio della città moderna.
Il Foro Bonaparte è rappresenta in modo straordinario e coerente gli ideali di quel periodo rivoluzionario a cavallo tra l' Illuminismo e la Rivoluzione Industriale che ha avrebbe portato alla divisione della città per gerarchie economiche e funzionali,.
Napoleone, con le sue fulminanti campagne, dopo aver conquistato e "liberato" i territori dell'Italia settentrionale dalla dominazione austroungarica e dopo aver proclamato la Repubblica Cisalpina, pone Milano come capitale. Vengono così diffusi lo spirito e gli ideali della Rivoluzione tra cui una visione del mondo fondata su valori democratici e borghesi.
In questo momento di grandi fermenti, Antolini concepisce questo magnifico progetto urbano, adottando un stile neoclassico perché esso corrispondeva alla ricerca di una rifondazione formale che interpretasse i nuovi ideali civili ed esprimesse attraverso l'architettura una società modellata sugli ideali rivoluzionari.
Di tale società, democratica e indipendente, il progetto sintetizza tutti i pensieri e tutte le funzioni, essenziali a una città capitale: la piazza diventa un Foro, circondato da edifici civili e dal portico; l'armonia tipica di tale stile è fornita dalla disposizione di tutte le principali destinazioni pubbliche: quelle economiche e quelle civili della memoria, della cultura e dello svago; dietro il colonnato il complesso è completato da case e laboratori artigiani. In definitiva, Foro Bonaparte si propone come il centro e il principio di una nuova città moderna.
Antolini disegna la prima versione del foro negli ultimi mesi dell'anno 1800, completandola con un "Piano Economico-Politico del Foro Bonaparte" piuttosto dettagliato.
La proposta ottiene subito vasti consensi  e fu approvata il 20 gennaio 1801 con grande incoraggiamento all'esecuzione, tanto che Pinchetti, geografo e incisore milanese, colloca il Foro Bonaparte nella sua pianta della città di Milano come se fosse già costruito
(vedi a  lato la pianta della città di Milano di G. Pinchetti, 1801). Questo fatto, decisamente insolito, dimostra quanto, almeno per un breve periodo, la sua realizzazione sia apparsa verosimile. In questa tavola il Foro è però rappresentato con alcune differenze rispetto alla planimetria generale del progetto dell'Antolini..

Nel volgere di pochi mesi però, il quadro politico muta radicalmente: la situazione economica della repubblica diventa pesante e Napoleone, il fondamentale referente della proposta, dopo la pace di Lunéville orienta la sua politica in senso decisamente più moderato. Già nell'autunno del 1802, venuti meno i fondi e lo spirito, il progetto viene di fatto accantonato.
Il nuovo centro della città non verrà mai realizzato, ma l'idea di uno spazio circolare intorno al Castello ritornerà verso la fine del secolo, in forme e con modalità completamente diverse, quando verrà costruito l'emiciclo che oggi tutti conosciamo.
Il Foro Bonaparte dell'Antolini rimane comunque l'espressione più completa di un momento di grandi fermenti intellettuali e di audaci sperimentazioni; inoltre testimonia una capacità progettuale di pensare in grande la città e il suo sviluppo.

Planimetria generale del progetto

Il gigantesco anello che imprime la forma allo spazio pubblico è costituito da un lungo portico, sopraelevato rispetto al livello della piazza. Questo percorso porticato è ritmato da 14 edifici pubblici, concepiti come veri monumenti alla nuova era e ai suoi ideali. Sono sei le principali funzioni previste per tali edifici: la borsa, il teatro, il museo, il pantheon, le terme e la dogana, mentre sono otto le sale ad uso delle Assemblee Nazionali o della pubblica Istruzione. L'anello ha un diametro di oltre 600 metri e contiene un canale circolare che si raccorda in due punti al sistema dei Navigli.
Dietro i portici, i monumenti sono congiunti da edifici in linea con piccole corti rettangolari che accolgono le residenze e le botteghe. Al centro dello spazio pubblico, il palazzo del governo.

 

 

 

 

 

 

      

 

 

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Bibliografia:

http://www.castelbolognese.org/forobonaparte.htm